MA(ni)FE(sto)
Dal 1992 al 1996 sono stata *solo* un copywriter. Spiegare cosa facevo per vivere non era facile, ma quantomeno era un one-shot: "scrivo testi che cercano di venderti cose". Alla peggio, bastava prendere un giornale, aprire a caso, trovare un annuncio pubblicitario e dire "vedi queste parole? qualcuno le scrive, a volte io".
Dal 1996 ho cominciato a scrivere articoli pagati su giornali (Virtual, soprattutto). Questo non ha fatto di me una giornalista, ma in alcuni ambienti sì.
Dal 1997 ho iniziato a scrivere testi per siti e cd-rom didattici. Non bastava più però che fossero solo i testi: facevano parte di una sceneggiatura. E la sceneggiatura non bastava: dovevi anche indicare in quali parti di una schermata quei testi dovevano andare, quando restare, quando scomparire etc. Questo non ha fatto di me una designer, ma in alcuni ambienti e in alcune situazioni sì.
Nel 1998 mi hanno chiamato a gestire una community (era Atlantide; nel senso che mi pagate? sì, nel senso che ti paghiamo e che ti farai un culo quadro, amen). Questo ha fatto di me una "community manager" (dicono), mentre continuavo ogni tanto a scrivere su qualche testata e sempre più spesso a fare la designer.
Nel 2001 ho pubblicato il mio primo libro. Mentre lo scrivevo ho aperto questo blog, per usarlo come sito del libro. Non mi hanno pubblicato perché avevo un blog. Non mi fanno scrivere perché avevo un blog. Non mi fanno lavorare perché ho un blog. Questo blog è CAZZEGGIO allo stato puro. Non prendetemi sul serio.
Oggi continuo a progettare (siti, community, strategie di comunicazione, strategie editoriali, presenze e assenze online), continuo ogni tanto a scrivere su qualche testata, ogni tanto qualche altra testata parla di me come un'esperta e mi intervista e mi capita spesso di insegnare a fare il mio lavoro o a comprarlo.
I più svegli avranno già capito dove voglio andare a parare (gli altri mi stanno già insultando nei commenti per abuso di posizione dominante). Le persone che lavorano con me (Vanz, Auro, Serena, Federico) hanno lo stesso identico problema: se devono rispondere alla più basica delle domande sociali, "che lavoro fai?" balbettano qualcosa di inconsulto per poi scegliere l'attività in quel momento più adatta all'interlocutore. Ci sono problemi peggiori, intendiamoci, però indossare diversi cappelli contemporaneamente in determinati momenti storici può ingenerare confusione nell'interlocutore e a volte creare qualche problema etico.
Visto che da qualche tempo va di moda trattare i blogger come giornalisti e/o come venditori di spazi pubblicitari e/o come testimonial, sento il bisogno di fare chiarezza - per quanto riguarda me, e solo me - su quale ruolo preferisco in quale situazione e su come mi regolo in altre:
- se sono invitata o accreditata a eventi, presentazioni, discussioni che riguardano il mio campo specifico di attivià (internet come media sociale e evoluzioni dei comportamenti correlati) partecipo
comecon lo spirito diGIORNALISTA e/o RICERCATRICEcollaboratrice di testate giornalistiche e/o raccoglitrice di spunti e informazioni per libri, paper e ricerche.
Per fare un esempio, gli aperitivi, le feste, gli accrediti a convegni a pagamento, i gentili inviti a incontrare aziende per essere edotti delle loro strategie, gli sconti e i tramezzini li accetto in questa veste, chiarendo prima che non è detto che poi ne scriva. - come ESPERTA/DOCENTE se parlo in pubblico (sia a un convegno sia a un corso) tendenzialmente mi faccio pagare e anche per questo non presenterò mai case history che non siano utili ai fini del discorso e mi impegnerò al massimo perchè chi mi ascolta possa essere messo in condizioni di fare da solo quello che io potrei fare per lui a pagamento
- come BLOGGER non sono in vendita, punto. Se ti parlo bene di un prodotto/servizio/whatever puoi star tranquillo che lo faccio per pura e semplice convinzione personale. Se su questo blog o altrove (tipo su Twitter, Flickr o altri ambienti che frequento, anche offline come BarCamp e convegni) leggi o senti qualcosa di relativo al mio lavoro puoi stare tranquillo che sono (ancora) libera di parlare solo dei lavori che mi piacciono e che nessun cliente può chiedermi di usare i miei spazi personali per fare pubblicità a iniziative che non mi convincono personalmente.Se mi chiedono di parlare di un prodotto sul mio blog lo faccio solo se:
- è un prodotto di cui capisco qualcosa (cibo, vini, vestiti, cosmetici, libri, film, alberghi e pochissime altre cose) e comunque il mio è solo un parere personale e soggettivo
- posso liberamente non parlarne o parlarne male e dire sempre e in ogni caso che il prodotto mi è stato proposto per una prova e che non ne sto parlando di mia iniziativa
- non mi stanno dando dei soldi per parlarne
Questo blog è uno spazio personale e non sarà mai in vendita, neanche per il miglior tramezzino del mondo. Chi vuole vendere il suo blog e la reputazione con esso guadagnata, è liberissimo di farlo, ma per favore, non mettetemi (non metteteci, che il Maestrino sottoscrive) nello stesso campo da gioco.
Etichette: etica, mafeverso, pippone, social media, trasparenza
183 Commenti:
Ti voglio bene quando scrivi queste cose :)
Vi bacio su entrambe le guance, te e il Vanz.
Oggi un sacco di bloggatori sono stati pagati dai monaci birmani.
dai Mafe,
non c'era tutto questo gran bisogno di specificare (pur avendo tu saputo specificare con una leggerezza che ammiro da vera facilitatrice). Chi sa sa, chi non sa pazienza, io non mi preoccuperei troppo. (comunque leggendoti mi stupisco di come negli anni io me medesimo assieme a me stesso abbiamo tutti assieme saputo selezionare le persone che ci piacciono dalle altre).
Mitico!!! Anche io ho codice di condotta! Lo sapevo che era la risposta giusta!!
Brava Mafe.
Mafe, approvo il codice di comportamento ma ho una domanda. Ma è legale che tu ti presenti come Giornalista? Non rischi che magari qualche tuo concorrente gli gira e ti denuncia per frode, abuso di titolo, quelle cose lì?
E al di là degli aspetti legali, è ETICO? Che ci piaccia o meno, lo status di giornalista spetta a chi ha fatto anni di praticantato in testate giornalistiche registrate, e poi ha fatto un apposito esame. Tu non hai fatto nè l'uno nè l'altro?
Secondo me oltre a una denuncia, rischi anche di essere tacciata di scorrettezza e di mancanza di etica. Presentati come blogger e community manager e nessuno ti potrà dire nulla.
@mantellini io non so, pazienza.
Pero' trovo che sia una buona cosa esplicitare il proprio codice etico. Una scelta meritevole che sta dietro solo ad *avere un codice etico* !!
@zu: Intanto la tua frase spero sia davvero soltanto ironica.
Mafe, scrissi tempo fa questo post parlando di "etica del blogger trasparente" e forse esagerando ma temevo anch'io che un giorno si arrivasse a farla ahimè così seriamente lunga. Tanto è vero che ho aggiunto al blog un piccolo Colophon.
Il mio "manifesto" è davvero simile al tuo.
Che cosa mi sono perso?
Sì, ma se rendo pubblico il mio codice etico devo essere coerente nelle mie scelte.
Se voglio avere una posizione di correttezza e trasparenza non posso dire "guarda che bravo che ho anche il codice etico" e poi dire che sono un giornalista se il titolo non mi spetta. Va bene che questo è il paese dove sono tutti dottori, ma via...
mafe sei grande...
Gli usi della Sindrome del Tramezzino e ogni altro uso della parola Tramezzino riferito alla vendita di un bloggher sul mercato e' coperta da copyright. Mio.
P.S: Che schifo questo restyling del vostor blog.
Ciao, Fabio Metitieri.
http://xoomer.alice.it/fmetitie
non so perché ma quando dico che faccio la Pappona Calvinista (metto in contatto gente basta che non bestemmino) solitamente faccio così paura che la gente o si innamora di me (ma tanto non mi sposa) oppure lascia cadere ogni curiosità.
Sul titolo e la spiegazione del lavoro, vi capisco benissimo.
Sul resto, fortunatamente non sono così conosciuto da poter fare pensare a qualcuno qualcosa di simili.
Anche perché, in ogni caso, a sfruttare gli altri (ho un concetto molto ampio di sfruttamento) mi faccio schifo da solo, quindi ho da sempre evitato e arrivo a farmi paranoie quando ci vado vicino - anche se sono l'unico a pensarlo. :P
Come diceva Mantellini, chi sa sa, io sapevo, ma so anche che c'è chi potrebbe non capire. A volte bisogna mettere tutto nero su pixel, per evitare fraintendimenti...
(...anche se poi io ho sempre il sospetto di farne nascere altri scrivendo, insomma, volendo ben vedere non la si fa mai giusta).
;)
come all'epoca della kriptonite concordo vigorosamente. baci e abbracci!
@Folletto: come faio a dire "sul titolo vi capisco benissimo"? E' vero, in Italia il vizio di usurpare titoli e status è di vecchia data. Ma dov'è il rispetto? E dov'è l'etica?
E parlo di rispetto delle regole ma anche di rispetto degli altri.
Degli altri che hanno cercato e trovato una testata giornalistica che li accettasse, che hanno fatto due anni di praticato pubblicando un numero minimo di articoli su questa testata, che hanno sostenuto e passato l'esame di giornalista.
E parlo ancora di rispetto degli altri. Degli altri a cui mi presento come giornalista usurpando un titolo che non mi spetta.
L'ho già scritto. In Italia si è sviluppata una cultura positiva del non rispetto, della furbizia, del barare che è uno dei peggiori cancri della nostra società. Ed è tanto radicata che ormai non ce ne rendiamo nemmeno conto.
Vorresti Tanto che mafe dichiara candidamente di non essere giornalista ma di presentarsi come tale. Per di più proprio nel suo Codice Etico. Mafe spero che apprezzerai questa mia nota che seppur critica, ti evidenzia i rischi legali cui vai incontro (frode, usurpazione di tiolo) e l'inconsistenza del tuo codice etico che, così com'è, pecca proprio di etica.
La frase del campo da gioco mi ha ricordato Pulp Fiction, bella.
Concordo su tutto, molto bene.
Sono lieto di apprendere che avete cambiato idea. Quando ad aprile di questo anno diversi blogger che utilizzano il blog come strumento relazionale professionalmente hanno scritto di codice etico di autoregolamentazione per il proprio blog a voi non sembrava tanto importante o necessario. (Non trovo più il riferimento esatto, ma c'è).
Invece la reputazione è un asset importante e come tale deve essere salvaguardata; essa è molto più importante della scorrevolezza del rinoceronte. Per questo sto dedicando tante energie nel tentativo di definirla. Reputazione vuol dire autorevolezza, integrità, coerenza, onestà, credibilità e tante altre cose. Per qualcuno il blog è un hobby o cazzeggio come dite voi, per altri invece è un modo per comunicare i propri valori professionali.
Grazie a tutti, come sempre. Zanz, sei carino a preoccuparti per me, stai tranquillo, non usurpo nessun titolo.
Massimo, il bisogno di specificare nasce dal lavorare in un ambiente che comincia a fare confusione sul significato del termine "blogger", tutto qui. Nel privato anch'io per fortuna ho involontariamente selezionato bene :-)
Dario, avevo letto ai tempi e apprezzato, il colophon con disclaimer è il prossimo passo anche per noi.
Maurizio, io continuo a trovare inutile un codice di autoregolamentazione condiviso, questo è il mio (anche come società di consulenza ne abbiamo uno da sei anni).
E adesso volevo parlarvi di un fantastico prodotto, anzi, mettiamola così: "Vuoi perdere peso? Chiedimi come!" Con soli 600 euro...
Mafe, grazie per il carino. Io sono assolutamente certo della tua buona fede, però se dici "sono una giornalista" e non ha fatti gli anni di praticantato e l'esame di stato è usurpazione di titolo. Un po' come spacciarsi per dottori quando non si è laureati, per avvocati se non si è iscritti all'albo, etc.
Ed è un'usurpazione che fa male a chi quel titolo se lo è guadagnato sul campo, e a chi pensa di di avere di fronte una persona che quel titolo se l'è guadagnato.
Siamo talmente abituati a questo tipo di cose che non ce ne rendiamo neppure più conto, però attenzione. I rischi legali ci sono, e c'è anche una mancanza di etica insostenibile in un codice etico e in una persona pulita come sei tu. Pensaci e vedrai che puoi facilmente migliorare sia il tuo codice etico, sia il modo in cui ti presenti, eliminando per di più anche il rischio di azioni legali da parte dell'ordine dei giornalisti.
Detto questo comunque sono assolutamente favorevole alla tua iniziativa e al dotarsi di un codice etico, che però deve essere coerente e sostenuto dalle azioni quotidiane.
