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11 novembre 2008

Ideologie

A giudicare da quello che leggo in giro sembra che la vera sorpresa sia che gli USA hanno eletto un presidente nero. Per me la sorpresa è un'altra, e cioè che davanti alla scelta tra un candidato pressoché perfetto e un 72enne cagionevole di salute, privo della minima esperienza internazionale o competenza in economia durante la peggiore crisi finanziaria della storia, informaticamente analfabeta, con una vice assolutamente improponibile, 48 americani su 100 abbiano votato il vecchio rincoglionito invece del giovane figo.

E non credo l'abbiano fatto per il colore della pelle, almeno non solo, e nemmeno perché credevano davvero che Obama "frequentasse socialmente" terroristi. Credo che sia per abitudine, per tradizione, per appartenenza politica. In una parola, per ideologia. Quella cosa che credevamo non esistesse più, quella parola che non si può più pronunciare e di cui ci dichiariamo tanto lieti di esserci "liberati", in realtà è e resta ancora la prima ragione alla base del voto.

E in un momento in cui qui da noi non ne abbiamo più una di riferimento, forse sarebbe il caso di recuperarne una e ricominciare a pronunciarne il nome in pubblico, magari persino nei programmi elettorali. Non dico quella vecchia "seppellita dalla storia" che comincia per C, ma magari qualcuna di un po' più recente. Il fatto che non ce ne venga in mente nessuna che possa legittimamente essere sventolata dal candidato premier del centrosinistra, chiunque esso sia, a me sembra abbastanza inquietante. Ma magari sono io che ragiono vetero.

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