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27 settembre 2007

Semplificare le cose

Io non ho mai avuto paura a parlare in pubblico; come per molte persone introverse è il contatto diretto a spaventarmi e un pubblico, anche di poche persone, è molto lontano. La sofferenza arriva dopo, quando capisci che nella migliore delle ipotesi pochi hanno capito di cosa parlavi e nella peggiore hanno travisato. Le critiche sui contenuti sono gestibili, le critiche personali insopportabili, dolorosissime, ingiuste per definizione. Ogni volta mi riprometto di non cascarci più, ma poi persevero.
Anche per questo quando qualcuno non solo ascolta, non solo capisce, ma addirittura sintetizza chiarendo io copio e incollo, ringrazio e faccio pure la ruota:
Mafe suggerisce un cambiamento di prospettiva e propone di iniziare a vedere internet come continuità anzichè come cambiamento. Da quando è nata, la rete si è evoluta per gradi, ma quello che spesso sfugge è che gli strumenti di comunicazione che hanno avuto successo nella storia di internet, dalle e-mail ai blog, presentano sempre i medesimi tratti comuni: apertura, facilità di relazione (ad esempio, la possibilità di linkare altre discussioni/materiali) e distribuzione, ovvero la sempre maggior facilità nel far viaggiare i contenuti. Dunque, se esistono tratti comuni probabilmente è possibile vedere il 2.0 come qualcosa di familiare, anzichè come un mondo complicato e sconosciuto. Mano a mano che gli strumenti di comunicazione si moltiplicano, le aziende hanno a disposizione potenti mezzi con cui ascoltare i clienti, ma non solo. Se volessero davvero contribuire alla conversazione con contributi interessanti, avrebbero una percezione immediata delle reazioni dei propri pubblici, attraverso un feedback diretto. Mafe propone dunque di ripensare il web come un mezzo per liberare le energie aziendali, riconducendolo in un’ottica familiare e rassicurante.
Questo è un po' il succo di quello che vado predicando da ormai dieci anni; sono un po' stanca di ripeterlo (anche se mi pagano per farlo) ma insisto, perché sono convinta che questo comporti un miglioramento che va un po' oltre gli scopi del marketing.

Grazie quindi a Feba per la prodigiosa sintesi, a Elena per aver pensato a me e ad Alessandra Farabegoli di Wafer per avermi invitato a uno dei suoi WebCocktail, formula davvero interessante a metà tra un convegno "serio" e un BarCamp.

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