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23 luglio 2007

Fosse un altro paese

C'è una scena che mi ha colpito più di tutte nella precisissima, inappuntabile narrazione di oltre 30 anni di storia della mafia di In un altro paese, documentario di Marco Turro trasmesso poco fa da Raitre. Non sono gli stralci del superprocesso, non sono le interviste a Falcone e Borsellino, non sono le crude foto in bianco e nero di poliziotti e sindacalisti mortiammazzati né la meticolosa e straziante ricostruzione di una strage di stato che dura fin dalla nascita della Repubblica.

E' la scena dei funerali agli agenti della scorta di Borsellino in cui una folla enorme di palermitani - lo stesso popolo che ci viene così facile qui al nord accusare di non ribellarsi alla mafia - assedia Scalfaro e l'allora capo della polizia Parisi, cercando letteralmente di prenderli a cazzotti. Non me la ricordavo dai Tg dell'epoca. Abbiamo tutti nella memoria le sacrosante e liberatorie cinquecentolire tirate a Craxi davanti all'hotel Raphael, ma lo schifo, la disperazione , il senso di sconfitta insito nel cercare di tirare cazzotti a un Presidente della Repubblica non li ricordavo.

Nel documentario le responsabilità politiche nel mettere i bastoni tra le ruote al Pool antimafia emergono tutte: Martelli, Craxi, ovviamente Andreotti, il senatore a vita giudicato colpevole di aver avuto relazioni con Cosa Nostra che oggi sostiene il governo. Ancora più importante, questa può permettersi di essere storia, non cronaca. Ed è uno spettacolo disgustoso, ai limiti dell'intollerabile. Una di quelle visioni che mostrare ai propri figli è un dovere morale, e allo stesso tempo si vorrebbe non dover mai mostrare ai propri figli per non dover dire loro mi vergogno. Per non dover dire loro devi vergognarti anche tu di essere italiano. Devi vergognarti della classe politica che abbiamo espresso in tutti questi anni, devi vergognarti di questo paese. E' a questo livello di vergogna che un cazzotto al Presidente della Repubblica diventa, pur indegnamente, un riscatto dell'intera nazione.

Ampi stralci del programma si trovano a partire da qui. Sarebbe bene che la RAI lo mettesse online da scaricare integralmente al più presto.

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