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21 ottobre 2007

Call me Cassandra

Qualche giorno fa ho scritto:
Chi vuole vendere il suo blog e la reputazione con esso guadagnata, è liberissimo di farlo, ma per favore, non mettetemi (non metteteci, che il Maestrino sottoscrive) nello stesso campo da gioco.
Frase che basta conoscere a memoria Pulp Fiction per capire che non c'era nessuna intenzione di definire buoni e cattivi, ma che sono due cose diverse.
D'altra parte, qualche mese fa avevo scritto:
Quello che vedo più pericoloso, in termini di contaminazione di una dinamica fertilissima di condivisione disinteressata, è l'ambizione di usare il proprio blog come trampolino di lancio per la visibilità sui media, la popolarità e la professione. Pericoloso non in assoluto, ma solo quando genera una scrittura paraprofessionale, la convinzione di dover "coprire" tutti gli argomenti e un'inconscia (ma anche no) mediazione tra ciò che si desidererebbe scrivere e ciò che conviene scrivere.

In quest'ultimo caso a mio parere sarebbe opportuna una maggiore consapevolezza del fatto che, a prescindere dallo strumento utilizzato, si esce da una dinamica sociale per entrare in una editoriale, cambiando a tutti gli effetti campo di gioco.
Sarà anche per questo che non riesco (ancora) a indignarmi per il decreto legge che estende l'obbligo di registrazione al ROC a "qualsiasi attività editoriale su web" (diciamo che mi indigno che ci sia una roba come il ROC, a prescindere dalle recenti modifiche). In realtà il testo del decreto, nel definire quali sono le "attività editoriali" che dovranno registrarsi, le specifica così:
"Per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L'esercizio dell'attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative".
A me sembra (ma posso sbagliarmi) che "nonché" sia una subordinata aggiuntiva, molto vicina a un "relativa" che lega le due cose. Questo vorrebbe dire che al ROC si deve registrare chi realizza un prodotto editoriale (anche se sotto forma di blog) E ne vende la pubblicità, non chi ha un blog a puro scopo sociale (la stragrande maggioranza). La frase sulle finalità non lucrative può trarre in inganno, ma lo scopo di lucro non è determinato dalla presenza di scambi economici.

Se è così, io non riesco a combattere un decreto che determina maggiori responsabilità per chi svolge un'attività professionale online (è questo l'altro "campo da gioco" di cui parlo da mesi), anche perché è una misura che riguarda davvero un numero minimale di siti che spesso del blog hanno solo il software (anche se certe sirene che millantano enormi guadagni stanno aumentando il numero di futuri delusi in giro).

Se invece quel "nonché" è volutamente impreciso e il decreto mira davvero a far registrare al ROC tutti i blog, è l'ennesima legge inapplicabile (come quella che avrebbe dovuto obbligare tutti a consegnare in biblioteca una copia del proprio blog) e davvero non riesco a vederla come una "Internet Tax", soprattutto considerando la pronta smentita del responsabile della legge.

Condivido l'ansia per qualunque tentativo di regolamentare la libertà di espressione in rete e detesto la burocrazia di strumenti come il ROC, ma credo sia opportuno restare calmi, evitare gli slogan (qualunque cosa sia, non è una "internet tax") e accettare il fatto che la rete non è (e non deve essere) una zona franca in cui valgono regole più lievi per chi informa (i blog tematici) o peggio ancora per chi diffama.

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70 Commenti:

Alle 12:47 PM, ottobre 21, 2007 , Blogger dotcoma ha detto...

probabilmente hai ragione tu sull'analisi del periodo, ma poi, si sa, le Leggi le scrivono e interpretano degli ignoranti.

io comunque la ritengo IN OGNI CASO sia sovietica, sia inapplicabile.

 
Alle 1:15 PM, ottobre 21, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Dotcoma, è il ROC a essere sovietico, non la sua estensione al web.

 
Alle 1:46 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous Dario Salvelli ha detto...

Direi che non leggere neanche ciò che si firma è pratica ahimè tanto costante quanto triste. Nell'ultimo post che ho scritto ho segnalato il sito del ROC e la relativa area dell'AGCOM: magari dare un'occhiata prima a questa da innovare che da ignoranti titanici affrontare una riforma aggiungendo un pezzetto che non è un biscottino mi sembra da sciocchi. Han già fatto passi indietro: il punto è che in Italia siamo fatti così. Pensiamo a corregere invece che a riformare.

 
Alle 1:47 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous Dario Salvelli ha detto...

Ecco stavolta correggo io: correggere con due g ovviamente. :P

 
Alle 2:05 PM, ottobre 21, 2007 , Blogger Folletto Malefico ha detto...

Anche se fosse corretta l'interpretazione che fai del "nonché", rimarrebbe come fai notare il grosso problema dell'ambiguità... che per una legge E' un problema grave.

In secondo luogo, sono personalmente in dubbio sul senso dell'attuale legge sulla diffamazione, figuriamoci alla sua estensione... ;)

In ogni caso, tornando alla tua obiezione, son andato a controllare il DeMauro...

E' buffo, perché fornisce soltanto una definizione 'Letteraria' e una 'Di Alto Uso'.

Il significato è "non solo" o "e", mi pare. E quindi, l'interpretazione che fai potrebbe essere corretta, ma a questo punto... non significherebbe RIDURRE l'attuale portata della legge, visto che escluderebbe anche forme di stampa cartacea che non hanno finalità di raccolta pubblicitaria? (anche ignorando cosa possa significare "avere finalità")... ma a questo punto rientra anche la seconda frase, incasinando peggio ancora le cose, perché include anche le finalità non lucrative.

