L'ansia di non capire
Provo il massimo disprezzo per chi approfitta del momento di volontaria debolezza di un'altra persona. Ammissioni, confessioni, coming out, autosputtanamenti sono momenti socialmente sacri, chi ne approfitta si pone oltre il giudizio possibile. Anche per questo non avevo ancora espresso pubblicamente la mia solidarietà a Lia, perché ho vigliaccamente preferito non pensarci (se ci pensavo saliva la voglia di sfruttare qualche anno di fit boxe e il mio metro e ottanta). Il privato è privato anche quando una persona lo rende pubblico, questa è per me una norma sacra di convivenza civile.
Provo una sensazione molto simile - disagio, inquietudine, le sinapsi che si accavvalano e si appappano - quando non capisco qualcosa che ha a che fare con la religione. Io e la religione abbiamo litigato da piccole (letteralmente: l'idea di paradiso e di eternità mi faceva più paura del buio, i dogmi erano in conflitto con ciò che leggevo e studiavo con conseguente appappamento sinaptico precoce, l'idea di mio padre che credeva "perché sì" era davvero diseducativa. Sì, ero ancora più rompicoglioni di adesso).
Non potete allevare dei piccoli con la logica e poi cercare di convincerli che io e mio marito (sposati in chiesa, senza figli) siamo una famiglia e i miei amici P. e L., conviventi con due bambine no. Non capisco, mi innervosisco, scatta il turpiloquio, anche perchè i miei governanti perdono tempo prezioso a dribblare tra Pacs, Dico e Pico solo perché non abbiamo il coraggio di accettare il matrimonio tra gay. Diciamolo.
E qui per una volta mi appappo per colpa dei laici, cioè per chi "rifiuta" il matrimonio civile per motivi che a me sembrano ideologici, cioè (volo, salto e caduta) tutto sommato religiosi. Il matrimonio è un contratto, i significati sono sovrastruttura, la sovrastruttura è cognitiva, il cognitivo è personale. Qual è il problema del contratto di matrimonio? La fedeltà? L'obbligo di assistenza? Aiutatemi a capire, che ho tutte le sinapsi attorcigliate. O coppie felici che volete godere dei diritti civili della coppia, perché Dico sì e matrimonio no?