I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

09 marzo 2008

I pezzi su Punto Informatico [NoLogo] li scrive Dr Jekyll: cerco di essere pacata, di prendere un po' di distanza, ogni tanto una zampata, ma con spirito costruttivo. Quando Mr Hyde prende il sopravvento lo lascio andare, sapendo che poi se proprio devo posso pubblicare qui. Questa per esempio la versione rabbiosa di "Di bit in peggio":

Ci sono due motivazioni alla base delle scelte che l'azienda media compie in rete: "lo fa qualcun altro" oppure "siamo i primi a farlo!!!".
L'ossessione tipicamente markettara del "me too" si sposa perfettamente con l'ossessione infantile tipica del manager medio di poter dire al superiore di aver fatto qualcosa che nessun altro mai, ma senza correre rischi. Questo è tanto più vero se considerate che di solito la richiesta è di fare qualcosa che hanno già tutti gli altri, ma per primi.

L’ossessione di arrivare “uno” è disturbante soprattutto in una situazione in cui attività come “registrarsi su Flickr e aprire un gruppo di foto di scarpe” richiedono un paio di riunioni, un preventivo, un’offerta, la richiesta di aprire una mail aziendale ad hoc, 118 slide di copia & incolla di screenshot di Flickr, il brain storming per scegliere il nickname e un documento che definisca come distinguere una foto di scarpe dalle altre. Delle due l'una: o il management medio non solo italiano condivide un unico neurone, e neppure funzionante, oppure - come credo - il mondo della rete, con i suoi valori e il suo linguaggio, è talmente lontano dal mondo delle aziende che alla fine uno dei due sostituirà l'altro. Si accettano scommesse.

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31 Commenti:

Alle 11:49 AM, marzo 09, 2008 , Anonymous lg ha detto...

molto divertente. può essere una variazione sul tema? l'alternativa 2 conseguirebbe dalla 1, che però sarebbe diversa. il cliente medio è normodotato dal pdv del cerebro, ma essendo intimamente convinto che tutto ciò è una puttanata (non aveva sempre detto così il grande capo? certo, a parte quel progettone nel 2000 o 2001...), assegna appunto un singolo neurone alla faccenda, come si fa tutti noi del resto quando una roba ci fa schifo e la si deve fare lo stesso, con risultati che... etc.

 
Alle 12:30 PM, marzo 09, 2008 , Anonymous Antonello ha detto...

stremamente interessante. A qualche anno di distanza dalla nascita del web 2 vedo dissolversi la grande possibilità offerta dalla rete come grande opportunità aziendale. Il blog, ad esempio, lo vedo come un diario personale on line; come blog d'azienda, invece, mi risulta alquanto difficile poterlo considrare se non come un prolungamento del sito web. Però si sa...quando una cosa è di moda...saddà fà, per forza! ^_^

 
Alle 1:11 PM, marzo 09, 2008 , Blogger mafe ha detto...

LG, sei un genio :-)

 
Alle 1:40 PM, marzo 09, 2008 , Blogger Otto_Vask ha detto...

Non credo che "alla fine uno dei due sostituirà l'altro". Credo invece che la rete continuerà a compenetrare il mondo del business proseguendo un trend avviato già da tempo fino al punto in cui la peer-production, l'always on, il being open, lo sharing e l'ottica globale saranno diventate pratica comune nel mondo del business che continuerà però ad esistere con una sua identità, così come la rete stessa

 
Alle 9:14 PM, marzo 09, 2008 , Blogger dotcoma ha detto...

Scusa Mafe, ma perchè utilizzi due registri diversi qui e su PI? E se ti facessero scrivere sul Sole cosa scriveresti, cose ancora più mainstream?

 
Alle 11:06 PM, marzo 09, 2008 , Blogger Gilgamesh ha detto...

Verrebbe da scrivere "la seconda che hai detto" ma è vero solo in parte: l'attuale management, inclusi i quadri intermedi, sarà gradatamente sostituito, per ragioni anche solo anagrafico/generazionali da persone in grado di utilizzare ma soprattutto di capire meglio la rete, in quanto cresciuti con essa.

Molte aziende non sopravviveranno fino a vedere questo ricambio generazionale, il che non è necessariamente un male. È la dimostrazione pratica della prevalenza di chi sa sfruttare i vantaggi competitvi, o se preferisci... è darwinismo applicato alle aziende, baby.