Se è inutile il codice condiviso, il tuo che hai pubblicato su questo post cosa è? Come si differenzia dagli altri?
Zanz, sollevi un punto interessante, ne parlerò ai miei interlocutori (giornalisti) la prossima volta che mi chiedono di scrivere qualcosa.
L'anomalia dell'Ordine dei giornalisti è tutta italiana, ma stai tranquillo, mi "spaccio" per giornalista solo se incaricata (da giornalisti) di farlo.
Comunque è molto diverso da spacciarsi per avvocato o dottore, se consideri che un non-giornalista può dirigere una testata (se specializzata o di partito politico).
http://www.odg.it/quesiti/show_quesiti.asp?ID=25
Giornalisti anche molto famosi non sono ancora iscritti all'ordine o hanno passato l'esame molto tardi nella loro carriera, lo sapevi?
Maurizio, in che senso? Devo spiegarti la differenza tra condiviso e personale? Davvero?
Ho proposto a qualcuno di adottarlo? Ho linkato posizioni simili alle mie? Ho lanciato una battaglia? L'ho chiamato codice?
Quello che ho scritto riguarda questo blog, tanto è vero che per metà parla di cose che riguardano me e solo me. Gli altri sono liberi di regolarsi come meglio credono.
Si me lo devi spiegare. Condiviso vuol dire reso pubblico, messo a disposizione, è ovvio che rimane sempre personale. Tutti quelli che hanno pubblicato il proprio codice di autoregolamentazione, chiamalo etico se ti piace, lo hanno ovviamente fatto a titolo personale e non potrebbe essere altrimenti.
Se "condiviso" vuol dire "personale reso pubblico" mi faresti un grosso favore a recuperare dove e come ne ho parlato (mi dai del voi??).
Ero stata assai zittina apposta, perché c'è già la netiquette che mi sembra funzioni ancora abbastanza bene: era per la storia delle molestie a Kathy Sierra, vero? Continuo a trovare abbastanza inutile esplicitare che non molesterò nessuno ;-)
Scusa non c'entra nulla, ma perché avete abbandonato Haloscan?
Ok hai parlato a titolo personale e non anche di vanz.
Cercherò di recuperare la frase, ma la mia non è una polemica.(No, non era Kathy Sierra)
Scrivo solo perchè il tema per me è fondamentale.
Carina la foto.
Dunque il fatto che esistano non giornalisti che dirigono una testata giornalistica ha poco a che vedere con il fregiarsi del titolo di giornalista senza averne diritto. Per legge si può essere ministro della salute senza essere medico e nemmeno laureato in medicina. Possiamo eventualmente non essere d'accordo ma non c'è nessuna violazione della legge.
Invece L’articolo 45 della legge 3 febbraio 1963, n. 69 sancisce che nessuno può assumere il titolo né esercitare le funzioni di giornalista se non è iscritto all’albo professionale: http://www.odg.it/barra/albo/albo.htm
Il fatto poi che siano i tuoi amici a dirti di spacciarti per giornalista, non rende la cosa meno grave. Oltre alla violazione dell'art.45 della legge citata, c'è anche la violazione dell'art. 498 del codice PENALE (!) "Usurpazione di titoli ed onori".
Poi, nel malcostume imperante supportato dal malfunzionamento del nostro sistema giudiziario è probabile che tu possa fregiarti del titolo per anni senza nessuna conseguenza, ma quanto è ETICO un atteggiamento del genere?
Zanz, non ho capito di cosa ti preoccupi, a dire il vero. Anche perché non esistono solo i giornalisti professionisti (quelli del praticantato e dell'esame), ma anche i pubblicisti. E comunque, uno che sta scrivendo per una rivista e ancora non è pubblicista, che quindi *fa* il giornalista (senza esserlo?), può accreditarsi come giornalista (ovviamente a nome di una testata che ce lo manda) a un evento?
Mafe, non sapevo che il direttore di una rivista tecnica o politica potrebbe non essere iscritto all'albo. Interessante, grazie dell'informazione.
Joe Tempesta, io non mi preoccupo di nulla, non sono io che sto violando il codice penale. Voglio semplicemente esprimere un punto di vista obiettivo e dare una mano a Mafe.
Per quanto riguarda i pubblicisti esiste un albo apposito cui bisogna essere iscrittti, gestito dall'Ordine dei giornlaisti.
Avere un blog significa girare nudi per il web.
A mio avviso i manifesti d'intenzione sono inutili, voglio dire, bastano davvero pochi click per capire chi si ha di fronte.
Non penso serva una scienza per identificare le figure tristissime che scalciano le classifiche, che sono onnipresenti a qualsiasi incontro e che arrivano al punto di autocandidarsi ad ogni contest saltando ipereccitati come mosche verdi su una bagoletta. Ne so qualcosa, fidati.
Penso ancora di riuscire a distinguere chi copia-incolla un comunicato stampa per avere la bambolina omaggio. Se c'è gente che nel mondo dell'opinione non si sbilancia per lasciare aperto sia il cancello che la porticina, per me ha un alone viola intorno.
Non amo le mission e i manifesti: che valore può avere un testo che mi dice "Ehi, io sono bravo-bello-buono" se il suo modo di proporsi mi fa metter mano al portafoglio per paura che me lo rubi?
E' solo marketing. :-)
Mafe, ma insomma, e' una vita che fai cosi'...
Ti presenti come giornalista e non sei giornalista, ti presenti come pubblicitaria e non sei pubblicitaria, ti presenti come esperta di commmunity e non sei esperta di community, ti presenti come laureata e non sei laureata...
Why don't you get a *real* identity?
Ciao, Fabio.
non avrei mai pensato che ciaofabio mi avrebbe strappato un sorriso, devo ammettere che ultimamente lo trovo in forma
Il Suggello ;-)
Paul, io sono totalmente d'accordo con te, infatti questo post mi ronzava in testa da mesi e ho aspettato mesi a scriverlo.
Che dire, corro il rischio. Chi mi conosce sa chi sono e come mi comporto: inizia a esserci qualche problema con chi non mi conosce (e neanche mi legge), tutto qui.
@ Joe Tempesta. Qui non si parlava di "accreditarsi ad un evento" ma di presentarsi pubblicamente con un titolo usurpato, concetto decisamente più ampio rispetto all'accreditazione al desk di un evnto.
Peraltro la legge e il codice penale vietano l'usurpazione di titolo anche ai fini dell'accreditamento al bancone di un evento. Concordo che la fattispecie sarebbe meno grave.
@ Fabio (e mafe). Io non sto dicendo che mafe "fa sempre così". Non dico che si spaccia per laureata non essendolo, dato che mi risulta che si sia laureata allo IULM.
Faccio riferimento alla violazione di una specifica legge e uno specifico articolo del codice penale (già citati) e sottolineo che se vogliamo enfatizzare etica, correttezza e trasparenza dobbiamo farlo sempre, non solo quando ci fa comodo, altrimenti poi si giustifica chi dice che queste operazioni sono solo marketing.
Certo, nel nostro paese parlare di correttezza e rispetto degli altri è un po' come dare le perle ai porci, meglio essere compiacenti per ingraziarsi la bella o il pappone di turno.
Zanz, a proposito di codice penale, sai che dire (in pubblico) che qualcuno sta violando il codice penale potrebbe esporti a rischio querela per diffamazione? :-D
Scherzi (ma neanche tanto) a parte, non mi hai risposto: se io sto scrivendo per una rivista e ancora non sono pubblicista (cosa per il quale non devo sostenere alcun esame, solo aver pubblicato - pagato - un tot di articoli), posso o non posso accreditarmi come giornalista a, mettiamo, Infosecurity? Sto usurpando qualche titolo? Io non credo proprio.
zanz non essere pessimista, la gente in cuor suo giudica spesso bene, anche se poi quello che dice è diverso, ma questa è un'altra storia.
@ Joe: Non sono avvocato, e credo nemmeno tu, qundi mi è difficile valutare un caso molto specifico e particolare.
Ti ho già risposto nel post precedente ma provo a ribadire il concetto.
In base al principio generale valuto che sì, anche accreditarsi a infosecurity come giornalista è una violazione della legge e codice penale citati se non si è giornalisti.
E dal punto di vista etico è un comportamento sicuramente deprecabile, dato che godiamo ingiustamente dei vantaggi assegnati ai giornalisti senza esserceli meritati. Un po' come se il figlio di un ministro utilizzasse un aereo di stato per farsi portare a vedere il gran premio...
Mafe, apprezzo molto il manifesto.
Io sono per il lavorare con chiarezza e onestà; ovviamente il lavoro è lavoro e ci stanno anche i soldi, di cui non mi vergogno né mi schifo, ma (come nota anche Luca ) si può scegliere se lavorare in modo etico o furbetto, e anche a me i furbetti stanno sullo stomaco.
Tanto per chiarire, quando sono io a organizzare aperitivi e, in coda, offrire tramezzini, non chiedo altro che invitati onesti che raccontino in modo onesto quello che sanno (as opposed to leccaculo che si spacciano per esperti di robe che hanno solo letto da qualche parte).
@ Goetz: che la gente giudichi bene ho qualche dubbio, dato per esempio come vanno le elezioni in Italia.
Che poi giudichi bene o male, la violazione del codice penale e anche dei principi di trasparenza e correttezza (non mi approprio di titoli che non mi spettano) resta.
IO sono certo che mafe sia in perfetta buona fede e lo voglio ribadire. Però è una buona fede causata dal sonno della coscienza critica che sempre più ammanta il nonstro paese come un gas venefico.
Yawn
mafe ti annoi? In effetti non leggo argomentazioni sostenibili contro la mia posizione, e così la discussione diventa soporifera.
A questo punto forse vale la pena di finirla qui.
Ci tengo però a ribadirti la mia stima e anche il mio affetto e mi auguro che le critiche che ti ho mosso vengano apprezzate come contributi positivi al tuo manifesto, che, con l'eccezione dei punti di attenzione che ti ho evidenziati, apprezzo e leggo con piacere.
Alessandra ha ragione, i problemi sono solitamente due, la chiarezza e l'onesta. Sulla seconda non ho alcun dubbio su Mafe, ma sulla prima si. Mafe per tua dichiarazione sei una persona totalmente priva di autostima e quindi spesso getti il sasso e poi nascondi la mano. Parli di temi importanti ma poi no, dici che il tuo è un blog di cazzeggio. E' questo atteggiamento che crea confusione, non altro.
Oggi crei un interessante dibattito e poi quando prende una piega non voluta, ti annoi. Conversare non significa rinunciare a ciò che si è, non occorre continuare a giustificarsi e tu lo fai continuamente.
Un codice serve solo a chiarire e nulla di più. Per quanto mi riguarda io scrivo occasionalmente per qualche testata e mi accredito come collaboratore esterno, non sono e non sarò mai un giornalista.
Insegno e sono titolare di due cattedre a contratto, ma non sono un docente universitario, ma un consulente prestato all'università, infine il mio blog è dichiaratamente uno strumento relazionale e serve anche a farmi promozione anche se cerco di scrivere contenuti di qualità. L'ho sempre detto e non ho mai avuto problemi. Credo che considerare etica e economia due cose da tenere separate sia un atteggiamento snob e uno dei problemi del nostro Paese. Sono assolutamente certo che non sei d'accordo su nulla, ma va bene così. Questo è solo uno stupido commento ;)
@ Zanz hai ragione tu su quanto scrivi a proposito della qualifica di giornalista. Che ci piaccia o no, in Italia esiste ancora un albo dei giornalisti con delle regole e dei ruoli. Chi non è iscritto all'albo non è giornalista, ma ovviamente può scrivere e collaborare con testate in virtù delle proprie competenze. Mi sono accreditato in tantissimi eventi internazionali senza problemi e mi sono sempre fatto scrivere una lettera che conferma che sono un collaboratore della testata, senza alcun problema, ma il giornalismo, quello vero è un'altra cosa, non è il mio lavoro.
"Yawn" era un suggello al "sonno della coscienza critica" di Zanz. Non mi sto annoiando, mi sto divertendo moltissimo.
Se poi mi ricordi dove mi sono espressa sul codice mi fai un favore, già che ci sei vediamo anche dove mi dichiaro priva di autostima, che mi giunge veramente nuova (credo che molta gente stia ridendo).
Non credo neanche di aver mai detto (o pensato) che sia necessario tenere separate etica e economia, come ti viene in mente?
Il tuo blog è dichiaratamente uno strumento relazionale; il mio no. Se vuoi consultarmi professionalmente l'url della mia società è in alto a destra; questo è uno spazio money-free. Cosa c'è di difficile da capire?
Mafe, con un po' di calma li trovo le tue dichiarazioni dove dici che sei insicura, timida, introversa ecc.
Per quanto concerne il tuo blog so che non promuovi direttamente il tuo lavoro o i tuoi servizi, non l'ho mai fatto io, ma non ti credo se non lo consideri almeno un po' uno strumento relazionale per il tuo lavoro e non ci trovo niente di male.