Insomma, come dicevo: posso anche presumere che gli intenti possano essere stati buoni, ma lì in mezzo c'è un pasticcio improponibile. :)

 
Alle 2:44 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

in ritardo di un giorno:

http://www.paologentiloni.it/

aspettate le modifiche

 
Alle 2:56 PM, ottobre 21, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Folletto malefico, condivido la tua obiezione e sto cercando di ricordare se ho mai visto forme di stampa cartacea prive di pubblicità, sai che no?

Anonimo, anche l'articolo di Repubblica che linko smentisce l'interpretazione estesa del decreto, è per questo che invito alla calma (soprattutto considerando che c'è sempre il rischio CONCRETO di interventi sulla net neutrality da combattere).

Ma per curiosità, sui link cliccate? Non è che devo mettermi a citare per esteso?

 
Alle 3:04 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

il post di gentiloni è del 20 ottobre.

 
Alle 3:08 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

state facendo l'analisi di un testo già vecchio. lo stanno già modificando. aspettate il prossimo.

 
Alle 3:32 PM, ottobre 21, 2007 , Blogger dotcoma ha detto...

Mafe, è l'Italia a essere un paese sovietico, non solo il ROC :-(

 
Alle 3:49 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous palmasco ha detto...

Cara Mafe devo dirti che non condivido l'ottimismo del tuo post.

La necessità stessa di una tua interpretazione di un termine controverso, è un segnale di pericolo che non andrebbe sottovalutato.
Capisci bene che l'interpretazione si può rovesciare, se fossero rovesciate le intenzioni.
Scrivere una legge che parte già col fianco aperto alle interpretazioni di una sola parola, è un'incapacità grave.

E poi io non credo affatto che si tratti di una sola parola sfuggita al controllo. Non stiamo parlando di grammatica, ma di logica.
Una parola legislativa può suonare controversa e sfuggire ai controlli, soltanto all'interno di un pensiero ambiguo.
(ambiguo è già un'apertura di credito)

 
Alle 3:52 PM, ottobre 21, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Palmasco, ottimismo? Non puoi non sapere chi era Cassandra :-)

 
Alle 3:54 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

palmasco non puoi non sapere che la giurisprudenza è fatta di interpretazioni. apri solo un libro di diritto privato. sembra che non abbiate mai letto un articolo di qualunque codice e di qualunque legge parlando così.

 
Alle 4:19 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous palmasco ha detto...

Solo per dire che la giurisprudenza è fatta di interpretazioni, verissimo, ma di fatti successivi alla legge.
Nel senso che la naturale evoluzione delle pratiche, rende necessario aggiornare il significato dei termini legislativi relativi.
Ma una legge che parte già superata dai fatti, o ambigua rispetto ai fatti che vorrebbe governare, è quantomeno sciatta e fa paura.

In questo caso per me l'ottimismo sta nel credere che soltanto una svista del linguaggio rende l'azione governativa un impaccio per la rete.

 
Alle 4:22 PM, ottobre 21, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Palmasco, ti invito a rileggere il post, perché il fatto che lo trovi ottimista mi preoccupa ;-)

 
Alle 4:34 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

un paio di considerazioni al volo:

- state minuziosamente analizzando una singola definizione contenuta in un Disegno di Legge (validit� attuale: nulla) che � gi� stato sconfessato dal governo stesso. non ci perderei altro tempo, in attesa degli eventi futuri

- la definizione di "prodotto editoriale" ad oggi valida ed applicata � quella contenuta nella

Legge 7 marzo 2001, n. 62
"Nuove norme sull�editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416"

VEDASI:
http://www.camera.it/parlam/leggi/01062l.htm

- non dimenticate che dietro a tutto questo stanno (direi SOPRATTUTTO) manovre per includere/escludere testate/pubblicazioni etc dai corposi FINANZIAMENTI STATALI destinati all'editoria.

- esistono eccome testate senza raccolta pubblicitaria: tutte quelle delle ONLUS e del settore no profit (l'assenza di pubblicit� � uno dei requisiti per ottenere pe tariffe postali agevolate, i.e. pagate dal MinTesoro)

Ho l'impressione che la questione "blog" sia entrata malamente, per caso e di striscio in questioni che erano soprattutto interne al mondo editoriale.
Quello � un mondo che si preoccupa pi� dei finanziamenti ottenibili che della libert� di informazione.

clara

 
Alle 4:38 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

gentiloni ha un blog. ieri ha detto che modificheranno il testo. oggi parlate già di una cosa superata.

 
Alle 4:45 PM, ottobre 21, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Anonimo, e dare il link?
http://www.paologentiloni.it/cgi-bin/adon.cgi?act=doc&doc=14116&sid=1

Gentiloni ribadisce quello che già dice Levi nell'articolo di Repubblica (e che sostengo anch'io): la legge non ha niente a che fare con i blog, ma solo con chi vuole fare attività editoriale (magari usando un blog).

Mi piacerebbe capire se qualcuno pensa che un blog che vuole essere una testata dovrebbe essere dispensato dalle norme sull'editoria (giuste o sbagliate che siano).

 
Alle 5:02 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

il link l'ho scritto 20 commenti fa (6° commento).

 
Alle 5:21 PM, ottobre 21, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Scusa, l'avevo dimenticato (ti ho anche risposto ;-)

 
Alle 5:48 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
appurato che la normativa non riguarda i blog di cazzeggio e che il legislatore modificherà il testo per non dare adito a interpretazioni sbagliate e cmq chiarita su repubblica l'intenzione del legislatore siamo già a buon punto.

saltate direttamente all'ultimo capoverso del post e a questo commento "Mi piacerebbe capire se qualcuno pensa che un blog che vuole essere una testata dovrebbe essere dispensato dalle norme sull'editoria (giuste o sbagliate che siano"

e aprite qui la discussione.

