Non so se sia stato il dover stare all'opposizione o il peso schiacciante del pensiero unico mediaset - che anzi sarebbe dovuto servire da stimolo, ma mi pare che i tradizionali media di sinistra italiani siano in notevole crisi, di contenuti e di strategie. Da anni.
La Repubblica è il quotidiano del riformismo e si appresta a divenire l'organo ufficiale del Partito Democratico. Che va anche bene, basta non confonderlo con la sinistra. E spero non ci sia bisogno di ricordare che il Riformista è la quinta colonna del berlusconismo, né che il Sole resta evidentemente posizionato all'interno del centrodestra.
L'Unità si è lanciata nella rincorsa di Libero nel titolo ad effetto e nell'editoriale acido-risentito, che non mi sembra le doni molto. E non mi pare che vanti firme così indimenticabili (escludendo Beha e Travaglio, che non definirei certo di sinistra).
Il manifesto non solo non riesce a gestire in modo un minimo razionale un patrimonio di sostegno popolare che alla fine non gli è mai mancato, ma continua a fare gli stessi errori editoriali radical-chic da decenni, a scriversi troppo spesso addosso, a non capire nulla di nuove tecnologie e della necessità di aprire spazi di dibattito pubblici.
Micromedia non si capisce un cazzo, adesso come allora.
Indymedia ha chiuso, e si vedeva lontano un chilometro che finiva così.
Rai3, fatta salva Report che pur facendo solo cronaca è forse la trasmissione più di sinistra d'Italia, non ha nemmeno l'ombra del palinstesto dei tempi di Guglielmi, e si è ridotta a fare da pensionato per Cochi e Renato, che perlamordiddio, tenerissimi, ci mancherebbe, ma insomma. Qualunque programma di MTV ormai graffia più della Dandini.
Radio Popolare ha rotto il cazzo. Radiopop parla da anni - da sempre forse - a un pubblico over 34 che ormai va in pensione. Non ha un solo contenuto che possa interessare un ascoltatore più giovane. E ha francamente fracassato i coglioni con l'estenuante autocelebrazione del postfricchettonismo girotondino: la musica folk, la dittatura della cultura etnica e terzomondista, tutti gli scampoli di controcultura fricchettona che non sa guardare al di là di sé stessa. Basta, avete rotto il cazzo, siete morti, è ora di un ricambio generazionale.
Magra consolazione il fatto che all'estero non va meglio: a Blair succede Blair 2 e Cohn Bendit voterà Sarkozy.
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