Per quanto riguarda il discorso money free, scusa ma non ti credo, ci vedo una punta di snobismo, soprattutto quando scrivi che su Grazia si deve scrivere gratis. A me sembra apologia dello sfruttamento. Io preferisco dire, pagate la mia attività, vi faccio fattura e poi vi do il conto corrente dell'associazione a cui devolvo l'emolumento.
Io rispetto moltissimo le opinioni di chi non la pensa come me, ma consentimi di dirti che la tua insicurezza ti fa scrivere cose tra loro molto diverse. Se poi il mio commento avrà fatto ridere i tuoi ospiti sono lieto di avere allietato la loro giornata.
Per favore non farmi cercare, ora non ho tempo, basta usare google e associare a mafe le keywords, profonda insicurezza, incertezza, introverso, timido. Sono sicuro che lo puoi fare anche tu ;)
@ Goetz grazie maurizio.
Timida e introversa sicuramente, insicura? Il giusto. Ad autostima però sto messa bene, tranquillo.
Quando dico che qui cazzeggio e non lavoro rivendico esattamente il diritto di dire tra loro cose molto diverse, cosa che se vengo pagata non posso permettermi di rischiare. Sperimento, discuto, mi confronto, con quella libertà che se ti fai pagare perdi, perché devi garantire un prodotto/servizio ottimale, certo, appunto professionale.
Il progetto di Grazia era di creare una community, mi sembra naturale che questo escluda una retribuzione; nessuno ha mai detto che si DEVE scrivere gratis su Grazia blog, si può sempre non scriverci, se qualcuno si sente sfruttato non ha che da rifiutare l'invito a contribuire.
Ti assicuro che i soldi mi piacciono molto, Maurizio, come a tutti: dico semplicemente che preferisco limitarli ai rapporti professionali ed escluderli dai rapporti umani.
I miei rapporti professionali sono soprattutto rapporti umani, non riesco a separare le due sfere.
Io non contesto le tue opinioni, ci mancherebbe altro. Dico solo che a leggerti con continuità non vedo coerenza, ma forse sono io che sbaglio.
Bastava una parola per quel (o quelli) che ti hanno spinto a scrivere 'sto "pippone", ma riconosco che, di questi tempi, con grillo, se n'è abusato.
Ovviamente questo non cambia, credo, la considerazione di quelli che ti leggono.
Al limite intimidisce un po' quelli che continuano a ritener il blog, il proprio e l'altrui, un bel posto dove buttar via tempo...
Questo post è stato eliminato dall'autore.
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Mi aspetto un contropost del Maestrino dal titolo :
VA(lla)NZ(asca)
Zanz, ti risulta male. Mafe ha una sottospecie di laurea breve, presa quando le lauree brevi non esistevano ancora. Quindi non e' laureata. Si spaccia per tale, appunto, e da sempre. La mia non era una battuta.
Cosi' come del resto si e' spacciata per giornalista per anni (adesso forse non le piace piu', visto che e' una professione che per i bloggher e' impopolare).
E, Tempesta, non ne farei un problema di accredito a un convegno e tanto meno di tesserino. Secondo me, se ti guadagni da vivere (almeno per la parte maggiore delle tue entrate) come giornalista, sei un giornalista, altrimenti no.
Goetz... buona, quella su Mafe con poca autostima... ma come ti vengono in mente, cosi' buffe? Hai un copy che te le scrive?
Su scrivere gratis per la community: certo, e' bieco sfruttamento. Voglio dire: se la community e' tale, qualcosa che lavora solo per se stessa, va bene. Ma fare il blog di un giornale aggratis e' disonesta'. Di tutti: di chi ci scrive, di Grazia, e soprattutto della cosiddetta "community manager", anche perche' lei da Grazia si' che si fa pagare, per convincere gli altri a scrivere gratis, senno' le borsettine firmate come se le compera?
Ciao, Fabio.
Fabio, io mi fido di quanto dice mafe. Ricordo di aver letto una volta che lei dichiarava di essere laureata in comunicazione allo IULM. Non ho ragione di non crederle, pertanto per me Mafe è laureata.
Non mi basta un commento su un blog per toglierle la fiducia.
@ Fabio: se effettivamente mafe non fosse laureata e si spacciasse per tale sarebbe una violazione dell'art. 498 del codice PENALE (!) "Usurpazione di titoli ed onori", una grave scorrettezza e anche, personalmente, una grande delusione.
Ma sono certo che Mafe è in grado di smentire le tue supposizioni.
Mai fatto la community manager di Grazia. Sono stata pagata per il progetto e lo sviluppo, dopodichè ho sempre partecipato a titolo personale. Se scrivere gratis sul blog di un giornale è disonesto lo lascerei decidere a chi sceglie di farlo.
Mai detto di essere laureata in "comunicazione". Ho una laurea triennale in Relazioni Pubbliche presa allo IULM nel 1991, poi mi sono iscritta a Scienze della Comunicazione a Torino che ho mollato a 9 esami dalla tesi.
Sono alta 181 cm, peso 72 chili, sono del Leone, sposata da 8 anni, senza figli, abito a Milano ma sono originaria di Taranto, preferisco i gatti, ho una malattia cronica ai reni, ho pubblicato due libri e in tre antologie (di cui una di racconti erotici) non so, c'è altro che volete verificare?
Io adesso vado a una riunione e poi per il fine settimana spengo il computer, se mi fate trovare un'altra lista di cose improbabili che avrei detto/fatto/pensato lunedì mattina andiamo avanti.
Fabio,
E, Tempesta, non ne farei un problema di accredito a un convegno e tanto meno di tesserino. Secondo me, se ti guadagni da vivere (almeno per la parte maggiore delle tue entrate) come giornalista, sei un giornalista, altrimenti no. è esattamente ciò che penso. Però per Zanz commetto un reato, e secondo me non è vero.
Comunque, bisogna che inizi a firmarmi col nome e cognome nei blog che frequenti tu, perché sentirmi chiamare "Tempesta" mi fa sembrare un X-Men :-D
@ joe tempesta. Io mi baso sulla legge e sul codice penale, e a mio parere c'è una violazione di entrambi quando dichiaro pubblicamente di essere un giornalista e non sono iscritto all'albo. Che poi uno si "senta" giornalista perchè scrivo sui giornali è un'altro paio di maniche, ma per la legge che regge il nostro sistema democratico è ininfluente.
Ovviamente è un'opinione totalmente personale, non professionale e non vincolante per nessuno.
Per quanto riguarda la laurea di Mafe, in effetti non mi risulta che nel 1991 esistessero le lauree brevi, con tutto quello che ne consegue. Anche questa è un'opinione personale, non professionale e non vincolante per nessuno.
"@Folletto: come faio a dire "sul titolo vi capisco benissimo"? E' vero, in Italia il vizio di usurpare titoli e status è di vecchia data. Ma dov'è il rispetto? E dov'è l'etica?"
Posso dirlo perché non mi riferivo a quello di cui tu stavi parlando, semplicemente. :)
Mi riferivo al fatto che certe professionalità è difficile inquadrarle in un ruolo, ovvero ciò di cui Mafe stava parlando, e non al tuo discorso su un argomento esterno al testo. :)
Più chiaro ora? :)
certo folletto, quello che non condivido è il discorso sul titolo. Se le professionalità del blogger o del community manager sono molto tecniche e specialistiche e difficili da inquadrare professionalmente, il titolo e la professione del giornalista sono disciplanti dall'articolo 45 della legge 3 febbraio 1963, n. 69 e dall'art. 498 del Codice Penale.
Non è quindi accettabile eticamente e giuridicamente fare finta di nulla e presentarsi come giornalista se non se ne hanno i requisiti.
Ora però vorrei chiudere la discussione. Non emergono nuovi punti di vista e mi sembra che mafe ci sia rimasta male, cosa di cui mi sento in parte responsabile e di cui sono dispiaciuto.
Un inboccalalupo a tutti i blogger partecipanti alla corsa di domenica mattina, ricordatevi di non esagerare con la colazione.
Saluti,
Zanz
anche io la vedo cosi': forse il manifesto serve per colui che arriva per la prima volta su di un blog - ma deve comunque fidarsi di quanto auto-scritto dal blogger, che può anche mentire, quindi...
Il livello di etica di un blog si capisce quasi subito, secondo me.
Insomma, sono d'accordo con Paul The Wine Guy (tranne che per l'ultima riga :)
io mi chiedo: "ma come ti viene in mente questo post?" in risposta a chi o per cosa? perché hai bisogno di questo chiarimento? ti hanno direttamente accusato di usare questo spazio per far pubblicità o altro come succede ad altri blogger?
pat
Sei già sposata? :'-(
Appunto, Mafe, non sei laureata.
Tempesta, credo che possa essere un reato solo sostenere che sei scritto all'ordine se non lo sei. Poi... giornalista e' un termine cosi' vago... chiunque abbia scritto gli oroscopi sul bollettino parrocchiale puo' definirsi giornalista e non credo che venga considerato reato. Ma, ti diro'... me ne frega cosi' poco che non me lo sono mai chiesto.
Ciao, Fabio.
Zanz, perché dovrei restarci male? Io non mi presento come giornalista, ma se scrivi e firmi gli uffici stampa ti trattano come tale. "Partecipo come giornalista" non vuol dire che mi comporto come se dirigessi il Corriere e millanto tesserini, ma che ho quello spirito lì, raccolgo informazioni per scrivere pezzi per testate. Non capisco il senso della tua obiezione, chiederò a mio marito che è un giornalista vero.
Su cosa tecnicamente fosse il corso triennale dello IULM (diploma universitario, corso universitario, boh) non si è mai capito molto: visto che ami la legge posso assicurarti che in seguito è stato equiparato a una laurea breve, infatti a Scienze della Comunicazione mi hanno ammessa al II anno passandomi 13 esami. Non mi sento laureata e non dico mai di essere laureata, se dico "ho una laurea breve" è per capirsi (visti i problemi di cui parlo nel post a definire un'identità). Mi fa piacere che troviate così interessanti i miei studi, la mia autostima è in crescita ;-)
Jtheo, per i blogger molto sexy potrei fare follie anche se sono sposata.
Anonimo-pat, te lo chiedi, quindi poi ti risponderai? O lo stai chiedendo a me?
Ah, Mafe... e Grazia ti ha pagato solo il progetto e lo sviluppo, OK. Ma... il progetto non prometteva anche la comunita' di scriventi aggratis?
Non rispondere, tanto non ti crederei, se tu dicessi di no...
;-)
Ciao, Fabio.
Fabio, non lo prometteva ma lo proponeva, e quindi?
Io continuo a trovare normale che un pezzo commissionato venga pagato, ma il blog di Grazia non funziona così. Sei invitato a scrivere quello che vuoi, quando vuoi, come vuoi. Se ti va, dici di sì. Se non ti va, dici di no. Scrivi per una settimana, di solito 3/4 post, se ti diverti resti, se no te ne vai.
Qual è il problema? Cosa c'è di immorale, di disonesto, di sfruttamento?
Appunto, Fabio, non ho mai detto di esserlo. Ti ho mai detto di esserlo? Ho mai scritto di esserlo?
Anzi, è uno dei miei vezzi preferiti, far scivolare l'informazione nel bel mezzo di trattative, colloqui e presentazioni importanti. "Sapete, non sono neanche laureata". Risata generale, ma dai, non fare la scema.
E' molto gratificante, ti assicuro. Anche tu per dimostrarmi che invece millantavo lauree suggerisci che io faccia una ricerca su Google?
Perchè tutte queste precisazioni, questo blog è solo un gioco, anche se hai detto che eri laureata o giornalista, che problema c'è? Tanto i tuoi committenti non lo leggono mica ;)
Un post del genere - senza nessun nome - fa dire all'oste che il vino è buono. Chi aveva fiducia prima del post l'avrà anche dopo, chi non l'aveva non credo proprio che l'avrà dopo.
Che poi, mentre leggevo mi è venuto in mente guzzanti, che canta:
"All'uscita 29 c'e'... Acilia Casalpalocco...
Dietro il bar de Enzo, c' e' un centro commerciale dice
Tiziana che nun ce sta....
...a' mucca pazza, ce sta 'r cartello, vatt'a fida'.... so' boni tutti...
a mettece na scritta... sur cartello so' boni tutti...
so bono pure io a mette na scritta
sur cartello"
Mafe sono felice che tu non te la sia presa. Ho già detto come la penso riguardo al titolo di giornalista e non voglio rinfocolare la polemica aggiungendo altro.
Per quanto riguarda il tuo corso di studi, se è stato equiparata anche retroattivamente ad una laurea puoi dirti laureata a tutti gli effetti. Altrimenti non sei laureata - come hai scritto tu stessa nell'ultimo post - e sicuramente avevo frainteso io.
Per quanto riguarda il "visto che ti piace tanto la legge", non sono un patito della legge e del diritto, trovo noiosi gli avvocati ma mi piacciono di meno i furbetti che la eludono e credo che la democrazia sia garantita solo dal diritto positivo, che si manifesta nel corpus giuridico legislativo.
