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09 aprile 2009

Amori traditi

Senza bicicletta sarei già andata via da Milano anni fa. Salire in sella mi fa sentire istantaneamente in vacanza e il piacere e la soddisfazione di dribblare il traffico e riprendere il controllo dei tempi di spostamento ripagano della maleducazione, dei rischi, della scomodità.
Quando è stato attivato Bikemi mi sono registrata subito: la libertà di avere una bici a disposizione in qualunque momento, anche in situazioni non previste, è impagabile. Bikemi regala la comodità di usare la bici insieme ai mezzi pubblici, difficile da organizzare con la tua bici, che poi comunque devi riportare a casa e magari non sempre hai voglia di lasciare legata per strada a lungo.

Ho aspettato un po' per avere la tessera a casa, più di un mese: mi è arrivata una gentile lettera che dava la colpa "al maltempo e alle vacanze di Natale" che mi ha fatto un po' sorridere, ma poco male per un servizio appena nato.

Poi ho preso per la prima volta una bici. Il momento era sbagliato: ero di fretta e agitata. Ho seguito le istruzioni, mi sono sistemata la borsa e la gonna, ho provato a tirar su la bici, niente. Una telefonata nervosetta al call centre e scopro che hai 30 secondi per prendere la bici assegnata, se no devi rifare la procedura. Vabbè. Rifo. Vado a prendere la bici, mi becco un mezzo colpo della strega. Sono alta un metro e ottanta, ma non sono tanto forte: la rastrelliera è alta, la bici pesante. Ci salgo su: la bici è molto pesante e ha il baricentro basso. E' vero che sono abituata bene, la mia bici è agile assai, ma non mi era mai capitato di avere difficoltà a mantenerla su. Devo frenare, niente. Desidero di avere due rotelline e di non dover frenare coi piedi, ammazzo qualche decina di pedoni, rischio la vita diverse volte. Arrivo stremata al parcheggio, lotto per sistemarla al suo posto, lotto molto per infilare i pioli nella rastrelliera (ok, sono imbranata, ma non credo di essere l'unica).

Il momento era sbagliato, mi sono detta, riprova quando sei tranquilla. Riprovo, mi innervosisco. E' pesante, frena a fatica, stavolta mi scende anche il sellino. C'è di peggio: quando è il momento di lasciarla ci sono 3 posti liberi, ma le biciclette sono state lasciate senza rispettare il verso (indicato solo dalla stampa del numero, poco comprensibile) e quindi nessuno dei 3 posti è utilizzabile. Provo ad andare al parcheggio più vicino indicato dalla mappa, ma ancora non c'è. Torno indietro, c'è un signore nelle mie stesse condizioni, per fortuna arrivo qualcuno della manutenzione che ci sposta le bici e ci permette di lasciare le nostre.

Ho riprovato, e riprovato ancora, ma proprio non mi va giù. Adesso guardo le rastrelliere con desiderio e frustrazione. Userei Bikemi in continuazione, vedo sempre più bikemi in giro per Milano e mi chiedo se sono solo io a desiderare una vera bici, non un triciclo per adulti.

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23 luglio 2008

Bycicling Stats, ovvero Burn Fat not Oil

Numero di giorni in cui sono andato in ufficio in bici nell'ultima settimana lavorativa: 5

Distanza da casa all'ufficio: 7 km

Tempo di percorrenza in bici: 20' o meno

Tempo di percorfenza con i mezzi: 40' o più

Numero km percorsi in una settimana: 70

Numero di cavalcavia percorsi: 14

Numero di calorie bruciate: circa 2000

Quantità di combustibili fossili bruciati e di particolato disperso nell'atmosfera: 0

Quantità di particolato respirato: la stessa che in auto

Quantità di gas serra emessi nell'atmosfera: 0 (oltre la normale respirazione)

Volte in cui ho provato soddisfazione a sfilare ai semafori file di 30 auto: 28

Volte in cui gli automobilisti milanesi mi hanno messo seriamente in pericolo: 0

Volte in cui i motociclisti si sono dimostrati scortesi al semaforo: 0

Volte in cui mi sono arrabbiato o stressato: 0

Benefici sulla forma fisica e sull'umore: enormi


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27 ottobre 2007

Mafismi

Faccio fatica a prendere sul serio chi ci riesce benissimo da solo.

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30 marzo 2007

Svicolare in bicicletta, pedalando con gran fretta

In questi mesi sto assaporando l'adrenalina del successo, l'eccitazione sessuale del potere e le endorfine della stima e del lavoro ben fatto.
Ma non c'è niente, niente come svicolare in bici tra le macchine incolonnate facendo il dito medio al camionista che ti ha suonato nelle orecchie.

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