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17 novembre 2006

Tout cela, Madame, c'est Versailles

Per la recensione resto fedele alla mia regola dei 3 giorni (uno per dimenticarsene, uno per ricordarlo, uno per scriverne), a commentare l'iconografia glamour ci penseranno le ragazze di Grazia perché c'è già abbastanza gente che pensa che io sia gay, ma posso parlare della musica, visto che Sofia Coppola è una dei pochi autori che sa dirigere con la colonna sonora. A usarla per punteggiare le emozioni e introdurre gli snodi narrativi son capaci tutti, ma quasi nessuno sa farlo con colonne sonore così deliziosamente snob.

La scena del minuetto con sottofondo semi-techno di Plunkett&McLeane mi apparve coraggiosa e innovativa, ma il ballo di corte con Hong Kong Garden preceduta da una fantastica intro orchestrata agli archi (arrangiata per l'occasione?) proprio non me l'aspettavo.

Poi i soliti Air, il solito paio di notevoli gruppi mai sentiti, un New Order di quelli buoni, la sorpresa dei Bow Wow Wow, e per il solito botto di chiusura emotiva (l'abbandono di Versailles per Parigi e verso un epilogo che ovviamente sai, ma realizzi con sorpresa, e non vuoi vedere, e infatti non vedi) nientemeno che All Cats are Grey dei Cure.
E scusate ma: sticazzi, questa ragazza sa sedurre con la musica :-)

Anticipo la solita domanda "non ho capito se t'è piaciuto?": sì, mi è piaciuto.
Vallo a vedere, che nei salotti buoni non si parlerà d'altro fino a Natale.

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