 
Alle 12:01 AM, marzo 10, 2008 , Blogger vanz ha detto...

comincio a pensare che "in grado di capire meglio la rete in quanto cresciuti con essa" è un assunto possibilmente fallace e comunque sopravvalutato.

non sono due condizioni che si presentano necessariamente insieme, e soprattutto non sono garanzia di qualità. altrimenti avremmo un management che sa fare la telefonia o la stampa periodica, quando invece le nostre sono tra le peggiori/più care del mondo.

per dire, siamo cresciuti tutti coi treni ma le FS fanno cagare lo stesso, per ragioni altre rispetto alla comprensione della tecnologia.

 
Alle 8:22 AM, marzo 10, 2008 , Blogger mafe ha detto...

@dotcoma, certo, e sul Corriere parlerei male di Internet, e sulla Padania bene di BraveHeart.

@vanz, tristemente d'accordo con te, la nota di speranza come sempre viene dal pubblico, ché le stesse persone che usano la rete quando entrano a far parte di strutture organizzate paiono dimenticare tutto (io per prima in diverse situazioni).

 
Alle 8:55 AM, marzo 10, 2008 , Blogger Otto_Vask ha detto...

@ Vanz, totalmente d'accordo. Capire la rete da utente, da prosumer o da digital native può essere una competenza business anche fondamentale, ma purtroppo non significa saper gestire un'azienda.

 
Alle 9:52 AM, marzo 10, 2008 , Blogger Maurizio Goetz ha detto...

Questo dimostra che avevo ragione su tutto. Vedi miei commenti precedenti.
Trovali tu, mica lavoro qui, io.

 
Alle 10:11 AM, marzo 10, 2008 , Blogger yeridiani ha detto...

Mbe .. c'è un equivoco su tutto ciò ed è squisitamente americano. Li si ha la certezza che arrivare secondi provoca l'aggressione di mute di avvocati. In realtà bisognerebbe arrivare "meglio". Le società dovrebbero impegnarsi ad assumere cervelli che sviluppano idee su percorsi che "i primi" non hanno potuto prevedere.
I primi hanno sempre troppa fretta per non fare cazzate.
(meno Steve Jobs..)

 
Alle 10:55 AM, marzo 10, 2008 , Anonymous Anonimo ha detto...

Questo è il punto di vista tipico dei consulenti che non capiscono i sistemi organizzativi e gestionali delle aziende. Aprire un account di Flickr è solo una parte infinitesima delle normali attività di comunicazione/marketing/vendita/customer care, di certo non è la più importante, e deve necessariamente adeguarsi a tutte le altre.

Inoltre, la rapidità di decisione è inversamente proporzionale al livello del vs interlocutore: se parlate con l'assistente dell'assistente dell'assistente, non aspettatevi che abbia potere decisionale (e questo è tanto più vero quanto più è grande l'azienda).

Infine: "il mondo della rete" non esiste. La rete è solo uno strumento, un canale, un medium: le aziende lo useranno esattamente come utilizzavano altri media in passato.
Cambiando comportamenti e approcci, ma non cambiando obiettivi.

Clara

 
Alle 12:17 PM, marzo 10, 2008 , Anonymous David ha detto...

Esiste anche una terza motivazione: Costa poco. Quando presenti l'opzione flickr tutta la parte sull'aprirsi alla comunicazione, mettere in circolo i contenuti, aprirsi ai commenti viene di solito ignorato, mentre saltellano tutti contenti intorno alla prospettiva di spendere solo 24 dollari per un account PRO (e pure quello alla fine glielo compri di tasca tua, perchè se aspetti che l'ufficio acquisti capisca cosa deve fare passano anni).

Peccato (e questo ancora non l'hanno capito) che l'account su Flickr da solo non basta. Bisogna supportarlo, seguirlo, curarlo e promuoverlo. A me non disturba qualche slide in più, se serve a qualcuno a capire meglio come ci si sta muovendo in rete. A me disturba l'assenza di slide perchè qualcuno ha pensato di aver fatto la furbata del secolo facendo semplicemente risparmiare all'azienda.

 
Alle 12:43 PM, marzo 10, 2008 , Blogger mafe ha detto...