Quindi tu quando giochi e non lavori ti disinteressi di quello che chi frequenti pensa di te?
Non invidio i tuoi amici.
Fabrizio, carina la citazione, grazie.
Esprimo il tuo stesso dubbio nel post (verso i due terzi), ho già risposto a commenti simili; condivido l'obiezione, corro lo stesso il rischio.
Io mi interesso, ma non ho bisogno di continuare a giustificarmi, ma tu fa come se fossi a casa tua ;)
Mafe, tu ci hai guadagnato a metterla in piedi, Grazia ha una pubblicazione per cui non deve pagare quasi nulla, mentre dei poveri cristi che non hanno ben capito come funziona il mondo, invece di farsi un blog collettivo per i cavoli loro (come potrebbero e come forse dovresti consigliare loro di fare) vi sfamano entrambi aggratis.
Io lo trovo un disonesto e immorale sfruttamento del lavoro altrui. E passi per Grazia, ma le tue borsette griffate son fatte di pelle umana, per dirla alla Fantozzi...
Ma e' soltanto la mia personale opinione.
Tu certamente hai la coscienza tranquilla - grazie alla famosa autostima che solo un genio come Goetz poteva non aver notato - e di certo continuerai a raccontare a te stessa e al mondo di essere una benefattrice che lavora solo per far crescere le comunita' in Rete.
Ma certo... cosi' come i bloggher Tramezzinari scrivono sui giornali in modo del tutto disinteressato, solo per migliorare l'informazione in Italia.
Il mondo on line italiano e' fatto di Francescani e di Suor Terese di Calcutta. Eccome no...
Ciao, Fabio.
Eccoti servita, non che abbia letto tutto sto popoì di commenti eh. L'accoppiata Zanz-Metitieri del resto stenderebbe un toro in corsa. Il prossimo manifesto nel 2012 ok? :)
Quasi lapalissiano direi...
Quasi ho detto...
Mante, mi spiace dover stroncare il tuo solito, straordinario e brillante acume, ma io questo zanz non so manco chi sia e stavo cercando di fare dei discorsi seri.
Poi, come al solito, arriva il bloggher di turno che deve fare lo spiritosone e manda tutto in vacca.
E poi il troll sarei io...
Ciao, Fabio.
"Questo" Zanz? Ma un po' di educazione e rispetto per gli altri no eh?
ho sempre creduto che bastasse il buon senso.
ma evidentemente il buon senso e la buona fede sono assolutamente soppravvalutati e praticandoli si corre il rischio di passare per ingenui e creduloni, anzichè per personcine dotate di etica.
Aprirei una lista di sottoscrittori palesi del MaFE-niFesto, ma temo di taccierebbe di autoreferenzialità e creazione di gruppetto chiuso.
Fabio, gli ospiti di Grazia hanno già un loro blog: un tempo eri un professionista e ti informavi prima di criticare.
L'ultima borsetta acquistata era di vernice, comunque.
Massimo, facciamo nel 2038.
pm10, no, ti prego, i sottoscrittori no :D
Che pistolotto da chierici. Passi per il processo di veltronizzazione di tutti quanti, ma non esiste niente di più ipocrita di un manifesto, per quanto sgangherato, delle buone intenzioni. Zagreo
Mafe, sai bene che se a darmi del "non professionista" sei tu non puo' fregar di meno...
;-)
E io parlavo di un loro blog "colllettivo", non di blog singoli. Non fare l'indiana.
E... per curiosita', quante borsette hai?
Ciao, Fabio.
mafe, la mia era una domanda ad alta voce che non ha bisogno di risposte pubbliche. puoi provare a rispondere a te stessa che è più importante. tanto a me ripeteresti che volevi mettere nero su bianco il tuo codice di comportamento. pat
Anonimo-Pat, in realtà questo post nasce dal fatto che ci hanno offerto dei soldi per parlare di un prodotto sul blog; un po' incuriosita, ho scoperto che ci sono un po' di blogger che chiedono di provare prodotti o di avere regali in cambio di un post sul loro blog e ho sentito il bisogno di dissociarmi.
Vedi? Basta chiedere.
Pensa che io invece adoro Heather B. Armstrong. Grance capacità di reinventarsi la vita, di creatività, di capacità si scrittura. E' meravigliosa.
Solo che in Italia si va avanti con l'improvvisazione e chi non sa cosa sia l'arte della scrittura unita a marketing e comunicazione al posto di far successo scatena un putiferio nei commenti. Dooce per me è un caso di successo e non un caso di comportamento non etico.
Punti di vista.
Poi il bianco e il nero, i buoni e i cattivi lasciamoli ai pensieri dei bambini. La realtà (anche la tua) è molto più sfumata.
Pat
FINALMENTE, UNA BLOGGHER PENTITA CONFESSA IN PUBBLICO QUELLO CHE SAPEVAMO E CHE AVEVAMO DENUNCIATO DA UN ANNO E MEZZO, ACCUSATI DI ESSERE DEI TROLL:
MAFE dice QUI sopra:
"in realtà questo post nasce dal fatto che ci hanno offerto dei soldi per parlare di un prodotto sul blog; un po' incuriosita, ho scoperto che ci sono un po' di blogger che chiedono di provare prodotti o di avere regali in cambio di un post sul loro blog"
E ci arrivi adesso, Mafe?
Io non tengo archivi sui miei interventi in Rete, non ho tempo, ma se cerchi in Google scopri che di Sindrome del Tramezzino ho parlato prima dell'APRILE del 2006.
Un anno e mezzo fa. E tu, che facevi, mentro io denunciavo il diffuso piccolo (per fortuna) e meschino malcostume, dormivi?
Un anno e mezzo fa, APRILE 2006, mi cita scherzosamente Morbin, in questo suo post sui Tramezzini, facendo riferimento a UN MIO COMMENTO SU MANTEBLOG che evidentemente e' scomparso... e, se ben ricordo, non era il primo che avevo scritto sui Tramezzini.
Io denuncio questi fenomeni ormai da due anni, piu' o meno.
E Mantellini, uno dei bloggher che sostengono di avere migliorato l'informazione in Italia, a quanto pare cancella i miei commenti, FALSIFICANDO persino gli archivi della memoria storica in Rete.
E, OK, Mafe, tu te ne tiri fuori, perche' non ti vendi, dici.
Ma, per curiosita'... quante borsette hai? E (questa, sul serio, per mia personale curiosita') quante, divise per griffe?
E, piu' seriamente. Quale percentuale del tuo reddito deriva da Grazia, diciamo negli ultimi 12 mesi?
Certo, son tuoi fatti privati.
Ma se dichiari certe cose pubblicamente rispetto al tuo impegno di promuovere le comunita' in Rete, per il bene della Rete e gratis, come dici da anni, tenendo separato questo dal tuo lavoro, e soprattutto dalle PORCHERIE che stanno facendo o cercando di fare i bloggher, e che tu non fai, come dici in questo "brilante" manifesto...
Be', vedi tu... preferisci essere mastelliana (o magari bobocraxiana), oppure trasparente?
Allora, quanto del tuo reddito arriva da Grazia e da lavori collegati o conseguenti?
Ciao, Fabio.
Fabio,
devi avere la glicemia un po' alta. Come sai benissimo io sul mio blog devo aver cancellato al massimo un paio di tuoi commenti nel quali mandavi affanculo altri commentatori ( e quando e' accaduto sei sempre stato avvertito della cancellazione) , per il resto, e per questa ragione andro' in paradiso di sicuro, mi sono tenuto ogni tua illuminante considerazione a futura memoria. (approfitto dell'ospitalita' di Mafe e Vanz solo per stavolta perche' sai che da me vige l'aurea anorma di lasciarti parlare al vento.
hehe Fabio, si scoperchia il vaso di Pandora. Non mettere in crisi le blogstar non è bello.
Fabio, non capisco perché ti scaldi tanto se qualcuno arriva a conclusioni simili alle tue (anche se hai sempre sbagliato bersagli, ma vabbè). Tu ti preoccupi che i blogger vengano invitati come giornalisti al posto tuo, io mi preoccupo che diventino pubbliredazionali circolanti. C'è una bella differenza.
La percentuale di Grazia sul fatturato della mia società negli ultimi 12 mesi (società per cui lavorano 5 persone) è intorno al 2%; la percentuale sul mio reddito sarà di conseguenza.
Anche se fosse il 45%, continuerei a essere orgogliosa di aver dimostrato che dinamiche spontanee di community possono emergere anche in ambito editoriale. Vai su Grazia e verifica con i tuoi occhi (direi che non ci sei mai stato).
In quanto alle borsette, se davvero credi che io possa permettermi di collezionare It Bag, sei davvero un boccalone, lasciatelo dire.
a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina. credo solo alla seconda parte della tua risposta, mafe, e cioè che per curiosità hai letto le chiacchiere sull'argomento pubblicità sì o pubblicità no sui blog personali ehai voluto dire il tuo parere.
ma chi è la persona che investirebbe soldi in un blog non monotematico, dichiaratamente di cazzeggio e i cui post portano sempre a discussioni di questo tenore? capisco pubblicizzare cibo e pentole sui blog di cucina. ma qui cosa vuoi pubblicizzare? crema antirughe, cerette, tutta la gamma mac, ristoranti di pesce? mah! già qui si portano a conoscenza dei gentili lettori libri, conferenze, forum, corsi di formazione. sei già imprenditrice tu. vuoi pure pubblicizzare prodotti e servizi di altri? chi si farebbe pubblicizzare da chi ha già una azienda propria?
Pat, mi stai dando della bugiarda? Accomodati.
Ci sono altri interessati a far brutta figura in cattiva fede? Qui c'è posto per tutti ;-)
io se davvero è il caso di preoccuparsi di qualcosa mi preoccuperei di quanti giornalisti siano pubbliredazionali circolanti, cioè quante persone pagate per scrivere secondo un codice deontologico che implica obiettività e trasparenza siano disposti a vendere i loro servigi di PR (spesso per molto poco, il che è indice di quanto valga oggi una penna in vendita).
i blogger sono persone qualunque che non hanno alcun obbligo formale di trasparenza se non quello dettato dalla propria coscienza: trovo piuttosto squallido che un blogger venda un'opinione favorevole su un prodotto, ma mi pare assai più grave se a farlo è qualcuno le cui opinioni sono pagate dai suoi lettori per essere obiettive - e ancora peggio certificate come tali da un Ordine che sa benissimo quello che accade.
cosa che se non fosse ridicola sarebbe tragica.
dubito ergo sum. vorrei conoscere l'imprenditore che vuole investire in un blog autodefinito di cazzeggio, i cui titolari sono anche imprenditori con propri servizi che presentano ai propri lettori e con questo tipo di commentatori. voi già avete i vostri libri, le vostre conferenze, i vostri corsi di formazione i vostri progetti di community e non so cos'altro. chi vuol pagare per farvi parlare ancora d'altro?
Chiedo scusa... potrei cortesemente avere maggiori informazioni sul libro di racconti erotici.. sarei sinceramente curioso di leggerli :-)
S.
e perché esplicitare il proprio codice se già non si vedono mai pubblicità qui se non delle cose a cui partecipate personalmente come professionisti o consigli gratuiti su cose da voi provate e che vi sono piaciute (o anche no) come ristoranti, locali di jazz o altro e si capisce benissimo dal tono che è tutto gratuito?
Mafe, Vanz, Mante... Si scoperchia il vaso del Pandoro, come dice Goetz, e in difesa voi partite con le solite insinuazioni, le solite banalita', le solite palle.
Mafe, io non vado a conferenze stampa da alcuni anni, ci vadano pure i bloggher. Quando mi invitano come relatore ai convegni - questo lo sanno tutti - rifiuto, dal 1995. Che ci vadano pure i radiologi, a parlare di informatica e di comunicazione ai convegni.
I miei interventi sono sempre stati centrati sulla qualita' dell'informazione in Italia, che i bloggher sostengono di avere migliorato, e stop. Non mi sento per nulla in competizone con loro e lo sai benissimo. Sei in palese malafede.
Vanz... sei cosi' banale che ti invidio, come direbbe l'assessore Cangini. Certo, i publiredazionali li fanno tutti e quindi va bene se li fanno anche i bloggher. Bravo.
Mante... purtroppo non ho tempo di tenere un archivio di tutto quello che scrivo on line. Ma e' parecchio che non mando affanculo nessuno sul tuo blog, tu ogni tanto comunqe mi censuri, e, soprattutto.... ma quando mai mi avvisi??? Mi hai scritto una mail il 23 settembre scorso, per informarmi di un fatto grave, e, credo, forse erano due o tre anni che non ricevevo mail da te. Forse anche quattro.
Ciao, Fabio.
Ognuno è libero di fare del proprio blog ciò che ritiene giusto, io seguo blog "leggeri" come quello di eio che è molto gradevole da leggere e altri cosiddetti professionali. Io so cosa aspettarmi dal blog di eio e quando voglio passare qualche minuto in allegria so dove andare. So anche cosa aspettarmi quando leggo blog tematici di diverso argomento.
