I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

11 febbraio 2009

Mele (da morsicare)

Verso la fine del 1998 la mia vita professionale è cambiata completamente: ho abbandonato il mio lavoro di copywriter freelance per fare una cosa che nessuno sapeva cos'era, tanto meno io, cioè la community manager (eeeh?) di Atlantide.it. Il resto è abbastanza storia.
Verso la fine del 2008 avevo accumulato abbastanza soddisfazioni e stanchezza da sentirmi decisamente alla fine di un ciclo: tanti anni di esperimenti, di delusioni, di successi, di fatiche, sempre più o meno da sola*, o meglio, quella che sapeva sempre cosa fare (o così sembrava agli altri), ma che fatica, che immensa fatica. Il 2008 è stato per tanti motivi l'anno del successo professionale, per riconoscimenti, fatturato, lavori fatti, guadagni, ma anche l'anno in cui mi sono resa conto che era arrivato il momento di ricominciare da capo, meglio se con qualcuno con più esperienza di me.
Un po' per caso, molto per quegli strani intrecci che sembrano confusi e casuali e solo alla fine mostrano un disegno compiuto, proprio in questo periodo si è concretizzata la possibilità di una fusione tra quelle che ho immediatamente visto le due metà di una mela. La mela verde, Daimon: specializzata in community e social media, abbastanza cialtrona (ma oculata) nella gestione e nella commercializzazione, dall'offerta soft, consulenza, gestione, competenza, niente che potesse essere consegnato su un CD. La mela rossa, YooPlus, specializzata in Intranet e Enterprise 2.0, gestione adulta e competente, dall'offerta hard: sviluppo, piattaforme software, gestione di sistemi, un know how e un valore trasferibile.
Insieme Daimon e YooPlus fanno la mia mela preferita, la Royal Gala, quella dolce come le mele rosse e croccante come le mele verdi. Io l'ho vista così da subito, poi ovviamente ci abbiamo messo mesi ad arrivarci, ma ogni cosa vuole il suo tempo.

Tecnicamente un'acquisizione, operativamente una fusione, un'integrazione che ci permette di prendere per mano un'azienda, far fare loro pratica di social media all'interno, farli entrare piano piano nelle logiche di condivisione e collaborazione tipiche dei media digitali, finché sono pronti per farlo anche all'esterno. Filosoficamente, per me un insight assoluto: finché i media digitali non entrano nel lavoro quotidiano di tutti, noi del marketing possiamo fare anche i salti mortali, ma rimarremo una curiosità, un gadget. Come tutti gli insight a leggerlo dopo sembra banale :-)

Adesso si tratta di tornare a studiare e a imparare, oltre che a lavorare più di prima (ma ognuno a far quello che sa fare meglio, tipo che io mai più Excel); il bello è che io e Luca continuiamo a fare quello che facevamo prima, ma meglio, e con persone che ci piacciono e che sono più brave di noi in molte cose. Sperando di crescere tanto, anche perché così il settore cresce con noi e magari potrò permettermi sempre di più di coinvolgere nel mio lavoro le persone che stimo, come è stato con Auro ed Elisabetta (ma anche con Serena, Giulia, Claudia, Federico, Colas, Giovanni e tanti altri).

* sola mi sentivo, ma certo non ero, considerato quanto hanno fatto per Daimon Alberto e Luca

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12 dicembre 2008

Tutti InPausa

A volte ci sono progetti che nascono leggeri nella testa del cliente, tu li sviluppi con persone che stimi, sopporti meglio le inevitabili complessità e tieni alto lo spirito fino ad andare online e provare il sottile piacere di leggere con gusto qualcosa che produci tu.

E' con lo stesso spirito che stasera InPausa partecipa alla Girls Geek Dinner: qualcosa di fresco da portarsi a casa dopo una bella serata con le amiche. A volte succede.

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20 giugno 2008

[verboso] Scrivere un curriculum per il Web

Qui in Daimon riceviamo ogni tanto curriculum di persone che si autocandidano; non tantissimi, ma con una certa regolarità. Noi di solito assumiamo le persone per averle incontrate in Rete: a una società che si occupa di social media fanno molto più impressione le attività che svolgi online, che dove hai fatto uno stage in precedenza o il fatto che sai usare Office (e chi è che non lo sa usare?).