PS ehm? ma quindi blog con testata registrata in tribunale o cosa?

 
Alle 7:18 PM, ottobre 21, 2007 , Anonymous ste ha detto...

Sara' che piu' invecchio piu' divento anarchico, ma a me sembra grave che si pensi di fare una legge, qualsiasi legge, a prescindere dai contenuti.

 
Alle 11:59 AM, ottobre 22, 2007 , Anonymous Andrea G. Colombo ha detto...

Cara Mafe, se due ministri (Di Pietro e Gentiloni) si sono affrettati a dire "Io non c'entro niente eh!" significa che qualcosa di non proprio esemplare c'era.
Gentiloni per primo ha dichiarato sul suo blog:

"Il testo, invece, è troppo vago sul punto e autorizza interpretazioni estensive che alla fine potrebbero limitare l'attività di molti siti e blog. Meglio, molto meglio lasciare le regole attuali che in fondo su questo punto hanno funzionato.
Riconosciuto l'errore, si tratta ora di correggerlo. E sono convinto che sarà lo stesso sottosegretario alla Presidenza Levi a volerlo fare."

Se lo dice lui che il testo è troppo vago e parla di errore, perché dovremmo noi essere più realisti del Re? Lasciamoli nel loro brodino senza gettare salvagenti o scialuppe.

Tutti e due i ministri si sono affrettati a dire che loro mica l'avevano letto, il testo del DDL. Come se fosse una giustificazione.
Andiamo bene, andiamo.

Detto questo, la rete NON è una zona franca. Fa comodo pensarlo a chi ne ha paura, ma sai bne che non è così. Nel tuo Blog non puoi offendere cani e suini. E se lo fai cercando il sistema per restare anonima, sai bene che il sistema per sgamarti comunque c'è.
Se invece sei tanto sgamata da risultare non rintracciabile, si presuppone che tu abbia voglia di restare tale e non ci saranno santi, madonne o DDL che potrano convincerti del contrario.

Quindi la normativa non farebbe (come sempre accade) che spaccare ulteriormente gli zebedei a chi tenta di svolgere serenamente la propria attività di informazione / divulgazione / cazeggio libero, mentre agli sgamati rende solo più gustosa la sfida.

 
Alle 12:10 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

ditemi anche un solo blog che è un prodotto editoriale che fa informazione. grazie.

 
Alle 2:38 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous Stronza ha detto...

Se Spataro si fosse fatto i cazzi suoi a quest'ora molti blog para-editoriali che vendono spazi pubblicitari ma che non sono di proprietà di una persona iscritta all'albo dei giornalisti, avrebbero giustamente chiuso i battenti. O avrebbero dovuto cedere la proprietà del blog a qualcun altro.
Quel decreto era perfetto.
Chi l'ha elaborato sapeva benissimo quello che voleva ottenere. Ve lo posso garantire.

 
Alle 3:10 PM, ottobre 22, 2007 , Blogger Isabella ha detto...

Questo post è stato eliminato dall'autore.

 
Alle 3:13 PM, ottobre 22, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Uè, Andrea, bentrovato :-)

Ma davvero nel post sembra che io parli bene di questa legge? Mi limito a dire che la vaghezza nella definizione dell'attività editoriale non c'è e credo che Gentiloni abbia peccato di eccesso di zelo nello scusarsi, forse spaventato dalla caciara. Posso dirlo? Per me non l'ha letta neanche dopo, la legge.

Fammi un regalo: prendi il testo del decreto e leggilo (non leggere Repubblica o Grillo, che siamo tutti bravi a sputtanare per l'imprecisione di solito). Leggi il testo del decreto e dimmi da cosa evinci che un blog dovrebbe obbligatoriamente registrarsi al ROC. Soprattutto considerando che c'è un articolo dedicato a Internet e se c'era da fare una stretta relativa ai siti personali sarebbe andata lì.

Vuoi sapere perché getto scialuppe? Perché questo decreto per essere attuato deve avere un regolamento e il regolamento lo stanno scrivendo adesso, in piena isteria da Grillo (che ad agosto era molto relativa). Secondo me stiamo regalando al boia la corda per impiccarci, suggerendo che questa legge potrebbe essere usata per rendere più difficile aprire e gestire un blog. Tutto qui.

Per chi vuole svolgere - come te - attività di informazione online usando il blog come strumento, soprattutto considerando che ti sei sempre firmato con nome e cognome, qual è il problema se da domani puoi registrarti al ROC? Prova a leggere questo post:

http://www.macchianera.net/2007/10/20/il_blog_e_roc.html

 
Alle 4:16 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

Mafe, tu fai un casino quando scrivi che la metà basta. tutta quella analisi logica e grammaticale di un periodo (analizzato a modo tuo) svia il senso di quello che vuoi dire. "Nonché" vuol dire solo "e anche"

Quindi, come dici tu, non c'era da fraintendere. Il legislatore ha chiarito che non era sua intenzione mettere in mezzo i blog di cazzeggio. Gentiloni ha detto che avrebbe tolto dal testo frasi dubbie.

Ti rendi conto che partendo dalla rava e fava del post di 15 anni fa, l'analisi del testo (che avevi capito ma che sembra polemica) per poi arrivare alla domanda se il blog professionale va trattato come prodotto editoriale o no non fa concentrare il lettore su quello che vuoi dire?

Come per Tiscali! Ma per curiosità...ma cosa volevi dire? Ti è sembrato tutto troppo veloce? Bella azienda ma hanno organizzato male la cosa? O erano solo complimenti. Boh!

Semplifica, sintetizza, taglia il superfluo, lascia l'essenziale. Qualcuno dice che è più facile allungare il brodo che tagliare. Sembra vero.