Clara, proprio perché ormai conosco molto bene le dinamiche interne penso che i due sistemi siano incompatibili, nel medio periodo.
Per quanto riguarda i livelli decisionali, grazie al cielo non ho a che fare con assistenti, ma con i decisori finali (i peggiori sono i quadri intermedi, pavidissimi)

Comunque è divertente vedervi prendere sul serio Mr Hyde ;-)

 
Alle 1:02 PM, marzo 10, 2008 , Anonymous Anonimo ha detto...

Hola Mafe 8)

 
Alle 1:07 PM, marzo 10, 2008 , Anonymous Anonimo ha detto...

(8 ǝɟɐɯ ɐ1oɥ

 
Alle 2:57 PM, marzo 10, 2008 , Anonymous Anonimo ha detto...

Mafe, io sto dall'altra parte, non a livello intermedio :), e ho sempre lavorato in aziende grandi/grandissime/multinazionali.
Per questo mi domando che razza di azienda sia quella in cui 1) si apre un account di scarpe su Flickr invece che su sito/blog/whatever proprio 2)un livello alto si occupa personalmente di aprire un account Flickr.

Ma non ti prenderò sul serio, e ok così.

Clara

 
Alle 3:01 PM, marzo 10, 2008 , Anonymous Anonimo ha detto...

dimenticavo: lo state-of-the-art a proposito di scarpe:

http://www.shoetube.tv/Shoetube-Videos

:D


Clara

 
Alle 3:07 PM, marzo 10, 2008 , Blogger mafe ha detto...

Grazie Clara, altrimenti dovrei pensare che dire che qualcosa l'ha scritta un noto psicopatico/metà schizofrenica di una mente pacata non è abbastanza chiara per un lettore colto.

 
Alle 3:47 PM, marzo 10, 2008 , Blogger Gilgamesh ha detto...

@vanz
credo che il tuo paragone non calzi, gli esempi che hai fatto sono tutti di fruizione passiva: prendere il treno col capirne la tecnologia non c'entra una mazza, ad esempio :) e anche la telefonia e la stampa periodica con una trasformazione culturale c'entrano poco.

Si tratta di guardare le cose in prospettiva, anche l'obiezione di Otto_Vask è decontestualizzata: non ho scritto che l'avere competenze specifiche "sulla rete" costituirà uno skill fondamentale per diventare manager, ma semplicemente che nei prossimi anni aumenterà il numero di manager che ha avuto a che fare con strumenti di "social networking" fin da adolescente e DOPO ha sviluppato ANCHE le competenze necessarie a saper gestire un'azienda.

Rimando a questo proposito al saggio "Convergence Culture" di Henry Jenkins, in Italia edito da Apogeo col titolo "Cultura Convergente", che ho da poco segnalato sul blog e del quale mi appresto a scrivere una vera e propria recensione, in quanto concordo con Wu Ming 1 sul fatto che sia uno dei testi più interessanti in meriti dell'ultimo decennio.

Più interessante la chiosa di Clara: è vero che non esiste "il mondo della rete", la rete è parte integrante del mondo, e riflette nel bene e nel male i vari "mondi" che vi si rispecchiano. È anche vero però che molte aziende tuttora sottovalutano le potenzialità della rete e pensano di poterla utilizzare alla stregua di media più tradizionali, senza cambiare nemmeno l'approccio e il comportamento, che è poi quel che si deduce dall'esempio estremo portato da Mafe.

Saluti sparsi :)

 
Alle 4:36 PM, marzo 10, 2008 , Blogger Otto_Vask ha detto...

@gilgamesh ma io rispondevo a vanz, non criticavo il tuo commento.

Concordo con te che, per ragioni puramente di ricambio generazionale, nei prossimi anni aumenterà il numero di manager "nativi digitali" e che avrà anche sviluppato competenze di management. Non concordo con te invece sul - l'avere competenze specifiche "sulla rete" non costituirà uno skill fondamentale per diventare manager - Credo che questo tipo di competenze diventeranno sempre più importanti per i futuri manager. Il che logicamente non significa saper usare facebook ma piuttosto capire come sfruttare le potenzialità della rete per sviluppare il proprio business e le proprie strategie. Ti rimando in questo a mia volta a Tapscott/Wiliams - Wikinomics, ed. Penguin - credo sia stato tradotto anche in italiano - e di cui ho recentemente scritto una breve recensione sul mnio blog: http://ottovas.blogspot.com/2008/03/wikinomics.html

 
Alle 8:42 PM, marzo 10, 2008 , Blogger Gilgamesh ha detto...

