I Grandi Misteri della Maestrina: la misura del reggiseno
Con indicibili sforzi negli anni sono riuscita a capire di che misura comprare i reggiseni, ma comunque quelle due volte all'anno che devo procurarmene di nuovi passo sempre dei brutti momenti, con un nervoso che mi rimane addosso prima e dopo per giorni.
Sabato pomeriggio, giornata di sole, sola per il fine settimana (e quindi libera di far esplodere gli armadi in giro per casa), vado alla Rinascente, razzio (ma si dice razzio?) gli stand, mi dirigo con un sorriso tranquillo ai camerini.
Ora, dai complicati calcoli compiuti, dovrei avere una 36C. Dovrebbe essere semplice, invece no: ogni fottuta 36C veste in modo diverso, schiacchia, pusha, tira, morde e pizzica, mentre le luci evidenziano tutto ciò che una donna vorrebbe dimenticare.
Alla fine, mal di testa al massimo e endorfine sotto i piedi, scelgo due Wonderbra, uno bianco uno beige, sobri, comodi, lavabili senza dover evocare l'acqua santa.
Come ogni volta, torno a casa e non ho il coraggio di metterli e finché posso faccio finta di dimenticarmene. Ogni volta il nervoso causato dalla procedura evidentemente mi deprime le tette, che si trovano a loro agio in spazi in realtà inadatti una volta uscite dai camerini. Oggi, infatti, straripo.
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