Ma visto che un minimo di occhio su quello che conta nell'Internet attuale ce l'abbiamo, qualche consiglio mi sento di darlo, se non altro per contribuire a un'ecologia dell'autocandidatura. Se stai scrivendo a FIAT o IBM, puoi anche smettere di leggere.



Dati personali e indirizzi online

- Ribadisco: più che le scuole che hai fatto o le "occupazioni precedenti", mi interessa vedere cosa fai online, come ti esprimi e in che modo comunichi, per iscritto e con le immagini. Non per metterti ansia, ma sappi che te la giochi un po' tutta qui.
L'indirizzo del blog sta insieme alla mail e ai dati personali, prima del telefono (tanto non lo uso). Un instant messenger sarebbe una buona idea: sono un potenziale datore di lavoro, non un serial killer. Un IM mi permette quella che per i miei criteri di Net addicted è una "conoscenza di persona". Lo so, sono una personcina bizzarra.

Corollario: una mail personale su Hotmail o Fastwebnet non comunica cose molto positive sulla tua competenza di Rete. Fatti una Gmail. Idem se il messenger è MSN.

- Il blog: non vogliamo essere razzisti ma onestamente sarebbe bene che ce l'avessi. Vanno bene tutti, anche se Libero mi comunica una cosa e Blogger un'altra. Wordpress su un dominio personale mi va molto bene perché significa che almeno sai installarlo (e non è poco). Se hai solo un MySpace e hai più di 16 anni o non sei un musicista, lascia perdere.
Facebook e Twitter mettili: se non li hai, li avrai appena arrivi qui; se non li hai mai sentiti nominare probabilmente hai un problema.

E sarà bene che tu sappia usare Google un po' al di là di "scrivi la parola nel campo bianco e clicca". E' impressionante quanta gente non abbia mai avuto la curiosità di andare oltre la home page di Google. E sappi che se scopro che usi Internet Explorer sei licenziato.


Formato del curriculum

- Word o non word? Non word. Usa il software che ti pare per scriverlo, ma il documento finale salvalo in PDF: Word è un mattone, fa casini con le diverse versioni, in generale è una noia, e una noia poco elegante. Un PDF è standard e si apre rapidamente su qualunque computer. Un RTF è sobrio e comunica concretezza, probabilmente la scelta migliore se non sei un grafico.
Se me lo mandi in Pages mi stupisci per temerarietà ma l'apprezzo. Se l'hai redatto in Vi o Emacs mi tolgo il cappello ma probabilmente sei troppo nerd per avere a che fare con una community.


- Basta col Times New Roman, se non altro perché il fatto di usare il font predefinito di Word denota scarso spirito di iniziativa e scarsa disposizione all'eleganza della tipografia, che in Rete ha qualche importanza. Scegli un basso profilo con caratteri non graziati da Web, come Verdana, Lucida o Helvetica (non sono un esperto di tipografia, mi accontento).

I curriculum scritti in Comic Sans finiscono direttamente nel cestino.


Forma & contenuti

- Basta con l'impostazione business: nessuno ha mai apprezzato il fatto che lo definissi "egregio" o "gentilissimo", figuriamoci oggi e sul Web, dove l'informalità is the new black. In generale, parla come mangi, evita le locuzioni formali e le formule precompilate: voglio vedere che nel curriculum ci hai messo del tuo, e che sai essere spiritoso/a. L'estrema informalità è caratteristica del nuovo Web: dimostrami che sai "scrivere 2.0".

- Evita, evita, EVITA, ti scongiuro, frasi fatte e forme di cortesia. Sii personale, sii originale, almeno non essere scontato e derivativo. Io non sono un gentile signore, non voglio essere ringraziato per l'attenzione dedicatati.

