I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

01 febbraio 2008

Non capisco

In Via Volta (ai margini dell'elegante quartiere di Brera) c'è una macelleria splendida, con della carne ottima, moltissimi piatti pronti da cuocere: sono siciliani, simpatici, gentili, alla terza volta che vai si ricordano di cosa hai preso le altre due. Ci sono anche i cannoli e la ricotta che arriva fresca da giù.
La bresaola - ottima - costa 2 euro e venti all'etto. Nei due supermercati vicino a casa (poche centinaia di metri più in là, e non verso il centro) la bresaola - pessima - costa dai 3 euro all'etto in su, dipende dai giorni. Alla Despar la bresaola affettata e imbustata sottovuoto costa 5 euro all'etto.

Il governo Prodi (di cui ho velocemente elaborato il lutto, considerando che lo teneva in piedi Sor Ceppaloni) ha abbassato l'Ires dal 33 al 28%. Per quanto riguarda le persone fisiche gli unici che pagano tante tasse come ai tempi di Silvio sono quelli dello scaglione più alto.

Forse i ricchi sono i nuovi poveri.

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04 febbraio 2007

La gauche est morte? [rant del sabato notte]

Non so se sia stato il dover stare all'opposizione o il peso schiacciante del pensiero unico mediaset - che anzi sarebbe dovuto servire da stimolo, ma mi pare che i tradizionali media di sinistra italiani siano in notevole crisi, di contenuti e di strategie. Da anni.

La Repubblica è il quotidiano del riformismo e si appresta a divenire l'organo ufficiale del Partito Democratico. Che va anche bene, basta non confonderlo con la sinistra. E spero non ci sia bisogno di ricordare che il Riformista è la quinta colonna del berlusconismo, né che il Sole resta evidentemente posizionato all'interno del centrodestra.

L'Unità si è lanciata nella rincorsa di Libero nel titolo ad effetto e nell'editoriale acido-risentito, che non mi sembra le doni molto. E non mi pare che vanti firme così indimenticabili (escludendo Beha e Travaglio, che non definirei certo di sinistra).

Il manifesto non solo non riesce a gestire in modo un minimo razionale un patrimonio di sostegno popolare che alla fine non gli è mai mancato, ma continua a fare gli stessi errori editoriali radical-chic da decenni, a scriversi troppo spesso addosso, a non capire nulla di nuove tecnologie e della necessità di aprire spazi di dibattito pubblici.

Micromedia non si capisce un cazzo, adesso come allora.

Indymedia ha chiuso, e si vedeva lontano un chilometro che finiva così.

Rai3, fatta salva Report che pur facendo solo cronaca è forse la trasmissione più di sinistra d'Italia, non ha nemmeno l'ombra del palinstesto dei tempi di Guglielmi, e si è ridotta a fare da pensionato per Cochi e Renato, che perlamordiddio, tenerissimi, ci mancherebbe, ma insomma. Qualunque programma di MTV ormai graffia più della Dandini.

Radio Popolare ha rotto il cazzo. Radiopop parla da anni - da sempre forse - a un pubblico over 34 che ormai va in pensione. Non ha un solo contenuto che possa interessare un ascoltatore più giovane. E ha francamente fracassato i coglioni con l'estenuante autocelebrazione del postfricchettonismo girotondino: la musica folk, la dittatura della cultura etnica e terzomondista, tutti gli scampoli di controcultura fricchettona che non sa guardare al di là di sé stessa. Basta, avete rotto il cazzo, siete morti, è ora di un ricambio generazionale.

Magra consolazione il fatto che all'estero non va meglio: a Blair succede Blair 2 e Cohn Bendit voterà Sarkozy.

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