Fai un esercizio di stile. Taglia il superfluo. Lascia il tuo pensiero sulla questione e vedi se ti capiscono/capiamo. Togli le cassandre, ottimismo sì o no. Pessimismo sì o no. E vedi se i lettori ti capiscono. E vedi se capiscono se sei pessimista o ottimista.

 
Alle 4:20 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

ah mi ero dimenticata, ti anticipo. internet è pieno di blog. se non mi piace come scrivi, vado a leggere gli altri. sì ci vado. così non ripetiamo il teatrino.

 
Alle 4:23 PM, ottobre 22, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Anonimo, a parte che non è che da come scrivi tu si capisca molto di più, a me fa piacere che resti e che leggi.

Quando dico che scrivo così e pace non vuol dire vattene, vuol dire che io qui sono sette anni (e 11 in rete) che scrivo come mi viene, a volte viene bene, a volte viene male, a volte si capisce, a volte no, e non cambierà. Fattene una ragione, non ho intenzione di impegnarmi.

 
Alle 4:31 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

Ti davo solo un suggerimento per non dannarti quando i commenti non sono attinenti a quello che hai scritto. Il post che hai scritto è lungo perché 3/4 di quello che c'è poteva essere tagliato. L'essenziale è in 1/4 del post.
Secondo me hai un intasamento in testa e scrivi tutto di getto. Il bello del metter giù i propri pensieri è razionalizzare, tagliare, semplificare, chiarire.
Non è possibile che alcuni post arrivini a 100 commenti e nessuno ha capito il punto della questione e tu non lo chiarisci. Ma di cosa parliamo?

Il mio era un suggerimento per un esercizio di stile.

Anzi il suggerimento non è mio. Lo sento dire da altri.

 
Alle 4:42 PM, ottobre 22, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Grazie del suggerimento, ne farò tesoro nella mia attività professionale :-)

Guarda che lo so benissimo che non ci capisce quello che scrivo, io non mi danno per i commenti, mi diverto a vedere le diverse interpretazioni e a cercare di risalire alla fonte dell'equivoco.

Sai qual è la ricompensa? Che c'è sempre qualcuno che capisce, e capisce al volo, e quelle sono persone per me preziose, persone con cui non devo fare fatica.

Non è molto generoso, me ne rendo conto, ma lo ripeto ancora una volta: questo blog è la mia ora d'aria, non un posto dove impegnarmi.

 
Alle 4:51 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

stronza, non so su che basi puoi scrivere "ve lo garantisco io, era un decreto anti-blog". esercizietto:
leggi il disegno di legge (non è un decreto, fa differenza), dimensiona la raccolta pubblicitaria on-line, dimensiona i finanziamenti alle testate cartacee, ricorda che molti finanziamenti sono legati alla tiratura, e che è infinitamente meno costoso fare l'editore "on line" che su carta.

(nota: in tutto il ddl la parola blog non compare mai, solo il generico "prodotto editoriale". sono i blogger che hanno pensato di essere stati inclusi)
clara

 
Alle 4:52 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

in questi commenti hai invitato palmasco e andrea a rileggere il post stupendoti di quanto avevano scritto.
io non ti conosco, ma anche gli altri fanno fatica.
io più che tentare di capire il post (non ho un blog e non faccio prodotti editoriali, sono poco interessata alla cosa) sto ancora cercando di capire l'analisi del periodo (non ho una grammatica italiana a casa a milano e su google non si trovano buone fonti facendo ricerche frettolose):-)

 
Alle 4:56 PM, ottobre 22, 2007 , Blogger mafe ha detto...

In effetti l'analisi del periodo è proprio la parte più rilevante del post ;-)

Tra stupirsi e dannarsi c'è una bella differenza, direi. Io quando non capisco chiedo: mi sembra un comportamento pacato.

E' interessante, comunque, sei d'accordo con me sul contenuto e quindi ti dedichi a stressarmi sulla forma. Un momento di relax mai, mi raccomando.

 
Alle 5:04 PM, ottobre 22, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Stronza, sono d'accordo, penso che il decreto così com'era avesse senso e che i ministri abbiamo ritrattato solo spaventati dalle letture liberticide della rete.

Per dire, perché Blogo è una testata registrata e Blogosfere no? ZeusNews no e Punto Informatico sì? (tra parentesi, sono tutti di amici o di persone che stimo, nessun intento critico).
Un minimo di ordine è assolutamente necessario e quando si dice che chi faceva informazione online adesso deve registrarsi al Roc (che non è l'Inquisizione spagnola) non è che si stia cercando di imbavagliare nessuno.

 
Alle 5:16 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous markingegno ha detto...

Scusate l'OT, ma io devo iniziare uno studio per trovare una spiegazione a questa cosa.

Per quale motivo uno si prende la briga di lasciare commenti in forma anonima, per dare "suggerimento per un esercizio di stile", io non me lo spiego.

Sara' mica che basterebbe leggere con un po' di attenzione in piu'?
Poi puo' capitare un post infelice, se la cosa diventa cronica e' scarsa capacita' di scrittura, ma anche li' normalmente ci si limita ad ignorare.

Mah, misteri.
Sempre piu' convinto che Mafe abbia troppa pazienza, se uno viene a casa mia a dire come devo disporre i mobili gli mostro la porta e tanti saluti.

 
Alle 5:31 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous anonima markingegna ha detto...

Qui le uniche parole che mi sembrano sensate sono quelle di clara (che nessuno ascolta).

Mafe, è come dice clara. Trattasi di disegno di legge. Perché continuate a chiamarlo decreto?

Sono cose diverse.

E il disegno di legge è rivolto a case editrici che operano in modo tradizionale o su internet (art. 7)

 
Alle 6:15 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous markingegno ha detto...

