Non sono riuscita a ottenere molte informazioni da Federica Migliardo (vedi post sul Festival della Scienza) sulle motivazioni dello scarso utilizzo della rete da parte della comunità scientifica. La questione è interessante perché proprio la rete potrebbe risolvere molte delle issues tipiche della categoria (la difficoltà di diffondere i risultati delle ricerche e di renderli comprensibili, la tendenza dei media a spettacolarizzare i risultati, lo scarso riconoscimento economico e sociale). La sensazione è stata che Migliardo sia una battitrice libera e quindi la persona meno indicata con cui parlare di azioni collettive e/o progetti di condivisione: la curiosità mi è rimasta e sto cercando in rete esempi interessanti (se ce ne sono).
Chiedo quindi agli amichetti ricercatori: Angelo, Marco, Marta, Luca (tramite PippaW) se riescono a darmi loro qualche risposta: magari esiste una rete sommersa di ricercatori che usano i blog e i social network per condividere le loro esperienze (e difficoltà) di ricerca in termini comprensibili a noi comuni mortali, magari no, perché (come dice Migliardo) i ricercatori non hanno tempo e non possono discutere le ricerche in corso.
A me aveva molto colpito il caso di Ilaria Capua che al contrario ha intrapreso una battaglia personale per poter diffondere i dati almeno durante le emergenze sanitarie:
Ilaria Capua, una delle principali esperte italiane (e una delle più stimate in Europa) del virus dell'influenza aviaria diventa protagonista a livello internazionale di una battaglia per la trasparenza sulla ricerca sul virus dell'influenza aviaria rivolgendo "un accorato appello" ai suoi colleghi ricercatori e all'Organizzazione Mondiale della Sanità. La proposta: rendere pubbliche immediatamente tutte le sequenze geniche disponibili del virus dell'aviaria.
Chi ha ragione? Esiste una "ragione"? Sono due casi comparabili? La comunità scientifica non collabora per le oggettive difficoltà di un lavoro immersivo e metodico? O c'è anche una componente di burocrazia e di competizione che frena i risultati della ricerca e quindi mette a rischio la nostra salute e le nostre speranze di veder risolti problemi come l'effetto serra o le malattie incurabili?
Mi piacerebbe che nei prossimi giorni al Festival della Scienza il tema saltasse fuori di nuovo :-)
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