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17 ottobre 2004

Internet come la vorrei

In un commento a un post precedente, Spiritum propone di "riflettere sul COSA sta diventando Google". In un post, inizia a chiarire la natura della sua preoccupazione: non è che Google ci diventa un monopolista stile Microsoft? Estendendo il suo dominio su sempre più attività online, Google sta diventando un sinonimo di Internet; per molti - io per prima - Google è già in un certo senso il sistema operativo della rete, quello che ha cercato di essere Explorer con i risultati che conosciamo.

Google sta diventando quello che in nuce è sempre stato dalla prima volta che l'ho visto [1]: Google è nè più nè meno Internet come la vorrei. Veloce, sempre utile, gradevole senza orpelli, aperta al nuovo ma sempre in continuità cognitiva con la sua storia. Google è Internet, è il meglio della rete dei primi tempi che sa avvantaggiarsi delle evoluzioni tecnologiche significative. Tutti i prodotti di Google seguono le stesse logiche di efficienza di utilizzo e di rispetto delle esigenze anche emotive degli utenti: la prevaricazione del cliente finale - non a caso detto utonto - tipica di quasi tutti i prodotti informatici è pressoché assente nei servizi offerti. Nel rapporto con inserzionisti e clienti Google sconta qualche rigidità in più, ma senza mai arrivare agli eccessi semicomici della maggior parte dei suoi competitor, anche indiretti.

Il DNA delle due aziende è completamente diverso: Larry Page e Sergey Brin non hanno da scontare il peccato originale di Paul Allen e Bill Gates (la storiaccia dell'Homebrew Computer Club, ancora prima del plagio del Mac Os System), ma soprattutto Microsoft è un'azienda completamente orientata prima alle vendite e poi al marketing, Google è un'azienda basata sul prodotto e sulla sua validità.
Google si sceglie, Microsoft si subisce; Google è gratis, Microsoft costa cara; Google è trasparente, Microsoft inizia solo ora a capire che deve esserlo.
Queste differenze non succedono per caso: sono precise scelte aziendali, che quasi sempre derivano dai valori e dallo spirito dei fondatori di un'azienda.
Con questo, non voglio dire che è impossibile che Google diventi un monopolista ricattatorio come Microsoft, anche perché la quotazione in Borsa è una brutta bestia: è solo che non si può desumerlo semplicemente dal fatto che, sapendo fare bene molte cose, continuano a farne ancora di più e a mettercele a disposizione.

Update: se ne parla anche da Massimo e su Mlist.

[1] un vero e proprio colpo di fulmine, in una sala riunioni di Virgilio: un motore di ricerca che trovava davvero quello che cercavo

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