Ci sono due gli atteggiamenti che mi irritano e che trovo molto ipocriti: 1) chi predica il libero cazzeggio, predica la cultura dell'economia del dono e della scrittura disinteressata e poi utilizza de facto il proprio blog come strumento promozionale. Trovo molto normale la domanda di Pat, perchè un'azienda dovrebbe "investire" in un blog di cazzeggio? Io non ospito pubblicità, mi ritengo profondamente indipendente, ma non ho problemi a dire che il mio è un blog che ha un fine, è il mio strumento relazionale. Quando si è trasparenti non ci sono problemi. Non è un problema schierarsi, se lo si fa apertamente.
2) Mi da anche profondamente fastidio l'atteggiamento snobistico di chi si isola dalla blogosfera cosidetta commerciale, come se ciò fosse una colpa. Ognuno ha i suoi pubblici. Mauro Lupi parla spesso del proprio lavoro, il suo è anche un blog promozionale (nel senso migliore del termine) , ma lo fa con una tale leggerezza e con un tale buon gusto che credo nessuno abbia qualcosa da dire.
Ritengo profondamente sbagliato che qualcuno si debba costantemente giustificare, i casi sono due o le persone sono sempre e costantemente in malafede, cosa che io non credo o non si è stati sufficientemente chiari. Non sono in mala fede, forse sto facendo una brutta figura con questo commento, correrò il rischio, ma a me questa discussione sta a molto a cuore e a scanso di equivoci vorrei dichiarare che non è una questione personale, ho solo delle opinioni diverse e le sto qui esprimendo, firmandomi con nome e cognome, come mia abitudine.
Goetz, una volta tanto sono d'accordo con te.
Ognuno e' libero di usare il proprio blog come gli pare, ma non, contemporaneamente, di raccontare palle sul fatto che il suo blog serve unicamente per rivoluzionare il mondo, per migliorare l'informazione e per il bene dell'umanita' tutta.
E, i bloggher, piu' parlano di economia del dono e di quanto sono belle e pure le comunita', e piu' si capisce che sui doni ci fanno soldi e sulle comunita' pure, e senza proprio nessuna redistribuzione dei doni nelle comunita' che sfruttano.
E piu' magnificano le licenze Creative Commons e piu' li vedi che si inventano libri di moda da pubblicare rigorosamente sotto copyright.
E, ancora, piu' raccontano che i giornalisti son tutti veduti e che quindi l'unica, vera disinteressata informazione e' la loro, e piu' ci si accorge che scopiazzano, parlano e scrivono di tutto senza saperne un tubo, mentre in realta' cercano solo di vendersi al primo offerente e si spalleggiano a vicenda per avere piu' visibilita' e per poter chiedere piu' Tramezzini.
Insomma, se c'e' chi il blog lo vuole usare per autopromuoversi o per fare publiredazionali (cha tra l'altro, Vanz, sono del tutto leciti, quando dichiarano di essere tali), ma che lo faccia, a me non me ne puo' fregar di meno.
Ma se viene pure a raccontarci di essere un disinteressato idealista, un rivoluzionario, mentre tutti i non-bloggher sono incompetenti e venduti, be'... Allora le critiche sono piu' che lecite. Sono dovute, direi.
Ciao, Fabio.
I permalink ai commenti riportano l'ora, ma non il giorno... io lo segnalo, se potete/volete cambiarlo ben venga...
Fabio tu una vaga idea di cosa sia l'economia del dono la hai?
Stupirsi perché chi basa una qualche attività sulla economia del dono guadagni denaro è una idiozia: cosa credi che gli aborigeni che vivono in comunità basate sulla economia del dono muoiano di fame?
Ti consiglio il volume di Mauss sull'argomento la cui lettura ti permetterebbe di parlarne con un minimo di conoscenza dell'argomento.
bob
Mi rendo conto che i commenti di Metitieri attirano altri commenti, ma - per il bene di chi passa e approva il contenuto dei post e la discussione sana che vi si sviluppa - non si potrebbe bannarli almeno di tanto in tanto?
Ecate / Francesca
Cara Mafe e commentatori. Rimango sgomento a vedere che nel XXI secolo ancora la medioevale papista santa romana italia vede il diavolo in ogni luogo.
Vi invito a riflettere che ogni qualvolta nascono queste discussioni il concetto che si sottintende è che il denaro come il commercio è il "male". San Tommaso d’Aquino diceva che il denaro "avesse in sé qualcosa di vergognoso".
Con questa scusa nel medioevo abbiamo riservato il "mestiere" dell'usura agli ebrei e a causa di questo motivo 1000 anni dopo abbiamo acceso i forni e ce li abbaimo ficcati dentro.
I puri su questa terra non esistono e ricordatevi che spesso i "puri" di questa terra predicano la morte per gli altri, vedi fanatismo islamico o repubblica dell'iran.
In conclusione penso che in questo paese illiberale e bigotto si dimentica troppo spesso che la libertà di scelta degli altri è un valore molto più importante della nostra morale personale.
Come qualunque animale di questa terra la libertà e non la morale vale più della propria vita.
Questi commenti sono davvero divertenti, superano in esilaranza il vociare delle madri fuori della scuola.
x Fabio: blogger si scrive senza acca.
x Pat: Dubito ergo sum è la cosa più triste che abbia mai sentito in vita mia. ("A Pensar male si fa peccato ma spesso si indovina" almeno ha un tocco di provincialismo che dà colore). Deve essere duro vivere così.
Cara Vale, la frase che ti sembra provinciale è di Giulio Andreotti a cui tutto puoi dire ma non che sia provinciale o di fine intelligenza. L'altra era una battuta in risposta a precedenti scambi di idee con Mafe in cui lei stessa ammette di avere sempre il beneficio del dubbio di fronte al suo interlocutore. I dubbi ce li ho anche io di fronte ai miei interlocutori e comunque non vivo di certezze da tempo.
Tu Vale linki Dooce nel tuo sito. Non è un caso di blog personale trasformato in azienda con cui vivono marito e moglie? A me piace quel blog. Non ci trovo nulla di scorretto e di poco etico.
Il dubbio che avevo (come già detto) è sull'ipotesi che qualcuno possa offrire soldi per esser pubblicizzati nel blog di "cazzeggio" di proprietà di due soci che hanno già altre attività imprenditoriali. Trovo l'idea alquanto bizzarra. Non vivo male a pensar questo. Lo trovo strano. Soprattutto in un blog che, diversamente dal tuo cara Vale, non crea consensi ma questi putiferi di commenti.
Sono un po' inquietato da come alcuni qui si siano gioiosamente fatti i cazzi privati di Mafe senza ritegno alcuno. Ci mancava solo che si mettessero a parlare dei suoi ex fidanzati.
.
Ma sono anche rassicurato da come Mafe li ha gestiti con leggerezza calviniana, nonostante stessero bulleggiando sulla sua vita.
.
Fossero capitati sul mio blog, duravano 2 commenti e poi li bannavo.
(democratici si', ma non piciu)
CiaoFabio, apri la finestra e fai
OOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHMMMMMMMMMMMMMMMMM
Maurizio, sul perché un'azienda dovrebbe investire su un blog di cazzeggio lo devi chiedere a loro, non mettere in dubbio che il fatto che sia successo. Anche perché la risposta non c'entra niente con i contenuti: molti stanno grossolanamente prendendo i primi 100 su BlogBabel, ed ecco fatta la pianificazione (o l'articolo).
Dooce ha fatto benissimo a trasformare il suo blog in una testata, come gà Engadget e tanti altri, ma credo che sarebbe la prima ad ammettere che nel far questo perdi spazi di libertà (e lettori che preferiscono i blog perché privi di pubblicità vistosa).
Non penso che vendere il proprio blog in modo trasparente sia una colpa o una vergogna.
Io non voglio vendere il mio, perché la mia vita à già invasa dal mercato e ci tengo a tenere una zona temporaneamente autonoma (cit).
Se qualcuno in questo legge pretese di idealismo o di rivoluzione, beh, ognuno leggendo mette del suo, le mie parole sono abbastanza chiare.
AleRoots, grazie della segnalazione, come vedi il template è ancora in alto mare ;-)
Ecate, bannare ci dispiace, ma farò qualcosa di meglio: non risponderò più a noti provocatori, vedrai che il rumore così si sgonfia in fretta.
Tickling you, si chiama Hard Blog, è ancora in libreria o su IBS:
http://www.internetbookshop.it/code/9788804546573//hard-blog-diari.html
(uuuuh, guarda, la Mafe si fa promozione sul suo blog e si sporca le manine)
Pat, "beneficio del dubbio" vuol dire il contrario di "dubito ergo sum".
Vuol dire partecipare a una conversazione dando per scontato - nel dubbio - che l'interlocutore sappia cosa sta dicendo e sia in buona fede nel dirlo. Per questo si chiama "beneficio".
Mafe, ho riletto il tuo post per cercare di capire una cosa, ma non l'ho capita e te la chiedo.
Tu sei una che fa(ceva) marketing per le aziende, come scrivi.
E dici che sei invitata come ricercatrice? In che senso, nel senso di scienziato??
ciao ciao integerrima donna:)
oh mafe, "dare per scontata la buona fede e la consapevolezza, nel dubbio". Cos'è? un ossimoro?
ok ok io sventolo bandiera bianca.
però siamo d'accordo sul fatto che un piano (?) di investimenti in comunicazione, come sopra descritto, è un po' avventato e bizzarro, no?
fai bene a non vendere i tuoi spazi così.
e a non venderli a nessuno vista la varietà di argomenti privati, politici, di giudizio su prodotti tecnologici usati e visto che tu e vanz siete imprenditori e non solo blogger.
la vostra scelta è coerente con i vostri contenuti.
così come non trovo non etico che i food blogger facciano pubblicità.
alla fine è come scoprire i pelati mutti e la pasta garofalo al corso di cucina, dove non ci sono slogan, ma li trovi lì sul banco pronti per esser cucinati e assaggiati, li trovi buoni e poi li compri al supermercato.
Vedi Mafe, permettimi di dirti che tutto questo putiferio è nato da una non corretta gestione delle dinamiche relazionali di un blog che è personale, ma che parla anche di temi professionali creando qualche confusione (Non sono io a dirlo, ma i fatti). Cosa avresti fatto se si fosse trattato del blog di un tuo cliente, alzato le spalle come Mantellini, dicendo, chi sa sa e chi non sa non sa? Il problema a mio avviso è che tu non ami molto il mondo del marketing, della comunicazione e lo si evince molto bene dal tuo blog, ma poi lo frequenti, consulenze, convegni a pagamento e docenze pagate. Utilizzi spesso un linguaggio ideologizzato che io ritengo improprio. Credo che tra integrità, trasparenza, coerenza, indipendenza ci sia uno stretto legame, ma i termini sono ben diversi. Parli di vendere il blog usando toni utilizzati nel meretricio e tu sai bene quanto oggi il marketing e la comunicazione ambiente di cui tu volente o nolente fai parte perchè è il tuo mercato di riferimento viva un problema di credibilità. Si confonde marketing, con markette, pr con adescamento.
Lo sappiamo molto bene che tu, come me e come altri professionisti, vendi dei servizi professionali e quando presti consulenza non si acquista il tuo blog o la tua indipendenza, ma questo, purtroppo, oggi deve essere dichiarato, perchè non è la normalità. Non credo che nessuno ti abbia mai accusato di poca integrità e la percezione che si ha dal tono dei tuoi post e un continuo mettere le mani avanti, perchè? Quello che io invece ti rimprovero è quindi la mancanza di sicurezza che ti porta a non essere indipendente, perchè credimi, si vede molto bene che spesso scrivi per compiacere e questo è un problema per chi svolge attività professionale. I tuoi post vengono letti sia dai tuoi amici e sia dai tuoi clienti.
Forse io mi sbaglio, forse le tue intenzioni sono totalmente diverse, ma quando si comunica si a sempre a che fare con le percezioni. Torno a ribadire che per me questa è una discussione importante, che mi appassiona e che non riguarda te in quanto persona, ma per il contesto che hai creato. Non sto scrivendo qui come qualcuno può pensare per farmi i "cazzi tuoi", ma perchè ritengo che tu puoi rettificare, dimostrando al mondo aziendale, che si può comunicare in modo etico senza abbassare le braghe, che i temi etici riguardano profondamente il mondo del business ecc. Alla fine io non la penso molto diversamente da te nella sostanza, ma è sulla forma che non sono d'accordo. Vorrei che la gente cominciasse a pensare che se anche tu volessi fare promozione sul tuo blog della tua attività non ci sarebbe nulla di male, basta dirlo.