@otto_vask

Ecco, vedi, sta tutto a capirsi: dato che concordavi con Vanz sull'obiezione pensavo avessi interpretato in quel modo la frase alla quale anche lui si riferiva.

E circa il fatto che saper usare la rete costituirà uno skill molto importante per un manager e proprio nel senso da te descritto, penso si capisca dal contesto del mio commento precedente, sono perfettamente d'accordo con te.

La precisazione era sul fatto che questa sarà una condizione necessaria ma non sufficiente per essere un buon manager, e che un gap generazionale nell'utilizzo consapevole delle nuove tecnologie applicate alla comunicazione esiste e si noterà sempre di più col passare degli anni.

Molti manager oggi usano la posta elettronica come prima usavano il fax, allegando documenti Word a mail di due righe, e del Web a malapena sanno utilizzare i motori di ricerca e anche male. L'esempio dell'account Flickr di Mafe/Hyde non era affatto male, come esemplificazione, soprattutto applicato a dei Markettari :)

Semplicemente non condivido il pessimismo di Vanz sull'influenza che il conoscere la rete come strumento di comunicazione, con le sue potenzialità ancora in parte inespresse, potrà avere sulle prossime generazioni di manager, soprattutto nelle piccole e medie aziende.

In quelle grandi (e ho lavorato come consulente per la sicurezza in realtà aziendali anche molto grandi, sia a livello nazionale che internazionale, parlando con dirigenti di tutti i livelli, spesso erano CEO, CFO, CTO e COO di note multinazionali) paradossalmente l'impatto è minore proprio per via della catena di comando più articolata e delle inevitabili gerarchie "rigide": un giovane brillante dovrà comunque fare i conti con le manovre di corridoio "alla Dilbert" :P

A sostegno della mia tesi sul fatto che crescere "nativi digitali" possa fare la differenza anche per il futuro del management aziendale, indico anche una serie di articoli comparsi sul "Bussiness Opportunity Weblog" di Dane Carlson ( http://www.business-opportunities.biz/ ) che seguo da tempo ed è tra l'altro un ottimo esempio di conoscenza applicata.

Vado a leggere comunque la recensione di Wikinomics :)

 
Alle 8:47 PM, marzo 10, 2008 , Blogger Gilgamesh ha detto...

Sopra 'è scappata una S di troppo in Business, chiedo venia: le troppe puntate dei Soprano's che ho visto mi stanno condizionando (Uè, Tony, comm'o va u bissiniss?) :D

 
Alle 8:50 PM, marzo 10, 2008 , Blogger eltopo ha detto...

Partendo da una delle label del post ho fatto una rapida ricerca nel tuo blog e cosa ti trovo: una tarma! Per cui niente scommesse ma solo una domanda: non è che la rete è diventata la nuova coperta di Linus?

 
Alle 9:06 PM, marzo 10, 2008 , Blogger yeridiani ha detto...

Carina questa cosa dei "nativi digitali"..
Neanche a farlo apposta ieri un drappello di giovani ha fatto quasi un massacro di "specialisti" delle moto GP addirittura in prima gara ed in notturna.
Insomma è una roba come se tre ragazzini della formula tre alla prima gara di formula uno surclassero i campioni dell'anno passato.
Cos'è successo?
Semplice, nelle 250 c'era già l'elettronica dal gas alle marce passando per gli ammortizzatori.
Quindi loro "guidano" digitale ed i vecchi "analogico".
I nativi digitali affrontano le curve "fidandosi" dei microprocessori, gli altri sentendo il "culo" e le cosce.. ma i tempi di reazione "analogici" sono lenti quanto basta per non essere più competitivi.

 
Alle 9:56 PM, marzo 10, 2008 , Blogger vanz ha detto...

"il pessimismo di Vanz sull'influenza che il conoscere la rete come strumento di comunicazione"

io non sono pessimista. e trovo la distizione nativi vs immigrati superficiale e scentrata.

quello che vedo è che esistono due tipo di utilizzatori della Rete: quello che impara a usarla perché deve, perché gli serve per lavoro, perché gli serve a fare meglio il suo lavoro, e quello che impara a usarla perché gli piace usarla.

il secondo a mio parere avrà sempre una visione della Rete che all'altro sfuggirà. e sarà sempre avanti di tre anni, sempre.

insomma, parafrasando Louis Armstrong: se devi chiederti cos'è la Rete, non lo saprai mai.

