Dell'amatoriale e del professionale
Ho sempre pensato che BlogBabel sia una delle migliori dimostrazioni dei risultati che si possono raggiungere mettendo insieme un gruppo di persone competenti senza una regia interessata o un cliente pagante. Ho sempre pensato anche che lo stile di relazione di questo gruppo di persone ricorda un po' troppo quello del GCN, il Gruppo Coordinamento News che gestisce la gerarchia .it in Italia (Usenet) e che si è sempre preso un po' troppo sul serio (pur con picchi di autoironia, va detto).
Io apprezzo BlogBabel, anzi, come scrivevo su Twitter ieri, è un servizio professionale che sarei disposta a pagare, al pari di FeedBurner o MyBlogLog. Ho stima e simpatia per la maggior parte delle persone che ci lavorano, anche se ho la sensazione che qualcuno non ricambi (ma me ne sono fatta una ragione).
Ho come la sensazione che il nervosismo per alcune polemiche reiterate, l'oggettivo fanatismo di un tot di blogger che paiono avere la loro posizione in classifica come unica ragione di vita e una notevole mancanza di esperienza in termini di customer care (dove impari in fretta a farti rimbalzare le critiche estranee ai fatti) portino spesso gli amici di BlogBabel a reagire in modo esagerato (Cfr Kill Bill), in alcuni casi come l'ultimo addirittura infantile.
E' vero che BlogBabel è un servizio amatoriale, ma è anche vero che il fatto che venga percepito da moltissimi come un servizio professionale è indice della sua qualità. E' vero che ci sono difficoltà oggettive nel permettere la cancellazione dei blog da parte del proprietario, ma è anche vero che questa appare come una richiesta legittima che non può essere rifiutata (a prescindere dai toni e da chi la richiede).
E' vero che la maggior parte delle mail della lista sono inutile rumore, ma a questo punto - eccheccazzo - chiudete la lista, non il servizio. Alla milionesima mail che chiede aiuto in lista invece che con "l'apposito form" il dubbio che forse la lista crea più confusione che utilità dovrebbe sorgere anche nelle menti più sequenziali.
Ludo non perde occasione per esprimere il suo disagio e il suo disprezzo nei confronti dei "blogger italiani", ma andarsene via portandosi dietro il pallone non depone esattamente a favore della sua maturità. Credo che abbiamo perso tutti un'occasione per stare zitti (io compresa).