Tornando in-topic invece non sono molto d'accordo con Mafe, non vedo perche' un giudice debba stabilire se il mio blog debba essere equiparato ad una testata giornalistica o no.

Se poi, pur non essendo una testata registrata, mi guadagno sul campo la reputazione e la credibilita' per fare informazione online, non vedo perche' non possa farlo.

Purtroppo (o per fortuna) l'ordine se lo deve fare il lettore, nella sua testa, per distinguere le cose genuine dalle marchette.

 
Alle 6:21 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous livefast ha detto...

io, francamente, lo vedevo come il giusto riconoscimento di una vita di sacrifici. dico il diritto di iscriversi allo stesso scintillante pubblico registro di repubblica.it.

mi sento un po' come se gentiloni avesse voluto umiliarmi affrettandosi ad affermare che io e Repubblica.it facciamo due cose diverse.

come si permette sto stronzo?

 
Alle 6:59 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

livefast, pensa:
magari avresti potuto ottenere anche qualche soldino statale, più o meno come li ottengono oggi "Bocciofila Moderna", "Origami 2.0", "Skin & Chic. Tutti i cartamodelli per il vostro Nabatz".

Non mi stupisce che Gentiloni e tutto il governo abbiano fatto subito marcia indietro. Già gli editori si lamentano dei (pochi secondo loro) finanziamenti a disposizione: se aumentasse il numero di pretendenti, ovviamente la quota "pro testata" scenderebbe ulteriormente.
Chiedete alla FIEG (presidente: Montezemolo) se sono d'accordo.
Meglio ancora: chiedete ai piccoli editori, o alla stampa tecnica.

clara

 
Alle 7:10 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous Andrea G. Colombo ha detto...

Benritrovata a te Mafe.
Sempre in trincea, vedo... ;)

Riguardo al testo della legge, io mi baso su due articoli e mi bastano per farmi girare le balle. Sono un uno-due che prima allarga la base della definizione di PRODOTTO EDITORIALE e poi stabilisce a quali regole essi debbano sottostare.

Non voglio entrare troppo nel tecnico che è anche tardi e ne ho già fin sopra i capelli, ma sai meglio di me come è fatta la rete.
Lascia perdere tutto sto rumore di fondo sui Blog.
Beccati l'articolo 2:

Art. 2 (Definizione del prodotto editoriale)
1. Per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.

Le migliaia di webzine, di siti più o meno benfatti, rientrano tutti in questa definizione. Tutti. Poi se ne può parlare, ma questo articolo, se passasse così com'è, stabilirebbe PER LEGGE che la webzine del 15enne E' a tutti gli effetti un prodotto editoriale e una volta che ti inquadro, allora ragazzo mio DEVI attenerti alla prescrizione della legge.

Presenti e future.

Possiamo girarla come vogliamo e sperare che poi in parlamento (ahahahahah) valuteranno (ahahahah) pondereranno (ahahahahah) e legifereranno come si conviente (ahahahahahahahahah), ma nessuno mi leva l'idea che se OGGI gli si consente di definire ogni minchiata pubblicata on line un prodotto editoriale, domani nessuno potrà impedire loro di equiparare questi prodotti alla stampa.

E tanti saluti alla semplice registrazione al ROC (ho letto il pezzo su Macchianera... velo pietoso). A me potrebbe anche sbattermi niente, ma al 15enne che si affaccia oggi alla rete e si vuole fare la sua rivistina on line, chi glielo spiega che potrebbe essere equiparato al sito del Corriere?

E non mi si dica che "la legge eve essere ancora approvata" perché visto che mi fido zero di quella gente lì, nessuno mi assicura che dal DDL si passi a una Legge migliore...

A pensar male si fa peccato, ma ci si becca, insomma.

 
Alle 9:43 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

Clara, sembri invisibile qui dentro. E dire che ti firmi anche. Parli con cognizione di causa. Ma nessuno considera quello che dici. Hai il mio appoggio, però :-) Magra consolazione lo so :-)

 
Alle 10:09 PM, ottobre 22, 2007 , Blogger mafe ha detto...

@Clara, ok, è un disegno, non un decreto. Mi aiuti a far capire anche agli altri che il disegno di legge è rivolto alle case editrici che operano su Internet?

@Andrea, tu (la webzine media) sei già equiparato al sito del Corriere, dal punto di vista delle responsabilità, non è che adesso la passi liscia se fai cazzate (l'hai detto tu per primo).

@markingegno, non è che è il giudice che decide se fai informazione o no: finché non c'è il regolamento non si sa quali sono le sanzioni (se ce ne sono) nel caso tu debba registrarti come testata e non lo fai. Non a caso Abruzzo, ex presidente dell'ordine dei giornalisti, si è affannato a spedire una newsletter in cui sottolinea che questo disegno di legge è per gli editori, e solo per loro.

Se avete letto la legge (il disegno di) vedrete che regola l'attività "di editoria quotidiana, periodica e libraria". Queste sono definizioni precise, tutte le successive sono nell'ambito di questo insieme in cui è davvero difficile far ricadere la webzine di un quindicenne (ma anche di un quarantenne). A meno che - Livefast docet - il quindicenne non lo voglia, per poter approfittare dei benefici della legge sull'editoria.

 
Alle 10:17 PM, ottobre 22, 2007 , Blogger mafe ha detto...

