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17 febbraio 2007

Il Titanic visto dall'Hindenburg, ovvero come cambia "la TV"

Se qualcuno che si occupa di televisione o cinematografia dal punto di vista distributivo legge questo blog, dovrebbe per cortesia dirmi se comincia già a sentire l'orchestrina del Titanic che si avvicina.

Che per i distributori di contenuti video stesse per ripetersi la stessa cosa che è accaduta per le major della musica era prevedibile già da tempo, ma una cosa è prevederlo e una cosa è veder nascere giorno per giorno le cose che lo renderanno possibile. Solo in qualche settimana:

- Zudeo, "skin" per Azureus (il principale client bittorrent) che mette a disposizione un'interfaccia di accesso ai contenuti più graditi da tutti gli utenti del software. E lo scaricare un bittorrent, che era una roba da semi-geek, ora è accessibile tramite un'interfaccia point&click da utonto. In questo momento Zudeo mi sta scaricando un documentario alla velocità, mai vista prima con bittorrent, di 864 Kb al secondo. Significa un film di media durata in meno di mezz'ora. Con 3 click.

- STR98x, chip taiwanese progettato per rendere compatibile e ottimizzata per bittorrent qualunque apparecchiatura elettronica. Non servirà a scaricare i film col frigo, come diranno a Smau, ma quando quest'affarino sarà nei televisori insieme a un hard disk (diciamo sei mesi?) quelli che basano il loro business solo sulla distribuzione di contenuti video altrui potranno cominciare a radunare le loro cose e spegnere le luci.

- Rickyrecords, servizio online che permette di registrare qualunque cosa passi in TV e scaricarlo nel formato digitale desiderato. Magari pure in violazione di qualche legge sul copyright, non lo so, ma una volta creato il precedente, chiuso uno ne aprono altri dieci.

Non solo qualunque contenuto video distribuito in TV all'estero è già oggi virtualmente scaricabile via bittorrent in un tempo inferiore alla durata del contenuto stesso, ma è ormai anche facilmente corredabile di sottotitoli. Quando i fan si renderanno conto che a doppiare una serie TV alla fine non è che ci voglia granché, anzi è divertente, cadrà l'ultimo ostacolo dietro al quale si riparavano con grande fiducia i distributori nostrani: quello della lingua.

Insomma, "la TV" (è ancora un nome adatto?) del futuro è qui oggi e già sappiamo come sarà: tutti i contenuti del presente e del passato disponibili in qualunque momento con tempi di scaricamento che presto saranno quasi impercettibili (a meno che gli ISP ci mettano lo zampino inibendo bittorrent, cosa che non mi risulta sia possibile e comunque non gli conviene).
Il tutto gratuitamente. Modello di business? Sostenuto esclusivamente dagli investimenti pubblicitari venduti a livello globale - e serviti a livello locale - al momento della distribuzione. E chi è l'unico soggetto già in grado di farlo se non Google Adsense/Adwords, che ha già cominciato con la radio?
(A proposito: se tutto ciò non suona nuovo, è perché questo è esattamente il modello del podcasting: non sarà forse il caso di chiedersi perché i contenuti audio possono essere distribuiti gratuitamente e quelli video no?)

L'altro modello è quello di Steve Jobs: accesso solo ai contenuti a pagamento di iTunes, addomesticati a colpi di DRM, tramite un hardware (a 300 euri) di Apple. A occhio qual è che vi sembra vincente?

La mia impressione è che quelli che si occupano di distribuzione di contenuti video in Italia (network TV, distributori cinematografici e di DVD) non la stiamo mica capendo questa cosa. Anzi sospetto che stiano sbeffeggiando quei "poveri sfigati" dei loro colleghi della musica (che in realtà se la passano benissimo) senza rendersi conto di essere a bordo dell'Hindenburg a guardare il Titanic che affonda.

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