 
Alle 10:41 PM, marzo 10, 2008 , Anonymous Anonimo ha detto...

Scusa ma scritto da Mr Hyde è interessante e divertente. Il Dr Jekyll risulta invece pedante e noiso.

 
Alle 10:42 PM, marzo 10, 2008 , Blogger yeridiani ha detto...

Azz a proposito di Nativi...

Capita anche un'altra cosa.. Mio nipote a 4.5 anni (che ufficialmente non sa leggere..) !! mi ha acceso il MAC, è entrato nei menu dei programmi, è entrato nella cartella giochi, ha lanciato Colin Mac Rae Rally, ha abbandonato il mouse, si è spostato fra i menù del gioco con i tasti direzionali, ha scelto un auto, ha scelto un percorso .. e mi è venuto a chiamare per battere il rekord che "io gnonno non sono capace.."...

Ma la cosa "allarmante" è che mi dicono che è tutto normale ed assolutamente ambosessi..

 
Alle 2:26 PM, marzo 11, 2008 , Blogger Broono ha detto...

Il problema è alla base, sta a livello del riconoscimento dei ruoli e delle professionalità.

Ma non tra l'assistente e il suo manager, bensì tra l'azienda e voi (noi).

Non conoscendo il "mezzo", cioè non essendo al corrente di tutto ciò che nel mezzo (nel senso di media) si trova, una volta che hai convinto e portato il manager ad aprire l'account Flickr o quello che ti pare, si apre un problema di dimensioni planetarie dato dal fatto che secondo il manager è stata acquista tutta la competenza necessaria e che quindi da quel momento in poi può fare tutto in proprio.

Da lì in poi, il 90% del tempo riunione viene speso per spiegargli che così non è ma senza offenderlo nel suo cuore di timoniere, ché alla fine è lui che deve firmare l'assegno e non ci sono cazzi, se si sente scemo non lo firma più.
E il problema è che scemo lo è davvero, ma vaglielo a (non) spiegare.

Quando manca la competenza sul media, manca principalmente il riconoscimento delle professionalità che si trovano dall'altro lato del tavolo e mancando queste, ogni virgola risulta impossibile da monetizzare, prima che da spiegare.
E dato che ciò che non è monetizzato/monetizzabile il manager non lo legge nemmeno, il tutto diventa un incredibile cane che si morde la coda.

Il problema comunque alla base di tutto è powerpoint.
No, non è una cazzata.
Ci potrei tenere una lezione, su quanto powerpoint abbia distrutto il mercato della comunicazione aziendale proprio andando a far saltare il confine tra "noi" e "loro".
Ci combatto da 15 anni con questa cosa, da quando le "chart" le sviluppavamo in laboratorio la notte perché erano proprio diapositive.
A quei tempi la "chart" era un media come tutti gli altri e come tale aveva dei ruoli e delle professionalità alle quali le aziende si rivolgevano.
A noi arrivavano dei fogli A4 con il discorso e noi lo traducevamo in qualcosa che venisse visto, letto, acquisito dalla mente.
Era proprio una professione riconosciuta, il venditore di scarpe non sapeva niente di Rio, Tips, Topas, PCR, Polachrome, lui faceva scarpe, a rendere la foto visibile anche dall'ultimo in fondo alla sala ci doveva pensare chi lo faceva di mestiere e chi lo faceva di mstiere prima di sviluppare la chart andava a vedere la piantina della sala e lui lo sapeva e a questi si rivolgeva.
Non sapeva e non gli interessava sapere se la font usata si chiamava Frutiger o Calligraph, a lui interessava che si leggesse il nome della scarpa e che lo si leggesse con enfasi.

Poi un giorno è arrivato il maledetto powerpoint che ha fatto credere a tutti che con una settimana di corso fatto fare alla segretaria o magari fatto in proprio, tutta la costosa catena della produzione della comunicazione poteva saltare in toto sostituita da un'oretta passata sul volo milano-roma passato a farsi in proprio le chart con la clip art un sacco bella del tizio che sbatte il pugno sul tavolo, quella indicata al capitolo 3 del manuale alla voce "Mettete disegni che riassumano!" e da quel giorno in poi per noi è diventato impossibile dimostrare la differenza tra creare una presentazione e creare un presentazione e in essa la differenza tra il produrre scarpe e il conoscere la differenza tra una sala meeting lunga 30 metri con le pareti a vetri e un lunga quindici al buio.