"Dubito ergo sum" ha un significato sinistro solo per chi non ha mai letto Agostino, e financo Cartesio. Anzi Cartesio, se ben ricordo, faceva del dubitare una pre-condizione del pensare, quindi dell'essere. Zagreo
boh/Orientalia4All, metà del post parla della difficoltà di definirsi; non so in italiano come si definisce chi, oltre a vendere la propria competenza alle aziende, fa ricerca (non scientifica) per sè, per scrivere un libro, un paper, per curiosità.
Ricercatrice mi sembrava una buona approssimazione :-)
Maurizio, appunto? Basta dirlo, e io ho detto che non lo faccio (credermi è un'altra storia, come correttamente rilevato da molti).
Sbagli a pensare che io non ami il mondo del marketing: io ho una profonda passione per il mio lavoro e continuo a pensare che ci sia una strada etica alla comunicazione aziendale, ma ammetterai che questa strada non viene perseguita da molte aziende. Certo che qui parlo anche di temi professionali, ma vorrei - se possibile - parlarne off the records, anche con quei clienti che sono diventati amici. Se non è possibile, smetterò di farlo.
Dici che spesso scrivo per compiacere? Quando? Chi? Mi sarebbe utile saperlo, magari con un po' di precisione, che a essere vaghi si aumenta solo la confusione.
Scusate.. ma Fabio Meltitieri è quello che ha tradotto "Guida a Frontpage 97"?
Mafe, te lo dirò in privato, perchè per me non è ora la cosa più importante, quanto affrontare i temi di cui abbiamo parlato attraverso una conversazione di cui mi ritengo soddisfatto. Sono convinto che il doppio binario del tuo blog ti abbia creato tutti questi problemi. La soluzione per me sarebbe quella di creare due blog separati, ma è un pour parler, a margine del discorso.
Su una cosa ho sbagliato, rendere pubblico e condividere sono due cose diverse, ha ragione Roberto.
Maurizio, al doppio blog stiamo lavorando, più che altro perché Daimon non ha un sito da due anni, il che è grottesco ;-)
Però tu hai una tendenza alla drammatizzazione che davvero non mi appartiene, non è che io abbia "tutti questi problemi", volevo sollevare un tema, l'ho fatto, diciamo che tendo ad annusare l'aria (è un annetto che parlo di questi temi) e i problemi a prevenirli ;-)
Grazie Zagreo. Non ho ancora ben capito chi tu sia (o voi siate...e in questo caso chi dei tanti si sia firmato così). Ma se facessi un appunto anche sul provincialismo della frase di Andreotti mi faresti un regalo oggi!
E se facessi un appunto di italiano ortografia e grammatica, visto che qui esistono "matite rosse e blu", mi faresti un regalo doppio.
Gentilissimo oggi.
..EHM, esattamente, che mi sono persa?
M.
A dirla tutta, Mafe, (e siamo arrivati a 121), non credo che Dooce perda la sua libertà.
I racconti sulla bimba e sulla sua vita privata non vertono su prodotti. Ci sono dei post sulla sua vita familiare assolutamente senza link e quelli sono il motivo per cui la leggo e nel mezzo racconta storielle con in mezzo Dora, l'allevatore di cani, del tool per fare gli header del sito, poi da questo viene fuori il libro per bambini, l'articolo sul giornale, il discorso ad una conferenza e raggranella di qui raggranella di lì si paga l'assicurazione sulla salute. Tutto qui. I post sulla sua bambina o sulla sua vita americana sono di sentimenti e non di prodotti. Non credo che perda libertà. L'argomento centrale del blog non perde valore se ogni tanto parla del pupazzo dora.
Sarà particolarmente brava lei ma io la trovo meravigliosa.
Così come trovo insopportabile il modo in cui vengono pubblicizzate le pentole a pressione in altri siti. Il pupazzo Dora è inserito bene nel blog di dooce. la pentola a pressione è inserita malissimo in un altro blog.
Credo che lo stile, la capacità di scrivere bene, la creativià, la capacità di comunicare facciano la differenza.
Pat, ma certo lo stile e la creatività fanno la differenza. Se rileggi il mio post io non ho niente in contrario a parlare di prodotti su cui ho una qualche competenza, lo faccio in continuazione, se me li mandano l'unica differenza è che non li ho scelti io.
Quando parlo di libertà parlo di qualcosa di più sottile, devo davvero spiegarlo?
Io ogni tanto qui recensisco un film. Se guadagnassi 100 euro ogni volta che ne recensisco uno non sarei più libera di fregarmene se non ho niente da dire, mi sembra lapalissiano. Una settimana scrivo 5 post, una settimana nessuno. Se quando non ne scrivo nessuno i visitatori crollano posso fregarmene: se dai visitatori viene il mio reddito, no.
Mi sembra molto semplice e non ha niente a che fare con il moralismo, lo snobismo nei confronti dei soldi o la separazione tra etica ed economia.
non è così semplice come tu lo descrivi e tu lo sai.
sì ma infatti il tuo manifesto vale per la tua situazione personale e non è universale. tu tramite daimon arrivi a presentare il "meet media guru"; dooce arriva alla conferenza attraverso il blog.
c'è chi ha una società attraverso cui comunica e un blog a parte per chiacchierare e chi usa il blog per raccontare e viverci con attività correlate che vanno dalla conferenza al libro all'articolo e ai post pubblicitari.
ma non c'è neanche una distinzione così netta tra il tuo blog e daimon. sono linkati. è poi una tua scelta personale parlare di argomenti privatissimi qui. sarebbe una scelta stupida deli investitori investire qui, così come non è stupido investire sul blog di dooce che ha logiche diverse. la tua scelta non è più trasparente di altri. è una scelta coerente con le tue attività. ma non è più trasparente il tuo e un errore quello degli altri.
"Questo blog è uno spazio personale e non sarà mai in vendita, neanche per il miglior tramezzino del mondo. Chi vuole vendere il suo blog e la reputazione con esso guadagnata, è liberissimo di farlo, ma per favore, non mettetemi (non metteteci, che il Maestrino sottoscrive) nello stesso campo da gioco."
in questa frase c'è un giudizio sulle scelte degli altri oltre al pippone del tuo manifesto.
io condivido il tuo manifesto per il tuo caso personale ma non la chiusura del post.
oppure non c'è un giudizio e volevi solo ulteriormente chiarire che non sei pagata per parlare del ristorante di pesce? ma guarda che dal tono e dal modo in cui ne parlate si "sente" che non siete pagati per farlo.
Questo post è stato eliminato dall'autore.
Non c'è un giudizio. Ci sono molte gare che sono sia amatoriali sia agoniste: gli atleti hanno pettorali diversi.
Voler chiarire che in questo campionato non sto giocando nel girone dei blogger professionisti non mi sembra implichi un giudizio nei loro confronti, giudizio che non potrebbe che essere personale e caso per caso.
Mi fa piacere che si percepisca che non siamo pagati per scrivere, ma il problema non sono tanto i lettori. Leggere il post di Suzukimaruti può aiutarti a inquadrare meglio il contesto "professionista della comunicazione via internet con blog personale".
ho letto suzukimaruti. non immaginavo questo tipo di pressioni da clienti illuminati.
a me (che non sono imprenditrice) sembrava impossibile che qualcuno (cliente ancor peggio) potesse chiedere a te, mafe, di scrivere sul tuo blog personale :-) (anche se tutte le tue attività non sono nettamente separabili per la tua reputazione ma per le tue fonti di guadagno sì).
io in modo logico capisco il tuo manifesto per l'uso del tuo blog personale. evidentemente la cosa non è così chiara per i tuoi clienti da consulente.
sono culture diverse. ma succede anche con i clienti giovani? spero di no. i marketing manager trentenni ti fanno questi discorsi, mafe? speriamo di no.
che tristezza!
e ci sono blogger/consulenti che usano il blog personale per parlare di "fatti" professionali? che tristezza anche questa!
Se alla mia domanda sul perché di questo post al posto di rispondermi così: "Anonimo-Pat, in realtà questo post nasce dal fatto che ci hanno offerto dei soldi per parlare di un prodotto sul blog; un po' incuriosita, ho scoperto che ci sono un po' di blogger che chiedono di provare prodotti o di avere regali in cambio di un post sul loro blog e ho sentito il bisogno di dissociarmi.
Vedi? Basta chiedere."
mi avessi detto che i clienti dei consulenti appena sentono "blog" fanno pressioni e scambiano i ruoli consulente/blogger, al posto di 132 commenti la discussione sarebbe terminata prima.
ovvio che il ruolo di free-lance che accettano di parlare di alcuni prodotti non c'entra nulla con la confusione di ruoli fatta dai "clienti". Sono posizioni estremamente diverse. Comprensibili le prime, deprecabili le seconde.
Mafe, grazie della risposta, io ho domandato ricercatrice in cosa, in che senso.
Non trovo né interessanti né noiosi i tuoi studi, a dire il vero, piano con l'io ipertrofico:) mi chiedevo solo come facevi a definirti ricercatrice o a essere invitata come ricercatrice.
Infatti non mi pareva che fossi una studiosa o uno scienziato.
Ma ok ora ho capito. E' un modo di dire, visto che hai insegnato.
ciao ciao:)
Pat, non sono i miei clienti attuali (grazie al cielo), ma i potenziali. Come sembri intuire non è poi così facile, dall'esterno, separare i piani.
Un anno fa era "dove trovi il tempo per il blog personale" adesso è "ma potresti parlare di noi sul tuo blog personale"?
Boh/Orientalia, lieta che tu abbia capito, anche se non mi sembri convinta. Non so che titoli ci vogliono per essere definita una "studiosa", vuoi aiutarmi?
Mafe, con "ricercatore" nel mondo delle professioni si intende normalmente un laureato che ha terminato o sta facendo il dottorato di ricerca (phd), o svolge regolarmente attività di ricerca per università, o centri studi.
Non trovo quindi particolarmente appropriato l'uso del termine ricercatore per definire la tua attività.
Ciao,
volevo segnalarti il sito www.webarchia.org
E' un gioco online di democrazia diretta.
Se vuoi parlane nel tuo blog, in modo positivo o negativo, io non ti pago di sicuro! :-)
Potrebbe diventare un progetto interessante...
Ho fatto tesoro dele vostre osservazioni e corretto il post; se qualcuno mi aiuta a trovare un sinonimo di "ricercatrice" che non implichi carriere universitarie mi farebbe comodo.
Cosiderato che studiosa presuppone altro, un bel termine del '900: esperta. Zagreo
Mi sono letto il manifesto dei maestrini, ho letto anche ogni singolo commento. Condivido in pieno il punto 3 e i relativi items.
Se "qualcosa" mi soddisfa (prodotto o servizio) sono il primo a promuoverlo, ma se fa schifo o è pessimo non ci penso due volte.
Considero persa una parte di reputazione personale se la mia promozione non rispetta il vero, con tutte le considerazioni del caso sulla variabilità nel tempo della produzione e dell'offerta di servizi.
Chissà.. forse è per questo che non ho telefonini o prodotti enogastronomici da provare. I primi li odio e sarei incredibilmente severo, i sughi me li faccio in casa :)
In merito ai commenti avrei qualcosa da dire sulla "insostenibile leggerezza" dei titoli e appoggio quanto scritto da zanz.
C'è un ovvio coinvolgimento: ho una laurea e un master, sono iscritto all'albo dei giornalisti come pubblicista, ho contratti di lavoro (..e mi auguro non solo) che attestano la mia attività di docente nel contesto universitario e non solo, svariate e variegate attività professionali.
I titoli sono "convenzioni".
Questi titoli attestano abilità e determinate esperienze su campo. Alcuni si conquistano con l'impegno negli anni e sono ben definiti, altri rientrano in definizioni un po' vaghe. Alcuni nascono e vengono utilizzati così come sono, altri vengono definiti a monte ma poi l'accettazione finale è vaga.
Nel primo gruppo si possono collocare i titoli accademici o più in generale di studio. Nel secondo gruppo l'attestazione di abilità professionali come quella relativa all'attività giornalistica.
Le convenzioni, in quanto tali, cercano di contenere il rumore di fondo, ciò che non rientra in determinati standard.
Vuoi una laurea? C'è un percorso di studi, esami da sostenere, abilità da dimostrare, ecc.
Ti piace l'attività giornalistica? Ci sono vari percorsi formativi, esiste un albo al quale registrarsi sulla base di determinati requisiti, "investiture" legali, tasse annuali da pagare, regole da seguire, etica.
Essere "esclusi" non significa non valere, non essere abili e non avere capacità. Vuol dire semplicemente non rientrare in tali convenzioni. Questo a prescindere dal fatto che si possa realizzare opere di ingegno notevoli come outsider.
Terminato questo lunghissimo pippone e seguendo Mafe da diversi anni, le suggerirei di usare il termine "scrittrice" al posto di "giornalista" in quanto non è iscritta all'albo ma è autrice di diversi testi con tanto di codice ISBN. Ci può stare "esperta e docente", ma "ricercatrice" no. E' completamente azzeccato il termine "blogger" anche se non esistono convenzioni per dare una definizione netta e pulita di cosa sia un blogger.
IMHO, ovviamente.
