I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

25 marzo 2007

Quasi dimenticavo!

La (mia) parola di marzo è: grottesco.

Etichette: , ,

09 gennaio 2007

Ehi, tu, uomo dell'anno

Sì, dico a te. In pieno hype da eccesso di autoreferenzialità, il nostro editore ha rifiutato qualunque proposta per la prefazione dei libri. Metitieri, troppo politicaly correct. Baricco, inflazionato. Chomsky, troppo concettuale. Gentiloni, troppo ministro. Veltroni, troppo richiesto. Pulsatilla, troppo famosa.

Per la prefazione vogliono te. L'uomo dell'anno 2006. La donna dell'anno, pure. Lo so, lo so, di questo libro non ne potete già più: e prima il titolo (presto sveleremo i titoli scelti), e poi le storie. Adesso pure la prefazione.

Però, ecco, se ti scappano 500 battute e vuoi provare a recensire un libro che non hai mai letto, partendo da quello che hai capito di Mafe+Vanz in questi anni di frequentazione, la mail la sai (ma va bene anche nei commenti).

Grazie :-)

Etichette: , , , ,

12 dicembre 2006

Networking e amicizie

Sono qui a Parigi, seconda giornata di le web 3: stimoli, idee, persone e adrenalina viaggiano fuori dal palco, dove vola qualche marchetta di troppo; vino, dolci e formaggio, un caffé lento ma buonissimo, pochi interventi che giustificano la fatica di essere qui e non in giro per Parigi in una giornata di sole. Trovo riposante che nessuno sappia chi sono (come è ovvio che sia) e di poter ascoltare e imparare e chiacchierare (anche grazie alla generosità di Paolo, che mi ha presentato Marc e Anina).
Passo indietro: BarCamp Torino, gruppo di persone che per tutto il giorno cazzeggiano e ridono e si cercano. La realtà: quel gruppo in parte non esisteva, prima: si è creato a Torino nel corso della giornata. La metà delle persone che sono intervenute durante il nostro discorso su aggregatori e user generated revenue non sapevo neanche chi fossero, ma ho passato con loro il resto della giornata. La percezione degli esterni (pochi, spero): un'élite coesa e determinata nell'escludere gli altri. Qui a Parigi, dall'altra parte del palco, capisco questa percezione? Ma neanche per idea.
Mi dispiace, Simone: cercare di capire se le dinamiche di aggregazione ed esclusione del mondo reale si applicano anche agli ambienti digitali è sacrosanto; farlo analizzando le relazioni digitali quando prendono corpo in ambienti reali è un controsenso.
Qual è il punto? Online io posso frequentare e dare attenzione a decine di persone contemporaneamente: per le relazioni vale la stessa magia dei beni digitali, posso darti il mio senza privarmene. La socialità online è incredibilmente superiore a quella offline perché online siamo ubiqui e multitasking, offline siamo limitati e obbligati a scegliere. Con quante persone puoi parlare contemporaneamente? Online, decine, se non centinaia; offline, si contano sulle dita di una mano (se sei molto estroverso). Nel corso di una giornata a quante persone puoi dare attenzione, calore, risposte sensate? Online, decine; offline, io personalmente dopo poco sono sfinita, succhiata, estraniata.

Non penso affatto che sia meglio frequentare le persone solo in ambienti digitali, evitando il confronto diretto, che è necessario per verificare sulla carne le affinità mentali. Online io ho la percezione di un rapporto bidirezionale con qualcuno di cui leggo il blog tutti i giorni: ma se questa persona non mi legge, non sa niente di me e porca troia non è colpa sua (soprattutto se non ti sei mai manifestato, online e offline). Dobbiamo però accettare il fatto che offline la nostra energia sociale è una risorsa scarsa e che se posso condividere me stessa con tutta l'anima in rete, non posso oggettivamente farlo di persona. Per questo se a volte, quando ci ritroviamo tutti insieme, a un certo punto sembra che questa risorsa sia finita, pensiamo sempre che sia un sintomo di introversione, stanchezza e timidezza, mai e poi mai di elitarismo e chiusura. Online la distribuzione della nostra attenzione è invisibile: offline diventa evidente, ma non vedo come si possa pretendere ciò che è fisicamente impossibile, e cioè che le persone di cui pretendiamo l'interesse debbano per forza concedercelo (e se non lo fanno, sono degli snob che se la tirano).
Fosse per me, prenderei Danah e David, li ammanetterei a una sedia e li costringerei a parlare con me fino all'alba di domani: invece so che se ho qualcosa di sensato da chiedergli risponderanno a una mia mail domani, perché online puoi concedere quell'energia che di persona è incredibilmente limitata nel tempo e nello spazio e che, essendo umani (e non politici), scegliamo di dedicare solo a qualcuno, e sempre e solo per una questione di pelle, mai di interesse.

Etichette: , , , , ,