Ed è proprio diventato impossibile perché significa prendere le loro presentazioni e cancellare il 90% delle "simpatiche cose" con le qual le riempiono, in sostanza dargli degli incompetenti.
Ma loro il corso l'hanno pagato, gli è stato rilasciato un foglio sul quale c'è scritto che sono bravi bravissimi a far presentazioni.
Vaglielo a spiegare che trecento grafici e tabelle di excel proiettate dopo pranzo non le leggono nemmeno i tre rimasti svegli dopo una mattinata di trecento clipart col suono fichissimo del sorpasso.
Vaglielo a spiegare che per fare una presentazione la competenza leggibile sul manuale di PPoint è solo il 5%.
Non lo puoi fare e così oggi proiettiamo delle robe che una volta ci saremmo vergognati persino di pensare, ma oggi le ha fatte magari il figlioletto del manager la sera a casa che è troppo bravo e quel "bravo" in riunione si traduce in "bravo quanto te" e tu oggi passi il tuo tempo a spiegare a produttori di scarpe come si installa la font sul suo piccì perché se la presentazione la sposti devi spostare anche la font e gli spieghi che se inserisce l'immagine che l'agenzia gli ha mandato, quella per la stampa, la presentazione diventa di 1 giga e no, non passa più via mail anche se le chart sono sempre le stesse e ci passi i giorni e le riunioni a spiegare 'ste cazzate a gente che non le capirà mai perché prima dovrebbe capire cosa sono i dpi e perché due immagini che a monitor sono identiche "pesano" una cento volte l'altra.

E così vale per il video.
Una volta per fare un video si rivolgevano alle case di produzione, oggi hanno comprato la videocamera col programma che "Monta da solo i tuoi video!" ed è iniziato il delirio, riceviamo robe "Abbiamo fatto noi" che fanno accaponare la pelle, ma loro ci hanno passato il week end e non rinunciano al loro bel lavoro per pagarne un altro 10 mila euro per loro a quel punto ingiustificati.

E così sta succedendo col web, nel quale tutti aprono un "sito in 5 minuti!" un accont flickr in 3, sul quale mettono foto fatte col telefonino per poi non capire perché i loro concorrenti hanno dei videocataloghi spettacolari e loro no e anzi lo capiscono, nel senso che la colpa è tua.

Il progresso tecnico è stata la condanna, di questo mercato.
Lo spostamento del consumer sempre più nell'area del professionale ha cancellato mille professionalità.
O meglio, le ha lasciate vive, ma impossibili da spiegare a un fotografo che improvvisamente s'è messo a far video ma non sa la differenza tra interlacciato e non interlacciato perché nessuno glie l'ha mai spiegata ma una videocamera oggi con 300 euro te la porti a casa compresa di programma di montaggio e quindi sono tutti diventati montatori.

Gliela sai spiegare tu quella differenza tra te e lui che a consuntivo si traduce in tre zeri e nella consapevolezza che lui non è capace come i produttori di videocamere l'hanno convinto fosse per spillargli quei 300 euro?

Non puoi.
E allora proietti video illeggibili con conseguenti risultati pessimi in termini di ritorno e fai siti web nei quali il tuo intervento ormai è solo indispensabile per limitare danni dei quali non sei responsabile ma dei quali ti viene attribuita la paternità.

E giù nel pozzo della qualità perché il tempo sempre "per ieri" è rimasto.

Ciao.

 
Alle 11:25 PM, marzo 11, 2008 , Blogger Gilgamesh ha detto...

Però, una delle cose che mi piace di più di questo blog, e il motivo per il quale l'ho incluso tra i "5 blogs that make me think" sono i commenti.

Il punto di Vanz è valido, e mi tocca dargli ragione, ergo m'ha fatto riflettere su un concetto nuovo.

E il commento di Broono meriterebbe un post (e in effetti lo è, è un post inserito come commento) e soprattutto fa anch'esso riflettere parecchio.

A presto, gente.

 
Alle 12:07 PM, marzo 12, 2008 , Blogger Stef ha detto...

Salve, sono un blogger molto tosto che vive in Inghilterra e ha visto l'annuncio su twitter... stfnpilla-AT-yahoo.co.uk

 

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