Quello che tu, mafe, chiami "ricerca" fa parte delle attività quotidiane della consulenza. Pure io, quando avevo da lavorare, studiavo tutti i giorni e facevo ricerche per scrivere documenti e newsletter sui finanziamenti europei (in particolare) e testi per le pagine internet "Europa" degli Enti locali. Vuol dire esser consulenti. Che poi il consulente passi le giornate a far ricerche per i clienti o per se stessa fa parte dell'attività. Nel CV io scrivo consulente.
poi sotto la voce consulente specifico che scrivo testi per le pagine internet degli enti locali e studi di prefattibilità sulle opportunità di finanziamento in base alle esigenze di investimento dei clienti o scrivo slide per i corsi di formazione sempre sulle opportunità di finanziamento europei aperti agli enti locali.
Sono d'accordo con Pat. Se posso permettermi, sostituirei docente, con formatore che è un termine più ampio, scrittore con autore, abolirei il termine ricercatore, che come è stato detto ha una connotazione molto precisa e valorizzerei il ruolo di consulente.
..è come prendere un workshop banale che tratta temi di marketing, farlo a numero chiuso (10 persone) e chiamarlo Barcamp! :)
curiosità: suzukimaruti dice che sui biglietti da visita da professionista pubblica anche il link al suo blog personale, anche voi maestrini?
oops la domanda sui biglietti da visita è mia
Daniele, concordo abbastanza con il tuo intervento sull'abuso dei titoli, salvo che per una cosa.
Scrittore? Io dopo due libri pubblicati in diverse versioni e venduti in piu' di 16 mila copie non oserei mai definirmi scrittore, se non aggiungendo "di testi divulgativi", o qualcosa del genere.
Gli scrittori sono Pirandello e Calvino, non scherziamo... E non dare cattive idee a Mafe, che su queste cose proprio non ha bisogno di suggerimenti.
;-)
Ciao, Fabio.
Daniele, grazie, ho già corretto il tiro. Mi fa piacere che la conversazione si stia spostando sulla definizione di chi ha più ruoli, definizione che io per prima ho posto come problematica. Sinceramente non tengo molto ai titoli: la competenza si dimostra sul campo, il problema nasce quando terzi vogliono o hanno bisogno di incasellarti.
Alla laurea ho rinunciato; la richiesta come pubblicista non l'ho mai fatta per pigrizia (fotocopie, ricevute etc), ma ogni tanto ci penso e non so se ho abbastanza articoli, magari uno bello è di 25 mesi fa e mi impigrisco di nuovo. Che ricercatrice fosse solo qualcuno universitario lo scopro qui, e grazie per l'informazione. Di mio ho un curriculum, finché quel curriculum mi dà da mangiare, potete anche chiamarmi "ehi" ;-)
Pat, la "ricerca" di cui parlo non è ai fini della consulenza, altrimenti la chiamerei "consulenza". Sto lavorando a un libro che non parla né di internet né di marketing, per scriverlo sto facendo "ricerca", non sapevo fosse una cosa fica che puoi dire di fare solo se qualcuno ti incarica (un editore basta??).
Consulente purtroppo è una parola che mi fa senso (non in sè, ma perché è associato a modi di lavorare molto lontani dai miei). Coach (che si avvicina molto a quello che sto facendo negli ultimi mesi) mi piace ancora meno. Insomma, continuerò a balbettare se qualcuno mi chiede che faccio per campare. Come molti altri, per fortuna :-)
Il blog sui biglietti da visita professionali? No, non ce l'abbiamo, abbiamo il numero di ICQ però :D
@Mafe. Mi stupisce che tu wscriva un po' polemicamente "Che ricercatrice fosse solo qualcuno universitario lo scopro qui".
In Italiano, ricercatore/ice è "colui/lei che ricerca", compreso chi cerca sè stesso, chi "cerca l'uomo", etc.
Nel mondo delle professioni ricercatore è, come ho già scritto, qualcuno che fa ricerca regolarmente per una università o un Istituto di ricerca, come può essere il centro studi di confindustria, prometeia, etc.
Nulla ti vieta di stressare il significato e autoappellarti ricercatrice, ma difficilemte sarai compresa dai comuni mortali.
Se quindi il tuo scopo è fare chiarezza non lo stai centrando, il che dovrebbe preoccuparti dato il tuo interesse professionale per la comunicazione.
Anonimo, la polemica la vedi solo tu, tanto è vero che proseguo "grazie per l'informazione".
Ho già modificato il post (lasciando la versione precedente, per correttezza), cosa vuoi di più?
Ho dimenticato di firmare il post precedente. Sono lieto che non ci fosse polemica da parte tua, anche se il tono sembrava ironico. Ma visto che mi dici che così non è, sono felice di aver contribuito alla tua crescita professionale.
E un'ultima nota: per fare ricerca seriamente è necessario conoscere e padroneggiare le metodologie di ricerca quantitativa e quantitativa e di analisi e screening delle fonti che servono a garantire obiettività e scientificità. Altrimenti non si fa ricerca ma opinione. E ci si spaccia per esperti (di ricerca) senza esserlo.
Ragazzi, ma non è che in questo post stiamo pettinando i microbi?
Sulla inutilità di un codice di comportamento mi sono già espresso e nel caso scriverò nel mio blog, ma qui mi sembra che le specificazioni bizzantine sull'uso dei termini mi sembrano abbastanza inutili e spesso fuorvianti.
Professore è chi tiene un corso in una scuola, esistono professori di ruolo e professori a contratto, il termine professore va bene per entrambi. Docente è chi insegna indipendentemente dal fatto che lo faccia alla Normale di Pisa o alla Bocciofila dei tranvieri con un corso sul problema del boccino nascosto. Formatore non so bene cosa sia, a me sembra qualche cosa assurda come colf e operatore ecologico.
Uno che scrive libri è uno scrittore, certo ci sono grandi scrittori e scrittori della domenica, ma sempre scrittori sono.
Chi scrive su un giornale è un giornalista, la legge citata vieta l'uso del termine giornalista professionista o pubblicista, ma chi scrive di abitudine si può certamente definire giornalista, del resto per diventare giornalista bisogna praticare la professione per due anni.
Ricercatore NON ha nessun connotato specifico universitario perché in università si studia come dottorandi di ricerca e si diveta dottori di ricerca. Io ho lavorato tutta la vita un laboratori di ricerca ed ho diretto le funzioni di ricerca e sviluppo di molte aziende e non ho mai ritenuto disdicevole definirmi ricercatore.
bob
@ Roberto dadda. leggi bene i miei due post precedenti sulla definizione di ricercatore.
Ho già spiegato che chi lavora nelle attività peculiari di un centro studi o istituto di ricerca (dunque non solo università) ivi compreso il laboratorio di ricerca cui tu fai riferimento viene considerato ricercatore nel mondo delle professioni.
Se uno scrive un manuale tecnico sull'utilizzo di excel mi guarderei bene dal definirlo uno scrittore, così come uno che cerca conchiglie sulla spiaggia non lo definirei ricercatore se non in contesti particolari (es. ironia).
Zanz la attività di ricerca è indipendente dal luogo dove la conduci, ma è una definizione di attività.
Se hai mai le presentazioni di maria felicita ;-))) sulle dinamiche dei gruppi nelle comunità virtuali è certamente un lavoro di ricerca.
Chi scrive un manuale e ci mette del suo credo si possa benissimo definire scrittore, anche se non suona bene, chi scrive libri creativi lo è di certo.
bob
bravi! ameno con icq non istigate i clienti a richieste strane e se vi pressano almeno non ci avete messo del vostro. sarà solo la loro imbecillità.
Per il Vocabolario Treccani, scrittore e' "chi si dedica all'attivita' letteraria, chi compone e scrive opere con intento artistico".
Per Zanichelli, l'accezione e' appena un po' piu' ampia: "chi scrive di professione, autore di testi in prosa", con come rimandi: "poeta, romanziere, saggista".
Devoto Oli e' piu' restrittivo: "Chi si dedica all’attività letteraria in quanto mosso da un intendimento d’arte".
De Mauro dice: "chi compone opere scritte con intento artistico; chi si dedica all’attività letteraria".
Garzanti, idem: "chi scrive opere con intento artistico; chi si dedica all'attività letteraria".
Laonde.... giusto Pirandello e Calvino, come dicevo, o al massimo saggisti di una certa levatura.
Sull'uso di "ricercatore" i dizionari sono leggermente piu' possibilisti, ma io concordo nel dire che nel linguaggio comune sei ricercatore solo se lavori in una vera struttura di ricerca o, almeno, se pubblichi dei lavori su una rivista accademica.
Poi chiamatevi, pure come vi pare, anche pinguini, in fondo chissenefrega. Ma non stupitevi se poi, quando incontrate un pinguino, questo vi accusa di essere dei boriosi millantatori.
Ciao, Fabio.
Vedo che metitieri concorda con quanto ho scritto.
Mi stupisce che persone come Mafe - non so dadda cosa faccia - che si occupano professionalmente di comunicazione abbiano problemi con il significato di parole comuni nella lingua italiana. Non sarete mica troppo occupati nel fare i ricercatori?
Comunque prendo atto che Mafe ha già rettificato il tiro. Tanto di cappello per aver ammesso e rettificato l'errore.
Grazie per la gentile risposta.. non sapevo che c'eri anche te su quel libro :-)
P.S. Per fortuna che non ho il problema di ricevere potenziali offerte di tramezzini sul mio blog!... ;-))))))))
P.S. 2 Interessante questo dibattito.
@fabio Guarda fabio che le voci dei dizionari sono alternative non complementari e quasi tutti riportano qualche cosa del tipo "autore di un testo scritto" come il De Mauro che tu citi solo parzialmente.
Non c'è alcun dubbio a questo punto che chi scrive un libro sia uno scrittore, poi potrà piacere o meno, ma certo non usurpa nulla.
Del resto con la tua definizione diventa estremamente difficile ed aleatorio segnare il limite negli autori di libri su chi sia uno scrittore e chi non lo sia.
Sul ricercatore decisamente sbagli, io ho fatto ricerca tutta la vita laureandomi quando nemmeno esisteva il dottorato di ricerca e non ho alcun dubbio nel definirmi ricercatore.
Del resto Champollion, decifratore dei geroglifici e padre della moderna egittologia lo faceva per hobby: vogliamo dire che non è un ricercatore?
Meucci che si è inventato, con una intensissima attività di ricerca, il telefono nei ritagli di tempo che la sua attività di produttore di candele gli lasciava non era un ricercatore?
Hoffman che si occupava di produzione di coloranti e che ha ideato l'aspirina (farmaco più venduto nella storia dell'umanità) nei ritagli di tempo per aiutare il padre che soffrendo di artrite deformante era rovinato dai micidiali decotti si salice vogliamo dire che non era un ricercatore?
E sono solo i primi esempi che mi vengono in mente.
bob
PS questi microbi si stuferanno prima o poi di farsi pettinare?
Casi particolari non inficiano la consuetudine generale: nel mondo del business non si definisce ricercatore uno che fa genericamente studi e ricerche complementari alla sua attività, altrimenti tutti i consulenti dovrebbero chiamarsi ricercatori, ma chi fa ricerca in strutture dedicate alle ricerca. L'impiegato dell'ACI che di lavoro controlla se abbiamo pagato il bollo e quanto dobbiamo pagare facendo query su un database è un ricercatore?
Riguardo allo scrittore poi, l'assurdità della tesi di dadda è evidente. Se scrivo il conto del ristorante su un pezzo di carta sono uno scrittore?
Chi si occupa di Internet e di IT è spesso completamente avulso dalle logiche e consuetudini del business. Lo stesso capita a chi fa R&D, funzione che notoriamente è tutta focalizzata sui prodotti e sulle technicalities invece che sulle esigenze dei clienti.
Tu dadda sei anche borioso e maleducato i microbi che devi pettinare sono quelli del tuo ego incivilizzato.
Visto il suo ultimo commento, la non consocenza della lingua italiana, anche nei suoi aspetti elementari, non mi strupisce più. Purtroppo è cosa comune tra i tecnici.
Potrebbe esserci un punto in comune per chiarire il senso del termine "ricercatore" e "scrittore": le pubblicazioni.
Sono d'accordo che nel termine "scrittore" possa rientrare qualsiasi cosa. Un testo con ISBN è però una certezza, un identificatore univoco con regole a monte. Poi viene incontro il buon senso e l'intelligenza collettiva. Se uno vuole definirsi scrittore faccia pure, se poi sarà deriso sono affari suoi.
In italia abbiamo uno scrittore di gialli che ha appena venduto 120 mila copie, ma quel testo è stato scritto da un ghost writer (portato in causa a Forum!). E' e rimane ugualmente uno scrittore? Probabilmente ai posteri sarà ricordato così...
Mafe, tutti possono fare ricerca, nel contesto accademico o meno. Il problema è nella presentazione dei risultati, nell'accettazione degli stessi, nelle citazioni.