""Quando prevediamo l’obbligo della registrazione non pensiamo alla ragazzo o al ragazzo che realizzano un proprio sito o un proprio blog. Pensiamo, invece, a chi, con la carta stampata ma, certo, anche con internet, pubblica un vero e proprio prodotto editoriale e diventa, cosi’ un autentico operatore del mercato dell’editoria. Siamo consapevoli che, soprattutto quando si tratta di internet, di siti, di blog, la distinzione tra l’operatore professionale e il privato puo’ essere sottile e non facile da definire. Ed e’ proprio per questo che nella legge affidiamo all’Autorita’ Garante per le Comunicazioni il compito di vigilare sul mercato e di stabilire i criteri per individuare i soggetti e le imprese tenuti ad iscriversi al Registro degli Operatori'’.""

http://blog.panorama.it/culturaesocieta/2007/10/19/ddl-editoria-e-rivolta-dei-blog-le-precisazioni-di-ricardo-franco-levi/

 
Alle 10:40 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous anonima obiettiva ha detto...

Brava Mafe. Ci vuol poco a mettere i puntini sulle i e a far chiarezza.
E basta leggere tutti gli articoli del DDL e non solo i pezzetti che col passaparola si vanno a sbirciare perdendo di vista il contesto generale.

 
Alle 10:48 PM, ottobre 22, 2007 , Anonymous livefast ha detto...

tch. non voglio i contributi pubblici. voglio essere un blogger con la patente. e che ci sia un esame per diventare blogger. e che si paghi una tassa. la tassa sulle idee. che mica possiamo permettere alla gente di dare via le idee gratis. le idee sono *poche*. se le idee diventano tante è un casino. voglio un attestato pubblico, con i timbri e tutto, che certifichi che io posso avere delle idee. perché ho la patente. come repubblica.it *ma* più di gentiloni.
e voi sempre lì a pensare ai soldi. bah.

 
Alle 12:17 AM, ottobre 23, 2007 , Anonymous Andrea G. Colombo ha detto...

Mafe... "tu (la webzine media) sei già equiparato al sito del Corriere, dal punto di vista delle responsabilità, non è che adesso la passi liscia se fai cazzate (l'hai detto tu per primo)"

... e infatti.
La responsabilità già ce l'ho. Ma è una scelta mia se andarmi a complicare la vita registrando o meno la testata in tribunale.
Io ho scelto di non farlo, perché finché tutto resta "free" ha per me un senso. Se poco poco inizia a costare, devi fare profitto... e allora tanto vale.

Il mio non avere registrato in tribunale la Testata mi ha per caso consentito di sbeffeggiare chicchessia o dare del pirla a destra e a manca? No.

Le leggi vigenti già proteggono dalla diffamazione e dalla violazione del copyright.
Quindi la legge cosa introduce?

http://www.horror.it/index.php?option=com_content&task=view&id=777&Itemid=51

http://www.horror.it/index.php?option=com_content&task=view&id=781&Itemid=51

Tanto per dirti che le reazioni e i link vari me li sono già studiati.
Quindi...

A) se parliamo di finanziamento pubblico alle testate giornalistiche, la legge vigente è già sufficiente (sei una testata registrata? allora se ne può parlare. Non sei registrata? vade retro) e non c'è bisogno di aggiungere altro.
Al massimo dire: "Le testate giornalistiche registrate in tribunale, su qualsiasi mezzo essere siano pubblicate, hanno egual diritto di accedere ai finanziablablabla"

B) se invece si sta parlando di impedire a qualche blogger testa calda di sfanculare a destra e a manca, anche qui la legge c'è già. Lo quereli. E se non è titolare di dominio internet (caso in cui di lui sai tutto tranne il peso e se ha gli occhi azzurri o marroni) ti fai dare gli estremi da provider e via discorrendo.

Indi per cui, constatando che le due materie del contendere legiferatorio del DDL - Pacco di cui sopra sono già assolutamente previste dalla normativa vigente, perché questi signori hanno sentito il bisogno di scrivere quell' ART. 2 di cui sopra, che a prescindere dalle NOSTRE considerazioni è piuttosto esplicito?

Non convieni? Massì che convieni. ;)

 
Alle 8:07 AM, ottobre 23, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Al massimo dire: "Le testate giornalistiche registrate in tribunale, su qualsiasi mezzo essere siano pubblicate, hanno egual diritto di accedere ai finanziablablabla"

Andrea, ma è esattamente questo che dice la legge ( che prima non specificava "su qualunque mezzo" :-)
L'unica differenza è che non devi più registrarti al Tribunale, ma al Roc, il che è un miglioramento, non un peggioramento.

 
Alle 11:14 AM, ottobre 23, 2007 , Anonymous ste ha detto...

Forse mi sfuggono dei particolari, ma se non ho capito male:
1) ora PUOI iscriverti al Tribunale, dopo DOVRAI iscriverti al ROC
2) e questo anche se non hai fini di lucro (lo so che esiste anche il "lucro soggettivo", ma non ci credo che sia questo che ha in mente il legislatore)

non so, a me non pare una bella cosa. D'altronde, se sei obbligato a iscriverti a un registro, questo non diventa l'equivalente di un'autorizzazione? E da qualche parte mi pare ci sia scritto che "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" e che "la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure"...

 
Alle 11:20 AM, ottobre 23, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Mi arrendo :-)

 
Alle 11:40 AM, ottobre 23, 2007 , Anonymous Andrea G. Colombo ha detto...

"Mi arrendo :-)"

Evvai...

 
Alle 12:13 PM, ottobre 23, 2007 , Anonymous appunti di lettura ha detto...

1) Vi invito a leggere tutto il ddl a partire dal titolo e dall'art.1

2) Il titolo dice che il ddl è un "testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale"

3) i testi delle normative in genere contengono anche la finalità della normativa stessa. In questo caso la finalità (art. 1 commi 1 e 2)è: "....legge in tema di editoria quotidiana,
periodica e libraria ha per scopo la tutela e la promozione del principio
del pluralismo dell’informazione affermato dall’articolo 21 della
Costituzione e inteso come libertà di informare e diritto ad essere
informati.
2. Tale disciplina mira all’arricchimento della produzione e della
circolazione dei prodotti editoriali, allo sviluppo delle imprese e del
settore editoriale in conformità ai principi della concorrenza e del
pluralismo, al sostegno all’innovazione e all’occupazione, alla
razionalizzazione e alla trasparenza delle provvidenze pubbliche, nel
rispetto dei principi affermati dallo stesso articolo 21 ...."