- Non essere schematico: sii un po' discorsivo. Non è la lista della spesa: è una narrazione in cui mi racconti di te. Non mi frega quanti stage e corsi tabellati o in elenco puntato hai fatto (quelli sì, mi annoiano). Hai la patente B? Chissenefrega, qui nessuno ha un'automobile. Voglio capire che persona sei. Prenditi il tuo tempo, raccontami di te. Cosa fai nella vita? Nel tempo libero? Cosa ne pensi delle cose che fai? Cos'è che ti piace un sacco? Questo devi raccontarmi. Voglio sapere chi sei, non quanti cartellini hai timbrato.

- La foto. Metticela. Noi non ti scegliamo per l'aspetto fisico (alcuni lo fanno, in verità), ma ci fa piacere vederti in faccia mentre leggiamo la storia della tua vita. Certo se anche qui mostri un po' di creatività è meglio, ma non ci formalizziamo.

- Se hai un gatto, metti anche la sua foto. Non è una regola, ma noi l'apprezziamo parecchio :-)

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09 giugno 2008

Intelligenza distribuita

Io come progettista non valgo granché, da sola. Ogni tanto ho delle idee carine, a volte delle vere e proprie intuizioni, quasi sempre la capacità di sintetizzare le esigenze di tutti. Ma se dovessi lavorare da sola dovrei cambiare mestiere: senza confronto non valgo molto.
Da quando ho iniziato a lavorare, nel 1991, ho sempre detestato la mitologia del lavoro di squadra. In realtà ho iniziato a detestarlo fin dai tempi del liceo, quando ci dividevano in gruppi per far qualcosa "insieme" e alla fine questo significava solo che mi rompevo talmente le palle ad aspettare gli altri che facevo tutto io. Un po' come nella riunione-tipo, che si discutono tante cose, si prendono tante belle decisioni, se va bene si fa un bel verbale, e la settimana dopo si rifa la stessa riunione, and again, and again. Io continuo a pensare che a una riunione si debba arrivare informati e discutere solo i punti poco chiari o su cui c'è disaccordo: a volte capita e non a caso sono incontri che durano a volte pochi minuti.
Tanto odio il lavoro di squadra, tanto adoro lavorare in rete, soprattutto quando tutti i nodi condividono informazioni, valori, un minimo di visione e una fortissima competenza nel loro ambito. Intelligenza distribuita e condivisa, senza pianificazione. Io e il Vanz per esempio siamo una rete favolosa: se dobbiamo lavorare "insieme", litighiamo nel giro di dieci minuti. Se ognuno va per i fatti suoi costruisce qualcosa che è indispensabile al lavoro dell'altro, almeno, per me è così: l'ho detto tante volte ma scritto mai, il fatto che lui stia sempre un passo dietro di me è perchè le spalle - forti - sono le sue, io sempre più spesso mi limito a dire bene la poesia.
Un'altra rete formidabile è Daimon-WebSushi-Ideato. Non un sistema perfetto, soprattutto per colpa mia, che mi appoggio troppo spesso alla loro bravura. Quando però si tratta di coordinare lo sviluppo di un lavoro creativo, con clienti curiosi, ansiosi e desiderosi (i migliori), la perfezione del meccanismo non dev'essere un obiettivo: l'obiettivo è il risultato finale, e come dicevo all'inizio se chi partecipa a produrlo si aspetta che tutta l'intelligenza sia in un solo nodo (il mio), io presento subito la giustificazione e me ne vado a casa.

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14 febbraio 2008

Si sta come d'estate

Testa leggera, voglia di guardare avanti, una pazienza elegante nel rispondere per l'ennesima volta alle stesse domande, imperdonabili anche se da persone diverse. Forse l'unica community per cui varrebbe la pena di produrre contenuti è quella dei clienti titubanti in ansia da controllo perso (in effetti, all'aperitivo, parlando di formazione, in realtà parlavamo di questo, no?)

Anche per questo sono contenta di avere questo mese altre due occasioni di parlare in pubblico e di cercare di spingere avanti il ragionamento, senza preoccuparmi di nessun altro dovere che non sia quello di essere stimolante, interessante, non compiacente.

Venerdì 15 febbraio, Spread the Word - ore 15 - IULM, Aula Seminari
Venerdì 22 febbraio, WebDays, dalle 9:30, Circolo dei Lettori, Torino
Sabato 23 febbraio, TorinoBarCamp2008, dalle 9:30

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