Al di là delle modalità di presentazione e della sostanza, la comunità scientifica è molto chiusa e severa nell'accettare le pubblicazioni di ricerche e analisi e queste vivono e si raccolgono molto spesso in precisi editori specializzati (es. Springer Verlag).
E' difficile avere pubblicazioni anche per gli stessi accademici, "filtrati" per università e/o gruppo di lavoro. Figurati per gli outsider..
De Mauro, seconda definizione:
2 BU autore di un testo scritto: lo s. del manifesto programmatico è rimasto anonimo.
BU sta per "basso uso".
OK, Dadda, prendiamo atto che sei un pinguino... io lo sapevo gia', comunque
;-)
Ciao, Fabio.
@zanz ovviamente quella dei microbi era una battuta scherzosa per dire che mi sembra che ci si stia arrotolando intorno a minuzie della definizione delle parole che finiscono inevitabilmente per perdere di mordente.
Tu evidentemente hai dei problemi sui quali lavorerei perché reagire tanto violentemente e passare subito agli insulti è segno solo di malessere. Del resto insulti del genere mi fanno solo sorridere.
Le tue motivazioni sono risibili, ma lascio perdere perché da tempo ho imparato a non mischiarmi con chi non è capace di un dialogo civile quando non ne valga proprio la pena, so long.
@Fabio Fabio capisco arrampicarsi sui vetri insaponati, ma qui mi pare tu stia esagerando, è una accezione di basso uso? E chi se ne frega non ce lo metti? Non so se tu ti sei posto come regola di usare solo termini comuni, io cerco di usare il vocabolario nel suo insieme e comunque il fatto che sia di basso uso non comporta certo che sia disdicevole l'uso che ne fa Mafe, al massimo possiamo dire che è un uso dotto.
Vedo che anche tu non riesci a mantenere i toni del dialogo in un ambito civile, peccato, per te ovviamente.
Sai la prima volta che mi sono scontrato con te ho ricevuto mail di amici che mi avvisavano di lasciare perdere perché sei solo un provocatore che vomita frustrazioni personali, non ci avevo creduto, mi sbagliavo.
Se vuoi parlare seriamente io sono sempre pronto, se cominci con infantili attacchi lascio perdere ovviamente come mi hanno da più parti consigliato.
bob
FANTASTICO!!!!!
Fabio Metitieri nel suo sito si definisce SCRITTORE, e poi viene qui a sfrugugliare che gli scrittori sono sono i sommi della letteratura.
Come direbbe Totò: Ma ci faccia il piacere!
"Dal 1996 svolge attività in proprio, come giornalista, scrittore di manuali divulgativi,"
http://xoomer.alice.it/fmetitie/htm/cv.htm
Certo adesso ci verrà a dire che il termine si applica solo ai sommi della letteratura a patto che non sia vicino alla parola manuali e in una pagina di Alice...
Dai Fabio sii serio.
bob
Fai bene a non dialogare con me dadda, rischi di aumentare le tue frustrazioni e continuare a non capire punti di vista diversi dai tuoi. Purtroppo è un difetto tipico di voi tecnici.
Ciao dadda, continua così.
@ metitieri. Hai tutte le ragioni. Sono pinguini. Vogliono occuparsi di comunicazione ma poi non si curano di non essere capiti. Ma vuoi mettere quanto fa più fico dirsi scrittore invece che blogger?
Dadda, sei il solito logorroico, peggio di me.
;-)
Non complicare questioni molto semplici. Circa 50 commenti sopra avevo per l'appunto gia' scritto:
"Scrittore? Io dopo due libri pubblicati in diverse versioni e venduti in piu' di 16 mila copie non oserei mai definirmi scrittore, se non aggiungendo "di testi divulgativi", o qualcosa del genere."
Appunto.
E scusami, ma no, lo so che con me sei sempre "pronto a parlare seriamente", ma ti ho gia' detto molto chiaramente diverso tempo fa che a me di discutere con uno come te, che secondo me e' tutto fuorche' onesto e serio nel dibattere, non me ne frega una cippa.
C'e' un limite a tutto, anche al flaming e alla disonesta' intellettuale.
Quindi, fattene una ragione e smettila di inseguirmi di blog in blog...
;-)
Ciao, Fabio.
@fabio uno che contesta l'uso di un termine in quanto definito da un dizionario poco usato e poi lo usa lui stesso nel suo curriculum di onestà intellettuale credo che non ne possa nemmeno parlare!
bob
Ufff.. Dadda... Sei una palla di piombo sui miei coglioni, sul serio.
E sei un collega che non ho mai saputo che esistesse, che non ho mai letto, manco per sbaglio o per caso, che non ho mai incontrato prima (intendo: manco on line) e con cui non me ne puo' fregare di meno di avere alcun tipo di contatto, vista la tua insopportabile arroganza e la tua ignorante presunzione.
Ho vissuto felicemente senza sapere chi eri fino a quando non mi hai attaccato in Rete, con argomenti ridicoli, e mandandomi una mail per chiedermi di leggere le minchiate che avevi scritto sul tuo blog, e pregandomi di rispondere pubblicamente.
Dopodiche', dopo che ho risposto sul tuo blog, come mi avevi chiesto, e anche educatamente, mi hai pure insultato.
Ma va bene... Ognuno gioca come gli pare. Tu ti diverti cosi? E' legittimo.
Pero', sul serio, io ho altro da fare e poco tempo... non posso parlare anche con gli imbecilli. O, diciamo, non sempre e non a lungo. Per cui scusami se saro' breve.
Pero'... Dadda... cosa ha detto alla mia coscienza che dovevo risponderti?
Be'... sei un collega giornalista.. E non sai manco leggere un dizionario... Potrei mai lasciarti li' nell'ignoranza piu' bieca?
E va bene, dai, ti spiego... per il bene del mondo dell'informazione.
Non e' un favore che faccio a te, non devi ringraziarmi. Lo faccio per i lettori, in ultima analisi.
Mi sembra utile per tutti che anche i giornalisti (?) tecnici (?) sappiano, non dico scrivere in italiano corretto, che sarebbe chiedere troppo, ma almeno leggere le voci di un dizionario.
Ti pare?
OK, io per lavorare uso 5 dizionari (in italiano, piu' l'Oxford e un altro per l'inglese, piu' la Britannica. No, niente piratato, tutto comperato regolarmente).
Tu no, e va bene... Hai scoperto solo adesso, mi pare, che esiste il De Mauro on line, che e' gratis. E' gia' un buon punto di partenza, bravo.
Ma d'accordo. Ragioniano solo sul De Mauro, allora, come vuoi tu. Non voglio di certo metterti in difficolta' con le definizioni di Treccani o di Devoto Oli, o di Zanichelli, che tu non hai.
Rivediamo la definizione presa da De Mauro, quindi, che e' la sola che hai, e ignoriamo gli altri vocabolari.
OK, ti assecondo. Come si fa con i deficienti...
E procedo semplice, lentamente, con calma, cosi' forse persino anche tu riesci a capire.
Adesso concentrati, per favore.
De Mauro dice, alla voce scrittore, come prima definizione:
1 - chi compone opere scritte con intento artistico; chi si dedica all’attività letteraria: s. di romanzi, verista, emergente, gli scrittori del Novecento italiano
Insomma, Dadda, se scrivi che sei "scrittore", e stop, devi avere ambizioni e intenti letterari e artistici, no? Ci arrivi, fin qui, o per te e' troppo difficile? No, dimmi, che se vuoi ne parliamo.
Tu vuoi dire di essere scrittore. Dico: scrittore e basta? Ma va bene. Pero' sei un pinguino...
;-)
Seconda definizione di De Mauro, che mi hai contestato come se fosse un grande scoop:
2 BU autore di un testo scritto: lo s. del manifesto programmatico è rimasto anonimo
OK. BU. Poco usato ma lecito. Si potrebbe dire, per esempio: lo scrittore della lista della spesa.
Se qualcuno ha scritto qualcosa (ma, attenzione, e' questo che non riesci a capire: bisogna dire di cosa) e' uno che ha scritto quella cosa li'.
Per cui... cerco di spiegartelo in modo proprio semplice semplice, perche' si capisce bene che altrimenti non capisci...
Io, se non sono Calvino, non sono uno scrittore.
Pero', se ho scritto la lista della spesa, o magari due libri che in piu' edizioni hanno venduto piu' di 16 mila copie, posso scrivere che sono uno scrittore *di*... attenzione, il *di* e quello che segue e' il punto... di manuali o di ricette di cucina, o di lettere anonime.
O di un commento per cercare gentilmente di farti capire che sei un pirla e un becero, disonesto e presuntuoso ignorante che non sa leggere manco un dizionario.
Solo per dire, eh, era un esempio, senza offesa. Mica parlavo di te, era solo per dire, per fare un esempio..
Ma io non sono "uno scrittore", non senza "di", perche' non sono Pirandello.
Ma, avnedo scritto, sono scrittore "di" qualcosa. E devo dire cosa.
Ok. Son concetti difficilissimi, me ne rendo conto, soprattutto per te.
Ma respira profondamente, rileggi piu' volte quanto ho scritto... Vedrai che ce la fai a capire. Credici, puoi farcela.
P.S.: per chi ancora sta leggendo questo thread, cioe' credo nessuno.
Sul serio, io questo Dadda non so chi minchia sia e parche' abbia deciso di rompermi le palle, un mesetto fa.
Mai sentito in vita mia.
Tralasciamo su come mi ha obbligato, tempo fa, a scrivere sul suo blog. Non importa.
Ma che un giornalista non sappia manco leggere un dizionario (uno solo, perche' gli altri non li conosce, non li compera, non li ha, evidentemente pensa che non servono a un cazzo), be', questo e' veramente preoccupante.
Ciao, Fabio.
Fabio mi sembra che anche tu abbia un problema e non banale, ti lascio col tuo problema e seguo il consiglio di chi ti conosce da tempo e mi ha detto che sei incapace di un dialogo civile.
bob
Io sarò giovane, ma...
Roberto e Fabio, se vi trovate da qualche parte e "ve menate" non fate prima? :)
sottoscrivo anche gli spazi del post di Mafe e credo che anche io godo di essere libero e personale sul mio blog rispetto a quello che "voglio" vestire come professionalità quando mi occupo di comunicazione.
il resto mi sembra utile ma anche tanta inutile lana caprina IMHO
:)
mmmmmmhhhhh
Ma no.... Daniele. Menarci?
Io non meno mai nessuno. E' che ogni tanto bisogna "pettinare i microbi", come dice Dadda, almeno quando esagerano e sono pure proprio ignoranti...
;-)
Ciao, Fabio.
Io sto (ancora) leggendo questo thread, e l'ultima spiegazione di Metitieri sull'uso di "scrittore" mi ha confermato che ho fatto bene :-D
Ad ogni modo, io un nuovo libro di Metitieri lo leggerei volentieri. Ne è passato di tempo: a quando la prossima fatica?
Mason, ti ringrazio, ma Internet oggi si presta sempre meno ai libri, soprattutto sugli argomenti piu' di punta. Qualche manualetto introduttivo su cose semplici, magari... non so.... ma a me interessa poco, adesso.
Un altro reale problema e' che con i libri come questi, oggi in Italia, non si guadagna un tubo. E tu, perche' non scrivi qualcosa di nuovo?
Detto questo... il signor Roberto Gadda, che, ripeto, non conosco a non voglio conoscere, mi ha tirato dentro (lui, io non sapevo manco che esistesse e non l'ho mai cercato) in discussioni assurde *sul suo blog*, in modo da giocare in casa, ed e' pure un emerito cafone che dichiara di dover "pettinare i microbi" anche se poi - contestatemi su questo, se volete - non sa manco leggere l'unico dizionario che ha a disposizione.
Per cui, si', Lazzeri, capisco che tu ti sia divertito a leggermi.
Ciao, Fabio.
@fabio @dadda Miiiii è la discussione più lunga in cui mi è capitato d'imbattermi. Per non alimentare ulteriormente la polemica e da osservatore esterno, che per caso è passato da queste parti e leggendo si è fatto un'idea a caldo, vorrei evidenziare due cose.
1. Fabio. Nonostante più volte tu abbia ribadito di non considerare e di non voler considerare Roberto, alla fine continui a rispondergli. Questo vuol dire comunque attribuirgli importanza, sentirti toccato dai suoi giudizi e dimostrare che non ti è poi tanto indifferente quello che dice. Inoltre, scusa ma quando si degenera negli insulti ci si trasferisce immediatamente dalla parte del torto.
2.Roberto. Ti seguo da tempo in varie discussioni e più volte ti ho trovato coinvolto in tali diatribe ed attacchi. Non è forse che il tono o l'atteggiamento che spesso assumi può urtare gli interlocutori? In diversi post è stato evidenziata questa cosa. Forse si tratta della sindrome da professore :-)
Anonimo, Dadda mi coinvolge perche' mi ha indirizzato una lettera aperta, poi mi ha mi ha mandato una mail per invitarmi a rispondere. Prima, non sapevo neppure che esistesse e campavo benissimo lo stesso.
Ciao, Fabio
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