4) non tutto quello che è pubblicabile è prodotto editoriale a cui fa riferimento la legge. Es. art. 2 comma 2 "Non costituiscono prodotti editoriali quelli destinati alla sola
informazione aziendale, sia ad uso interno sia presso il pubblico."

ndr: se non costituisce prodotto editoriale un qualsiasi documento stampato dalle aziende per i propri clienti o dipendenti, volete che sia prodotto editoriale qualunque cazzata venga in mente a chiunque libero di prendere uno spazio gratuito su blogger?

io in tutto questo sono d'accordo con clara.

Rileggete il testo della normativa (per intero), non fatevi impressionare dal tamtam che circola in rete e ragionate su basi logiche e non per pezzetti di articoli che presi così a vanvera non hanno senso logico.

Il testo unico parla di divieto di posizioni dominanti, di trasparenza del mercato, di contributi alle imprese (non al quindicenne che ha la webzine) etc etc

Leggete tutto attentamente e poi scrivete.

La libertà di espressione nei blog di cazzeggio non era stata presa in considerazione perché il prodotto editoriale è altro.

 
Alle 12:26 PM, ottobre 23, 2007 , Anonymous ste ha detto...

Invece di arrenderti dovresti spiegarci come fai ad essere indignata per l'esistenza di una roba come il ROC e invece a non indignarti per una legge che *estende l'obbligo* di iscrizione al suddetto... oppure spiegare chiaramente una volta per tutte dov'e' che sbagliamo ad intepretare il tuo pensiero, perche' sia dal post che dai tuoi commenti si capisce solo che a te questa legge va benone :-)
Cito l'estensore del DDL (dal post di Andrea):
"Distinguere tra attività editoriale e privata non è semplice. Per questo sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare quali siti o blog siano tenuti all’iscrizione”.
A me queste cose fanno accapponare la pelle, e poi mi vengono dei brutti pensieri (tipo emigrare). Per citare Spataro: potessero, chiederebbero la carta d'identità a chiunque parla in pubblico. La sensazione e' questa, c'e' poco da fare.
Non e' che invecchiando diventi sempre piu' sovietica? :-)
(e rispondi alla mia mail, su)

 
Alle 12:34 PM, ottobre 23, 2007 , Anonymous Andrea G. Colombo ha detto...

Scusate tutti, ma perché siete così BLOGOCENTRICI? Ma vogliamo parlare di quello che Blog non è, che mi spiace, ma sono solo la moda del'ultima ora?

Non ha senso chiedersi "la legge parla di blog?"... Usciamo da sto cortiletto. Oggi usa il blog anche chi ieri aveva una webzine, perché i software sono disponibili gratuitamente e uno con poco riesce a tenere aggiornato un sito.

Delle minchiate che la casalinga disperata racconta sul suo blog frega niente a nessuno a parte lei e altre 4 sciroccate che ci bazzicano sopra: ma delle migliaia di siti (realizzate su qualsiasi piattaforma, da wordpress a joomla al buon caro vechio html statico) che fanno informazione di qualsiasi tipo (ludica, culturale, politica, tecnologica) e che costituiscono LA VERA NOVITA' e ricchezza della rete italiana, io mi preoccupo di più.

E QUEI SITI con gli articoli del DDL rischiano di essere inclusi nell'obbligo di registrazione.
E' per questo che si è sollevato il web. E' per questo che Punto Informatico ne ha parlato in questi termini. E' per questo che Spataro ha segnalato la notizia.

Non esistono solo i Blog, grazie a Dio.

 
Alle 12:41 PM, ottobre 23, 2007 , Anonymous anonima astrologa ha detto...

io, andrea, ritengo che il testo unico riguardi il mondo delle aziende e delle imprese costituite con una società e non il singolo che si fa il sito con joomla. con joomla mi sono fatta un sito pure io dove scrivo di oroscopi a titolo gratuito. secondo te rientro nella definizione di prodotto editoriale e faccio concorrenza a paolo fox? non penso proprio. ho un sito di cazzeggio dove mi diverto a leggere le effemeridi. mi dovrò registrare al ROC? no. sono una senza arte nè parte che scrive gratuitamente per puro divertimento personale.

 
Alle 12:43 PM, ottobre 23, 2007 , Anonymous anonima astrologa ha detto...

certo dovessi aprirmi la partita iva, diffondere informazioni via web a pagamento la cosa cambierebbe, ma fino a quando uso joomla come faccio in casa con parenti e amici che mi chiedono come andrà il 2008 non ritengo di scrivere un prodotto editoriale come fa branko.

 
Alle 12:47 PM, ottobre 23, 2007 , Anonymous Andrea G. Colombo ha detto...

Minchia, una riga un errore di battitura... Sono un gallo.

 
Alle 2:00 PM, ottobre 23, 2007 , Anonymous anonima astrologa ha detto...

Questi sono i soggetti attualmente tenuti a iscriversi al ROC:

Sono tenuti ad iscriversi al registro:

i soggetti esercenti l'attività di radiodiffusione;

le imprese concessionarie di pubblicità;

le imprese di produzione o distribuzione di programmi radiotelevisivi;

le imprese editrici di giornali quotidiani, periodici o riviste;

le agenzie di stampa di carattere nazionale;

i soggetti esercenti l'editoria elettronica e digitale;

le imprese fornitrici di servizi di telecomunicazioni e telematici.


basta sapere se sono sempre loro a doversi attenere al nuovo testo unico.

a questo punto il problema non è la definizione di prodotto editoriale ma chi è il produttore :-)

es: la signora mafe che scrive su maestrini deve registrarsi al ROC? non credo. la società daimon che decidesse di pubblicare su web una rivista tipo WMTools dovrebbe registrarsi al ROC? ritengo di sì.

secondo me funziona così. posso pure sbagliarmi.

 
Alle 5:05 PM, ottobre 23, 2007 , Anonymous astrologa per hobby ha detto...

cvd

http://www.corriere.it/politica/07_ottobre_23/levi_legge_editoria_no_bavaglio_ai_blog.shtml

il mio sito su joomla può stare lì tranquillo

 
Alle 5:16 PM, ottobre 23, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

che-vve-lo-ddico-a-ffare:

http://www.corriere.it/politica/07_ottobre_23/levi_legge_editoria_no_bavaglio_ai_blog.shtml


è esattamente quello che sto cercando di farvi capire da un paio di giorni.

i blog NON C'ENTRANO con questo ddl, NON LI HANNO NEANCHE PRESI IN CONSIDERAZIONE.

gli obiettivi sono altri (gli editori, i finanziamenti, le agevolazioni e tutto quello che già vi ho detto).
la libertà di informazione non c'entra un beato cazzo.

statemi bene.
clara

 
Alle 5:46 PM, ottobre 23, 2007 , Anonymous astrologa ha detto...

:-) lo abbiamo letto assieme, clara.

 
Alle 6:04 PM, ottobre 23, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

e lo abbiamo anche capito ;-)

(a volte leggere non è sufficiente)

clara

 
Alle 6:55 PM, ottobre 23, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Andrea, mi odierai a morte, ma se fai un prodotto editoriale in rete, lo fai professionalmente e ci guadagni, perché dovresti essere trattato diversamente da chi fa un prodotto editoriale su carta?
(gmail la leggo sempre, perché, mi hai scritto?)

 
Alle 7:16 PM, ottobre 23, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Stefano, "non riesco a indignarmi" non è uguale a "non mi indigno". Una può anche essere scoraggiata: nella montagna di cose che non vanno, non riesco a indignarmi se qualche webzine dovrà mandare un paio di raccomandate. Se devo lottare, lotto per l'abolizione degli Ordini, dei Garanti e dei Registri, ma per tutti, non solo per il web.

Rispetto a quando ho scritto il post poi mi è ancora più chiaro che ancora non si sa se l'obbligo sarà effettivamente esteso e a chi e e come; comunque rappresenta una semplificazione rispetto all'obbligo della registrazione in Tribunale.
Non so più come dirlo, non sono la sola a dirlo (leggi Clara o Anonima Astrologa qui, diversi altri in rete), per questo mi arrendo, chi poteva/voleva capire ha già capito :-)

Io odio il populismo e questa è una protesta populista (basta vedere chi la guida) e disinformata: un po' sleale far passare da difensore del potere chi semplicemente cerca di vederci chiaro senza urlare con gli altri.

 
Alle 9:47 PM, ottobre 23, 2007 , Anonymous Andrea G. Colombo ha detto...

MAFE: "Andrea, mi odierai a morte, ma se fai un prodotto editoriale in rete, lo fai professionalmente e ci guadagni, perché dovresti essere trattato diversamente da chi fa un prodotto editoriale su carta?"

Chi ti hga detto che ti odio? Io sonop d'accordo con te: SE CI GUADAGNO allora vada per la registrazione. Ma se io faccio un prodotto editoriale e lavoriamo tutti gratis e per passione, registrazione e annessi vogliono dire STRUTTURA e struttura significa COSTI.

E costi finisce per ammazzare il tutto, di solito.
Per questi feci l'esempio del 15enne, remember?

MAFE: "(gmail la leggo sempre, perché, mi hai scritto?)"

No però volevo vedere se eri attenta...
(Certo che ti ho scritto!)

 
Alle 9:05 AM, ottobre 24, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

mi arrendo. :-((

Mafe, non c'è e non ci sarà nessun obbligo di iscrizione al ROC nè in tribunale.

Spataro, Punto Informatico, Kurai e tutti gli altri hanno fatto dell'allarmismo inutile, non avendo assolutamente chiari gli ambiti del ddl.
Lo ripeto per l'ultima volta: è un ddl che con i blog NON HA NULLA A CHE FARE.
Solo i blogger (*qualche blogger*, pretestuosamente) hanno forzatamente voluto far rumore su qualcosa CHE NON LI RIGUARDA E NON LI HA MAI RIGUARDATI.

clara

 
Alle 9:49 AM, ottobre 24, 2007 , Blogger mafe ha detto...

Clara, mi è molto chiaro che con i blog non ha niente a che fare (sono la prima a dirlo), meno chiaro per le webzine con pubblicità (come ZeusNews).

Andrea, non esageriamo. Non ti serve una struttura per fare un prodotto che il Garante reputa professionale, ma ti serve per registrarti al Roc? Non è che devi registrarti tutti i giorni ;-)

 
Alle 11:17 AM, ottobre 24, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

nemmeno le webzine con pubblicità.
nemmeno i blog che recensiscono conigli, o pentole a pressione, o telefonini, o ristoranti.

ci scommetto una Chloè :-D

clara

 
Alle 10:41 PM, ottobre 25, 2007 , Anonymous aghost ha detto...

è curioso: ciascuno si sforza di "intepretare" il significato del ddl, segno inquevocabile che è scritto coi piedi.

Del resto, se ben tre ministri hanno ritenuto di ammettere l'errore, tanto chiaro non è, vi pare?

 

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